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KEIGO'S POV

«Se supererà quel test ed entrerà alla Yuei, sarà al sicuro.» la vocina fastidiosa del preside della Yuei mi risuona tra le orecchie, mentre la luce irrompe nella mia stanza. «Ma, se posso permettermi - aggiunge - l'avresti iscritta anche senza il suo consenso, vero?»

«Non ha torto.» un sorriso leggero si dipinge sul mio viso, per poi spegnersi subito, immaginandola scoprire la mia trappola. «L'attacco alla Ketsubutsu non è stato un caso.»

Mi siedo sul letto, coperto da delle morbide lenzuola tinte di un blu notte, mentre gioco con una delle mie piume, roteandola e facendola scivolare sulla seta.

«La sua scuola, attualmente, è il luogo più sicuro per lei.» sospiro.

«Pensavo non ti saresti arreso.»

Per quanto possa essere un animale tanto intelligente, non immagineresti mai che un esserino così piccolo e carino possa farti alterare in questo modo.

«Non mi sono arreso!» ribatto. «Sto facendo quello che ritengo giusto.»

«Per lei o per te?» Nezu mette il dito nella piaga.

«Per lei.» sibilo, alzando un sopracciglio.

La conversazione giunge lentamente alla fine, guidata dal suo essere prolisso ed eccentrico.

«Si troverà bene nei dormitori, la 3-A la tratterà bene.» è l'ultima frase che mi dice, prima di spegnere la chiamata e lasciarmi con un vuoto immenso a tenermi compagnia.

Non me n'ero reso conto: lei se ne andrà.
Se ne andrà insieme alle sue lune storte ed il suo broncio attraente.

Non trovare più i suoi vestiti in giro per casa sarà una seccatura in meno, però.

Rido del mio pensiero, falso come i sentimenti che le mostro, mentre mi fermo ad osservare l'alto soffitto colorato d'avorio, come se ci fosse scritta la risposta a tutti i miei problemi.
Un rimedio ci sarebbe, ma è troppo difficile da mettere in pratica: disinnamorarsi di qualcuno è un'ardua impresa, quasi impossibile.

Parlo del sentimento vero, io.
Un sentimento che ti divora e ti lascia senza fiato, che ti scombussola i pensieri e ti attorciglia le budella.
Non mi riferisco alla semplice cotta adolescenziale.

Non sarei dovuto finire così, ed invece eccomi qua, a fissare un soffitto che non inizierà magicamente a parlarmi, mentre mi si crea un buco nello stomaco al solo pensiero di non vederla più girare come una forsennata in giro per casa quando qualcosa non va come deve andare.

Me l'aveva detto anche Mirko.

«Te ne innamorerai.» mi aveva avvertito, circa due anni fa, la guerra era appena terminata ed eravamo alla ricerca degli ultimi sostenitori rimasti della Lega.

Camminavamo per le strade notturne, perlustrando le vie buie della città.
Come suo solito saltava qua e là, mentre mi parlava tramite l'auricolare, per non rischiare di farsi sentire fino a tre isolati di distanza.

«Innamorarmi di lei? È una ragazzina!» la rassicurai, perché in merito non avevo altro da dire.

Era solo una stupida ragazzina sostenuta che si pensava potente, che non voleva l'aiuto di nessuno dopo la guerra contro la LOV e la morte dei suoi genitori, o almeno questo era quello che dicevo in giro.
Non aveva nessuno e si ostinava ad isolarsi chissà dove.

«Pensi davvero che sia una buona idea farla vivere con te?» mi chiese, mentre faceva acrobazie su acrobazie, rischiando di rompere dei lampioni piazzati lungo la strada.

𝐿𝑖𝑚𝑒𝑟𝑒𝑛𝑐𝑒 | K. BakugoWhere stories live. Discover now