La Fattucchiera Imbrogliona

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UH-UH

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UH-UH... UH-UH! 

Il sommesso bubolare di un gufo echeggiò all'interno della casa e poco dopo la porta d'ingresso si aprì con uno sgradevole cigolio.

Ad accogliere l'intirizzita famigliola ferma sulla soglia si presentò un maggiordomo magro come uno stecchino da denti e così alto, che i pantaloni del suo funebre completo color melograno gli coprivano a stento le sottilissime caviglie.

L'uomo emanava un forte odore di naftalina, aveva un colorito paurosamente anemico e gli occhi cerchiati di grigio come di qualcuno che non riuscisse a dormire un sonno sereno da alcuni mesi.

Rimase a studiare i Moffet per un buon minuto e poco prima che Eleanor perdesse la pazienza e lo aggredisse con una delle sue sgarbate battute, emise una coppia di incomprensibili grugniti e fece segno con il capo di accomodarsi.

Nonostante qualcosa suggerisse di fare retromarcia e scappar via a gambe levate, Eleanor decise di accettare comunque l'inospitale invito; le era senz'altro più insopportabile l'idea di perdere la festa più sensazionale della stagione che trascorrere ancora qualche attimo in compagnia di quel sinistro personaggio.

Si portò la pochette sotto un'ascella, sollevò il mento con fare borioso e, seguita da Romeo e i bambini, entrò circospetta nell'insolita abitazione.

L'ingresso dove ora si trovavano era illuminato dalla fioca luce di decine di candele e traboccava di strani mobili e macabri ninnoli; sul pavimento sedevano pupazzi senza testa e bambole vudù di varie forme e colori. Scaccia-incubi, zampe di gallina e code di serpenti essiccate erano appesi un po' ovunque. Un grande dispensatore di aromi in argento sbuffava ritmicamente vapore di erba cacciadiavoli. Lucertole aculeate e ragni giganti imbalsamati erano conservati sotto grandi campane di vetro poste su antichi scrigni di legno e in uno degli angoli della stanza era esposta nientemeno che una fedele riproduzione del sarcofago del famoso faraone Tutankhamon.

Romeo si allargò il colletto della camicia e iniziò a sventolarsi il viso con il cappello; una vampata di caldo sembrò, tutt'a un tratto, soffocarlo. Eleanor, con una smorfia disgustata, estrasse il suo fazzoletto ben imbevuto di colonia dalla borsetta e iniziò a disinfettare tutto quello che le era a portata di mano, mentre i ragazzi si guardavano intorno con le bocche aperte e gli occhi sgranati per la meraviglia.

«Un singolare rifugio!» esordì Romeo per rompere il ghiaccio. «Un singolare rifugio, per davvero!» e rivolse al serissimo maggiordomo il sorriso più affabile che gli riuscisse di fare.

«Guardate questa! È strepitosa!» esclamò eccitato Michael, sfiorando la mano scheletrica su cui poggiava la cornetta di un vecchio telefono a fili.

«Perché, cosa ne dici di questo?» disse Peter, indicando il portalettere ricavato dalle costole di chissà quale strano animale.

«Oh, che tenero!» esplose Kate, accarezzando il pelo impagliato di un grosso topo muschiato.

«Non toccate niente, per l'amor del cielo!» intimò Eleanor sottovoce. «Non spolverano questo posto da così tanto tempo che vedo gli acari andarsene a spasso con il carrello della spesa. Siamo fortunati se riusciamo a uscire di qui senza prenderci un malanno!»

Dralon e La Caccia al Tesoro di GoramWhere stories live. Discover now