3.0 Opportunità

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Kristen

Vidi la bionda entrare con molta calma. Quel giorno, per mia fortuna, era in anticipo. La osservai salire le scale e camminare proprio nella mia direzione. Probabilmente non mi sopportava ma, da quel che avevo avuto modo di apprendere, questo non l'avrebbe fatta rinunciare al suo posto preferito. Poco dopo di lei, anche un altro ragazzo fece il suo ingresso, restando a fissarla con un sorriso da ebete. Ciò che mi lasciò più interdetta fu che a tenere gli occhi su di lei a quel modo era l'ultima persona che mi sarei aspettata di vedere al fianco di lei, ossia Davide Zaccherelli in persona, meglio noto come Zack. Nonostante fossi lì da poche settimane, avevo sentito nominare più spesso lui che chiunque altro, e non solo nei corridoi universitari. A dirla tutta, la sua presenza chiarì subito i miei dubbi del giorno prima: sì lui e lei si conoscevano e sì lui utilizzava dei nomignoli davvero ridicoli.

Distolsi l'attenzione da lui e la riportai sull'oggetto del mio vero interesse. Quando mi passò accanto, posai con aria disinteressata il suo cellulare sul banco che occupava abitualmente, continuando a scarabocchiare figure astratte sulla copertina del mio quaderno. Questi erano i momenti in cui apprezzavo di più essere mancina. Con la coda dell'occhio la notai abbassare lo sguardo.

«Credo sia tuo. L'ho spento poco dopo la fine delle lezioni, così dovrebbe essere rimasto carico» la informai. Aggiunsi un paio di linee allo scarabocchio e mi girai con un'espressione neutra. Aprì la bocca, sul punto di dire qualcosa, ma il ragazzo la raggiunse proprio in quell'istante, interrompendola.

«Hey Zucchero, che dici, ci troviamo un posto?» propose, circondandole la vita da dietro con un braccio. Istintivamente serrai il pugno attorno alla penna.

«Vi conoscete?» domandò non appena mi ebbe notata, sollevando le sopracciglia e così dimostrando un certo scetticismo. Lei, dopo un attimo di esitazione, scosse la testa, decisa.

«No, a dire il vero non so chi sia» gli rispose, tenendo però lo sguardo su di me.

«Allora muoviti, non vorrai seguire da in piedi, spero» la esortò,facendola voltare nella sua direzione.

«Ferma tutto. Tu non segui questa facoltà, che ci fai qui?» chiese, facendolo ridere di gusto.

«Sono qui per te» rispose in modo un tantino provocante, ricevendo uno spintone da parte della bionda, che lo spronò ad uscire. Zack,invece, la trascinò con sé un paio di file più in alto, dove si sedette e la tenne bloccata sulle sue gambe abbracciandola dalla vita. Sentii un po' di trambusto, ma a quel punto avevo già smesso di guardare la scena. Sorrisi amaramente a me stessa.

Ed io che speravo di avere una chance.

Forse però non avevo nemmeno fatto così male, dato che questa si presentò, inaspettatamente, qualche ora dopo. Me ne stavo andando a casa, ancora incazzata con me stessa per aver davvero pensato che una come lei potesse mai avere anche solo a che fare con una come me quando mi sentii chiamare con un tocco leggero e molto breve sulla spalla. Mi voltai e vidi di fronte a me l'ultima persona che avrei creduto possibile, ed anche l'ultima che volevo vedere al momento. Non era colpa sua che io mi facessi delle aspettative impossibili sulla base delle quali mi costruivo delle intere contee sulle nuvole. Purtroppo però io fin da piccola avevo avuto questo stupido e sbagliatissimo visto di proiettare la mia rabbia e la mia colpa anche sugli altri. Quella volta non stavo facendo nulla di diverso. Quando mi voltai, infatti, le rivolsi un'occhiataccia che la fece vacillare per qualche secondo.

Subito rimasi delusa dato che voleva solo ringraziarmi e la conversazione si era conclusa troppo in fretta. Poi, appena ripresi ascendere le scale, fu lei a chiedermi se potesse sdebitarsi in qualche modo.

Meglio cogliere la palla al balzo, Kristen.

Per una volta la mia coscienza aveva assolutamente ragione, così approfittai della situazione per rigirarla a mio favore. Provai a provocarla un po' con lo sguardo, ma lei non sembrava reagire minimamente. Ero abbastanza certa che fosse la prima volta in assoluto in cui mi succedeva, e visto il passato che avevo avuto, era un qualcosa di estremamente straordinario. Alla fine, mi sbilanciai io nel fare il primo passo, dato che sembrava alquanto disorientata ed incerta su che cosa dire.

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