●giovedì●

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Dopo gli eventi del giorno precedente Jungkook aveva passato l'intera notte insonne a causa del disagio che gli provocavano le immagini che si formavano nella sua mente ogni volta che chiudeva gli occhi.

Bastava il semplice abbassare le palpebre che il viso di Taehyung sorridente mentre gli diceva di incontrarsi al festival si materializzava ed il passaggio da lì al fantasticare su quella serata futura era breve.

Non appena la sua mente gli proiettava un tenersi mano nella mano, un bacio e anche qualcosa di più, Jungkook balzava seduto con gli occhi spalancati e le guance che andavano a fuoco dalla vergogna.

Come poteva sentirsi a posto con sé stesso quando il calore del corpo di Taehyung ed i suoi ipotetici gemiti gli riempivano la testa?!

Era un pervertito illuso, cazzo!

Fino a quel momento non gli era mai capitato di avere pensieri del genere: la sua infatuazione era sempre rimasta platonica, semplice desiderio di essere fonte del sorriso di Taehyung e nulla più.

Adesso che però la possibilità di approfondire la conoscenza era reale e palpabile, la cosa, a quanto pare, lo aveva reso troppo ingordo e peccaminoso.

Non era affatto abituato a pensieri simili ed era parecchio destabilizzante, soprattutto considerando il fatto che quella era la sua prima cotta effettiva.

Mai prima di allora aveva sospirato così tanto nell'osservare da lontano qualcuno, mai si era perso con lo sguardo oltre la finestra ed i pensieri lontani rivolti a quel qualcuno distraendosi dal lavoro.

Si era semplicemente impegnato al massimo delle sue capacità per cercare anche solo in parte di contribuire a rendere la giornata di quella persona un minimo più piacevole con i propri dolci, rimanendo fedele alla propria professione e al suo ruolo di umile pasticciere.

E adesso che tutto stava raggiungendo una nuova dimensione era non poco spaventato.

Non si riconosceva e non si piaceva, non così... avido.

Perché lui aveva sempre visto l'amore come pura avidità e null'altro: sentire il bisogno di entrare di prepotenza nella vita di qualcuno, dover essere la persona più importante della sua vita, bramare la sua anima, la sua carne ed il suo respiro...

Se quello era l'amore, allora non era niente di così diverso dalla morbosa possessività che caratterizzava le persone più viscide.

E lui di essere viscido non ne aveva alcuna voglia, voleva restare il ragazzo maturo, integro e sereno che era senza mandare in frantumi la propria stabilità per una stupida cotta che mai avrebbe dato frutti.

"Jungkook? Tutto bene?"

La signora Jeon con addosso la propria camicia da notte e le ciabatte lo fissava dall'uscio con gli occhi pieni di sonno ed i capelli spettinati.

Probabilmente si era alzata per andare a bere qualcosa e Jungkook, troppo assorto nei propri pensieri, non si era accorto della sua presenza e adesso si ritrovava con il volto sul punto di prendere fuoco.

Non che la madre potesse leggerlo nel pensiero scoprendo le sue immaginazioni, ma come ogni figlio dinanzi ad un genitore l'imbarazzo era sovrano, anche ora che aveva ventisei anni.

"Tutto ok, è solo quest'afa insopportabile causata dalla pioggia dell'altro giorno che mi rende difficile dormire..."

Disse la scusa più plausibile perché sì, aveva un rapporto magnifico con sua madre ed era sempre da lei che correva quando aveva necessità, ma quell'argomento era off limits.

Non aveva fatto coming out e non aveva intenzione di farlo, non nell'immediato futuro per lo meno, e anche se fosse non avrebbe mai avuto quella sicurezza e mancanza di pudore sufficiente a raccontare le proprie voglie più intime.

"Se proprio non riesci ad addormentarti cerca perlomeno di riposare il corpo stando sdraiato. O, se non ti va neanche quello, puoi andare tranquillamente al café."

