"Ho tempo di fumare una sigaretta prima di ripartire?" chiese Emma e gli amici si unirono a lei per tenerle compagnia.

"Serve anche a me" annuì Mattia.

Emma lo guardò mentre si preparava a creare una sigaretta con il tabacco e le cartine; sembrava essere migliorato dall'ultima volta che Emma lo aveva corretto e non capì come. Sicuramente si era allenato, ma in tutto il tempo in cui erano stati insieme avevano fumato poco e comunque lui aveva preferito le classiche sigarette bianche col filtro arancione. Emma gli fece un complimento e lui le strizzò l'occhio in risposta. Infine, dopo aver scherzato, i tre presero posto in auto e ricominciarono a viaggiare verso l'università. Alessandro le chiese ancora se preferisse sedersi davanti, ma Emma lasciò quel posto all'amico. Ormai mancava molto poco all'arrivo ed Emma preferì rimanere seduta dietro per usare il cellulare e ascoltare le chiacchiere fra i due senza necessariamente intromettersi per dire la sua. Alessandro parlava di Simone e di quanto fra loro andasse bene, di come era certo di aver trovato l'uomo della sua vita. Mattia, al contrario di quanto Emma si sarebbe aspettata, non si lasciò andare a commenti volgari o infantili. Al contrario, fece un sacco di complimenti all'amico e gli espresse delle sincere congratulazioni, poi gli fece qualche domanda e si fece raccontare di più. Forse, era la prima volta che Mattia vedeva due persone innamorate per davvero. Nemmeno i suoi genitori avevano funzionato come esempio.

Emma era assorta nella sua musica e nei suoi pensieri, ma quando allungava l'orecchio e ascoltava le conversazioni dei due ragazzi, qualche sorriso le spuntava sulle labbra e lei non riusciva a fare a meno di trovare adorabile Mattia che imparava i sentimenti dal suo amico Alessandro. Erano un quadretto carino, due colori complementari, opposti: eppure, come in ogni opera d'arte, sapevano tirare fuori il meglio l'uno dall'altro e si spronavano a brillare quando erano vicini.

I ragazzi scesero dalla macchina e si aggiunsero ad Aurora e Viola. La mora era al cellulare e, infatti, poco dopo li raggiunse Samuele. Simone avrebbe tardato, lo sapevano già tutti. Il gruppo si concesse un caffè e, dopo qualche chiacchiera frivola, si congedarono ognuno nella propria stanza per sistemarsi il prima possibile, accordandosi per riunirsi tutti insieme quella sera per cenare in mensa.

La porta della sua stanza era socchiusa e dall'interno provenivano rumori di mobili e ante che venivano sbattute con irruenza.

Emma la spinse delicatamente con una mano per aprirla e sospirò pesantemente; sapeva che ci avrebbe trovato la sua coinquilina e, purtroppo, Marta non era il tipo di persona che le piaceva avere intorno, tanto meno per condividerci una stanza. Marta era il motivo per cui nessuno, se non ogni tanto, aveva messo piede per più di mezz'ora dentro la camera di Emma se cercavano lei. Le amiche di Marta, invece, sembrava vivessero con loro. Emma cercava qualsiasi scusa per andarsene e piuttosto preferiva restare tutto il giorno fuori e rientrare stanca morta solo per dormire. Nemmeno Mattia aveva visto la sua stanza perché, quella volta in cui aveva bussato, lei lo aveva cacciato in fretta e quando lo chiuse fuori si era sorbita per ore i discorsi di Marta, logorroica e civettuola come nessun altro.

L'anno precedente era stato un periodo di prova piuttosto lungo per lei e Marta non lo aveva superato. Non ci avrebbe convissuto per altro tempo. Emma sarebbe corsa in segreteria sventolando in una mano il regolamento di istituto in cui c'erano elencati i suoi diritti, nell'altra una lettera scritta per il Rettore in persona con la sua richiesta formale. In tasca qualche contante, per precauzione.

"Emmina!" la voce squillante di Marta perforò i timpani di Emma colpendola in testa come un martello nei vecchi cartoni animati. La coinquilina stava sistemando l'armadio, aveva già disfatto la sua valigia e stava cercando di infilarla sotto al letto. Quando vide la ragazza, Marta corse verso di lei per abbracciarla, ma Emma si scansò in fretta cercando di usare i bagagli pesanti che portata come scusante.

Good Positions IIWhere stories live. Discover now