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KASTUKI'S POV

Stamattina mi sono svegliato con uno strano presentimento, insieme al bussare insistente di Kirishima.
Non è successo nulla di strano: i miei muscoli sono a posto, come al solito, le lezioni sono filate lisce, come al solito e l'addestramento è risultato più sfiancante del solito.
Eppure tra le mie tempie non mi ha mai lasciato in pace: uno stupido punto fisso che non quadrava.

L'ho estinto nel momento in cui ho visto Aizawa entrare, seguito da due comparse.

«Ragazzi, questi sono gli ex alunni della Ketsubutsu.» ci rivela senza mezze misure, con il suo solito tono martoriato, per poi scansarsi e lasciar spazio a loro. «Da oggi faranno parte della vostra classe.»

Mi sembra di tornare indietro nel tempo, un fottuto déjà-vu.
L'apertura eccessivamente stupita dei miei occhi me lo conferma: nel minuscolo ed insignificante momento in cui i nostri sguardi si incontrano, i miei ricordi impazziscono, passandomi davanti ad una velocità inaudita.
Non è cambiata di una virgola, se non per l'altezza ed il seno.
I suoi capelli bruni lasciano spazio ad un viso affilato ed uno sguardo serio, gelido, proprio come lo ricordavo.

La rivalità che provavo nei suoi confronti si manifesta nuovamente, più imponente di prima.

«Presentatevi.» suggerisce Aizawa, ed il primo a farsi avanti è l'altra controfigura, che quasi non avevo notato.

«Mi chiamo Eita Okada, piacere di fare la vostra conoscenza.» sorride come un babbeo, sfoggiando le tre cicatrici che ha all'estremità delle guance, tutte ben distanziate tra loro.

«Remi Asano, piacere mio.» sorride anche lei, e quel nome risuona tra le mie tempie.

Ohhh, ma vaffanculo, quel modo posato non è quello che ricordo io.

«Non sapevo avessi fatto il test per entrare alla Yuei, Asano-san.» Tokoyami si fa avanti, andando verso di lei.

Li osservo stringersi la mano, come se fossero vecchi amici, anche se mi rendo conto che quella parte dovrebbe essere la mia, o al massimo quella di Izuku.

«Se avessi fallito non avrei potuto vantarmene.» ride senza scomporsi, per poi imbattersi in una miriade di domande.

Kaminari e Mineta sono in prima fila, poi ci sono tutti gli altri, che stringono ad entrambi le mani con tanta enfasi.
Gli unici distanti siamo io e Todoroki, quest'ultimo osserva la scena con un mezzo sorriso, aspettando il suo turno per fare la loro conoscenza.

«Come vi conoscete, Tokoyami!?» Mineta sta piangendo.

«S-siamo nella stessa agenzia.»

«Oh quindi anche tu sei un'apprendista di Hawks!» esclama Mina.

«Esatto.» l'espressione che utilizza mi ricorda molto quella di Todoroki: tremendamente neutra, ma meno distaccata dell'originale.

Quel sorriso sereno è una misera messa in scena, nasconde la sua vera natura, è questa la differenza tra noi due: per me non esiste il buon viso a cattivo gioco, per lei è sempre stato uno stile di vita, per poi mostrarsi per chi è realmente.
Forse l'ho visto sempre e solo io quel suo lato masochista ed egocentrico.

«Ti trovo bene, Asano-san.» Izuku si avvicina a lei con falsa scioltezza, porgendole la mano. «Non so se ti ricordi di me.» le sorride.

«Ti trovo bene anche io, Mydoria.» ricambia, stringendogliela. «Una frase senza balbettare, questa mi è nuova.» ride, facendolo diventare tutto rosso.

Non è cambiato per niente, infondo.

«Ti ricordi di Kacchan?»

Cazzo.

𝐿𝑖𝑚𝑒𝑟𝑒𝑛𝑐𝑒 | K. BakugoWhere stories live. Discover now