Capitolo 38

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Dove sei?
Pensi mai a me?
Pensi mai a quello
che sarebbe potuto essere?
Spero di no.
Spero di non essere
più nulla nei tuoi ricordi,
così magari
la smetterai
di rubarmi istanti.

Alyssa's pov

<<Baciami allora.>>
L'ha detto, ma io esito.
Le parole di Chantal mi bloccano.
E se lo stessi solo usando per dimenticare Nik? In fondo è questo che sto facendo.

Oh, ma vaffanculo paranoie inutili!
Mi avvicino a lui e premo le mie labbra sulle sue.
E basta.
Rimaniamo così per una manciata di secondi.
Bocca contro bocca, respiri che si fondono insieme.
Poi lui dischiude piano le labbra e io faccio altrettanto, lasciando entrare la lingua di Dorian, che accarezza piano la mia, come se fosse il suo primo bacio, come se non l'avesse mai fatto in vita sua.

Credo che questo sia il nostro primo vero bacio. L'abbiamo già fatto in precedenza, certo,  ma stavolta non è dettato da un gioco o dalla disperazione di ricordi troppo vividi e persistenti.
Stavolta ci siamo solo noi.
Dorian e Alyssa, Alyssa e Dorian.
Solo noi, nessun fantasma del passato, nessuno sfrenato desiderio di dimenticare.
Il bacio si fa più profondo e lui afferra il mento, spostandomi un po' il volto per avere un accesso migliore alla mia bocca.
Ricambio l'intensità intrecciando le dita nelle sue e posando l'altra mano sulla sua guancia.
Il mondo sotto di noi è luminoso e pieno di promesse, ma è come se fossimo persi nello spazio scuro. Siamo persi l'uno nell'altro e una cascata di brividi mi si scende lungo la schiena quando lui geme sommessamente.

<<Stellina...>> Sussurra.
<<Mmh.>> Boffonchio leccandogli il labbro inferiore. Sa ancora di caramello, ma sotto posso sentire il suo profumo di mare e fumo che mi stordisce.
<<Devo dirti una cosa. Su Nik.>>
Mi allontano da lui e lo guardo negli occhi. Non c'è più nessuna scintilla di divertimento o arroganza, solo tormento e tristezza.
<<Non mi interessa.>> Gli dico. Ed è vero.
<<Ma devi saperlo... e quando succederà tornerai da lui.>> Mi dice.

<<No.>> Rispondo ferma.
<<Sì invece, il motivo per cui ti ha allontanata...>>
Gli poso l'indice sulla bocca e lui tace, fissandomi come se fossi il suo ossigeno Fissandomi come se stesse per perdermi.
<<Dorian Sepherd.>> Sussurro.
Lui chiude gli occhi e rabbrividisce.
<<Amo quando dici così il mio nome. Mi fa pensare a tante, tante cose che vorrei farti. Ma...>>
<<Niente ma.>> Lo interrompo. La mia testa ha ascoltato tutta la frase, ma il mio corpo è andato in tilt dopo la prima parte, quella su ciò che mi vorrebbe fare.

<<Non tornerò da Nik. Sono...>> Mi mordo la lingua prima di dire ciò che pensavo.
Sono tua. Voglio gridargli, ma mi trattengo. Non ancora, forse più avanti.
<<Non tornerò da Nik.>>
Ripeto accarezzandogli una guancia. Lui abbandona il viso contro la mia mano.
<<Perché?>> Mi chiede.
<<Dammi un motivo, uno solo, per il quale non dovresti tornare dal ragazzo che amavi dopo che ti dirò che ti ama anche lui.>>
<<Lo so che lui mi ama, ma tu hai detto bene. Io lo amavo. Al passato. Ora non più. Quello che è successo tempo fa è stata colpa di quella piccola parte di me che credeva che gli sarebbe appartenuta per sempre. Ma quella parte è morta, non è Nik il ragazzo che voglio.>>

Dorian stringe la bocca e trema leggermente contro la mia mano.
<<Allora dillo!>> Mi sussurra mentre la ruota panoramica comincia a scendere.
<<Dimmi chi è che vuoi!>>
<<Lo sai già.>> Gli dico baciandogli prima un angolo delle labbra e poi l'altro.
<<Voglio comunque sentirlo uscire dalla tua bocca.>>
<<Sei tu il ragazzo che voglio.>> Esclamo e in quel momento capisco che Dorian questo lo sapeva già da tempo, voleva solo che lo capissi anch'io.

