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REMI'S POV



"So che non vuoi rispondermi, ma non posso lasciare le cose così. Ho bisogno di sapere cosa pensi. Per favore, dammi la possibilità di spiegarmi."



Ed a seguire un'altra chiamata.

È passata una settimana. Fino ad ora Keigo ha chiamato quaranta volte al giorno, in media.
Lo immagino con il telefono in mano, mentre cattura i Villain. Mi fa ridere, devo ammetterlo.

La situazione continua a tormentarmi.
Il solo pensiero della pressione delle sue labbra sulle mie mi scuote. È stato in grado di bloccarmi, e solitamente sono io a bloccare gli altri. È come se il nostro rapporto si sia improvvisamente trasformato in qualcosa di completamente diverso; qualcosa di macchiato, non più così puro come pensavo che fosse. Razionalmente so che mantenere le distanze è la scelta migliore al momento. Ho bisogno di tempo per elaborare ciò che è successo, ma la sua mancanza inizia a farsi sentire.

Avrei voglia di urlare, invece sto chiusa in camera come un'eremita, a riflettere su cosa sia meglio fare. Se ci penso ancora cinque minuti mi verrà un esaurimento nervoso.

Prima che io riesca ad alzarmi dalla sedia della scrivania, cosparsa di fogli sparsi e materie varie, alla mia porta bussa nuovamente qualcuno, per la terza volta oggi.
Eita sta rischiando la vita.

Spalanco la porta violentemente, ritrovandomi di fronte l'ultima persona che mi sarei mai aspettata.

«Ehi!» le sue iridi gialle mi colpiscono in pieno.

«Mina. Pensavo fossi Eita, stavo per urlarti addosso.»

«Perché?» mi sorride, ancora sulla soglia.

«Entra.» la invito ad entrare. «Nulla di che, mi sta col fiato sul collo in questo periodo.»

«Mh? Che è successo?»

Il suo sguardo vaga per la stanza spoglia. I fogli sparsi sembrano incuriosirla.

«Ho qualche pensiero per la testa.» sospiro, sedendomi sul letto.

«Vuoi parlarmene?» si appoggia alla scrivania, squadrandomi amichevolmente.

«Non... proprio.»

Il motivo per il quale sia qui ancora mi sfugge.

«È per Kenji?» ipotizza e la sua ipotesi mi lascia di sasso.

Eh?

«Come fai a conoscere quel nome?» corruccio le sopracciglia, cercando di capire se, oltre all'acido, non abbia qualche potere legato alla telepatia.

«Ce ne ha parlato Eita un po' di tempo fa.»

Ah, ecco. Certo che neanche lui sa tenere la bocca cucita.

«Diciamo di sì, è per lui.» mento.

Non so esattamente perché mi stia aprendo con lei. Forse è solo una questione di stress. Ho questa voglia improvvisa di raccontarle tutto di me, ma allo stesso tempo mi trattengo.
Mi limito a condividere solo una parte della verità, quella più semplice da raccontare.

«Dai, dimmi.» mi sorride, sedendosi velocemente accanto a me. È una persona davvero trasparente.

«Niente, in realtà. C'è solo stato un avvicinamento tra di noi che non mi aspettavo.» spiego. «Non avevo mai pensato a lui in quel modo.»

«Ma non stavate insieme?»

Ehm... ecco.

«È complicato. Non credere a tutto quello che dice Eita.» sospiro. Se non puoi spiegarlo, dai la colpa ad Eita, sarà tutto più facile. «Comunque... non so come prenderla. Lo sto evitando per ora.»

𝐿𝑖𝑚𝑒𝑟𝑒𝑛𝑐𝑒 | K. BakugoWhere stories live. Discover now