Come al solito la donna non perse tempo, dandogli subito consiglio, e nonostante sapesse bene di non poter essere visto Jungkook le sorrise dolce, ringraziandola con occhi dolci della sua perenne disponibilità e gentilezza.

"Mi sa che farò la seconda."

Di rimanere ancora a letto non ne aveva affatto voglia: il morbido materasso era l'ambiente ideale per far sbocciare altri pensieri impuri e quindi, con rinnovata forza, decise di optare per l'andare al laboratorio di cucina.

Nulla lo aiutava a distrarsi e a ritrovare la pace come il cucinare in mezzo ai profumi invitanti di zucchero, lievitati e cioccolata, in più erano ormai le tre; sarebbe arrivato al locale solamente un'ora e mezza prima del solito, nulla di così impensabile.

"Mi raccomando, fai attenzione con la bici. Le chiavi sono al solito posto."

Senza aggiungere altro se ne andò e Jungkook rimasto solo si preparò in fretta dopo una doccia veloce nel bagno di servizio al piano di sotto,per non rischiare di svegliare anche il padre.

Arrivò al café che le stelle ancora splendevano luminose, ma esse vennero però surclassate dalla luce artificiale della cucina quando il corvino vi entrò.

aveva bisogno di riappropriarsi della propria quotidianità, di tornare a cucinare senza pensieri e di limitarsi a fare quel che sapeva: preparare dolci.

Era giovedì, il giorno in cui Taehyung ordinava i muffin, ma prima di potercisi dedicare doveva infornare tutti gli impasti lasciati a lievitare in quelle ore notturne.

Nel mentre che spostava brioches e panini dolci di ogni forma e tipologia pensò a cosa preparare per il castano, come tutti i giorni.

Qualcosa che risultasse estremamente buono, ma che non rendesse palese il fatto che si fosse impegnato in modo esagerato apposta per quel dolce a discapito di altri.

Il suo interesse doveva rimanere invisibile, nascosto nel fondo del proprio cuore lontano da tutto e tutti.

Aprì le ante del frigo quando le sue mani erano ancora sporche di farina e di impasto e con occhio attento ed espressione seria iniziò ad analizzare ogni singolo ingrediente.

C'era praticamente qualsiasi cosa lì dentro: dalla frutta tropicale già a cubetti ai piccoli frutti di bosco divisi in ordinati contenitori, dalla panna fresca al burro, dalle creme preparate il pomeriggio precedente alle uova.

Ma nulla che gli facesse avere quella scintilla di genio tanto sperata.

Cambiò oggetto della propria attenzione, andando al lato opposto della cucina per dare un'occhiata allo scaffale coi prodotti che non necessitavano di essere refrigerati.

Il suo sguardo venne rapito dal ripiano delle confetture, sfumature d'estate che creavano un zuccherino arcobaleno, e a colpo sicuro andò ad afferrare quella di arancia.

Taehyung amava quando l'acido o l'amarognolo si incontravano col dolce: più volte aveva preso muffin, biscotti o quant'altro in cui gli agrumi erano padroni.

Le frolle ricoperte di crema al limone, la cheesecake cioccolato e mandarino, un frullato con pompelmo e pera...

Avrebbe fatto dei muffin all'arancia e zenzero, radice di cui era certo il castano ne apprezzasse il sapore.

E così si circondò di ciotole, stampi e farina, gettandosi anima e corpo nel lavoro manuale nella speranza di accantonare, anche solo per un po', le proprie ansie.

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SPAZIO POLIPETTA 🐙

Ed eccoci qua con un nuovo capitolo, stavolta un poco meno leggero del solito.

Spero comunque che vi sia piaciuto e che si percepiscano le preoccupazioni di Jungkook: secondo voi come si comporterà d'ora in avanti? Avete già delle ipotesi?

Honey and Sugar [TAEKOOK]Where stories live. Discover now