<<Contento adesso?>> Gli chiedo e lui mi sorride.
<<Non hai idea quanto.>>
Mi prende il volto tra le mani e mi bacia. Ma stavolta non c'è nulla di dolce o timido.  Si tratta di un bacio vorace, uno di quelli che servono a smorzare le grida mentre si sta venendo. La sua lingua entra prepotente nella mia bocca e io sussulto spostandomi sulle sue gambe, dove lo sento già indurirsi contro il mio bacino. 
Gemo e lui mi spinge ancora di più su di sé finché...
...la cabina si ferma con uno scossone e la porta si apre.
La coppia che prima ci ha lasciati passare si scambia uno sguardo complice, come per dirsi "e io che ti avevo detto?" e ci sorridono.

<<Forse è il caso di tornare a casa mia o tua, o dovunque ci sia un letto.>> Mi dice Dorian e io mi alzo avvampando.
<<Sì, è il caso.>>
Dorian mi prende per mano e usciamo dalla ruota panoramica schivando la gente che cammina tranquilla, ignara della passione che ci sta divorando dentro.
Arriviamo nel parcheggio che è deserto e mi siedo sul sedile del passeggero nella macchina di Dorian.
Lui mette in moto e mi guarda.
I nostri occhi si incrociano e il suo sguardo mi fa venire le farfalle allo stomaco per quanto è pieno di desiderio.

<<Vaffanculo!>> Esclama Dorian spegnendo l'auto e scendendo.
Esco anch'io, e me lo ritrovo davanti che mi spinge contro l'auto.
<<Alla faccia della pazienza.>> Ansimo quando sento le sue mani stringermi il sedere e la sua erezione premere attraverso i pantaloni.
<<Non sono mai stato un tipo paziente.>> Ammette slacciandosi la cintura e buttandola dentro la macchina attraverso allo sportello che ho lasciato aperto.
<<Dorian, siamo in un parcheggio!>> Esclamo mentre sento quel punto esatto pulsare di desiderio.
<<Ed è un problema?>> Mi chiede il ragazzo.
<<Sì. Potrebbe arrivare chiunque, magari anche dei bambini...>>

<<Non ci avevo pensato. In realtà non è che riesca a pensare a molto in questo momento a parte il tuo bel culetto.>>
<<DORIAN!>> Esclamo arrossendo.
Lui si stacca e apre lo sportello posteriore.
<<Entra.>> Mi ordina e io obbedisco senza fiatare. Mi stendo sui sedili e lui mi sovrasta in un attimo dopo aver chiuso le due portiere ancora aperte.
<<Ora non ci vedrà nessuno.>> Constata cominciando a lasciare una scia di baci infuocati sul mio collo.
Gemo di nuovo e le mie mani vanno ad aprirgli la zip dei pantaloni.
Lo tocco attraverso i boxer e lui sussulta, mordicchiandomi la pelle appena sopra la clavicola e succhiando abbastanza forte che probabilmente domani mi resterà il segno.

Gli circondo il petto con le braccia e lo spingo verso di me.
<<Sono pesante...>> Non capisco se sia una domanda o un'affermazione, quindi rispondo lo stesso.
<<No, no ti prego. Ne ho bisogno.>>
E lui allora si abbandona su di me stringendomi come se potesse andare in pezzi ad attendere un altro istante.
Le sue mani mi abbassano i pantaloni ma prima che lui possa andare avanti gli stringo i polsi e li tengo fermi. Potrebbe liberarsi in qualsiasi istante, ma non lo fa, invece mi guarda con aria interrogativa e rimane immobile, usando tutto il suo autocontrollo per restare fermo.
<<Io ti ho detto che voglio te, ma non so chi vuoi tu.>> Ansimo.

Lui scoppia a ridere in piccoli sussulti rochi.
<<Che domanda stupida. Io voglio te dal primo cazzo di momento in cui ti ho vista in quel bagno. Anche quando ero ancora un bambino ti volevo, solo che ero troppo piccolo per capirlo.>>
Gli lascio le mani e gli abbasso i boxer.
Lui mi solleva il top e mi bacia il tatuaggio sulla spalla.
Rimaniamo così per un attimo.
Un secondo necessario a capirci.
E poi i vestiti rimasti finiscono chissà dove e ci siamo solo io e lui, incastrati in un attimo eterno.
I nostri respiri si mescolano mentre gemiamo e ci muoviamo in una danza scoordinata e passionale.

Quando veniamo ognuno grida il nome dell'altro e poi lui mi bacia dolcemente.
<<Era ora che tu capissi di essere mia, Stellina.>> Sussurra sulle mie labbra.

E le stelle ci invidierannoWhere stories live. Discover now