Capitolo 8

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Se ci fosse una vera risposta alle domande
avrebbe senso porle.
Ma visto che una vera risposta non esiste a niente
è inutile spendere tempo in domande.

Nik's pov

Mi odio profondamente, e odio la ragazza stesa accanto a me ancora di più. Prenderei Florence volentieri a schiaffi, come voleva fare ieri Alya... Alya, giusto.

Vengo colto da una profonda rabbia. L'avevo vista baciare quel ragazzo, e poi i due erano spariti. Avrei voluto seguirli su per le scale e picchiare quel tipo finché non avesse implorato pietà, ma non lo potevo fare. Mi ero giurato che avrei lasciato andare Alya e non l'avrei più cercata.

Mai. Per il suo bene.

Florence accanto a me sospira nel sonno. Siamo entrambi nudi nel letto di casa sua. Dopo che avevo visto Alya e l'altro ragazzo andare di sopra ero stato colto dalla furia più cieca, avevo trascinato Florence via dalla festa, fino a casa sua, che si trovava sul lato opposto della strada, e lei non aveva protestato.

L'avevo scopata pensando ad un'altra, ad una stella che non avrei mai potuto avere e... cazzo, la sera prima per un attimo l'avevo quasi pensato. Avevo pensato di poter risolvere tutto, di poter tornare ad essere la sua galassia. Quando mi aveva baciato... il mondo era sembrato tornare sul proprio asse, a girare per il verso giusto, perché non passavo un singolo giorno della mia fottuta vita senza pensare a lei.

Al suo sorriso dolce e ai suoi occhi luminosi, due specchi di smeraldo che mostravano l'anima della creatura più bella al mondo. Una luce sembrava irradiarsi da lì dentro, una luce che non mostrava più a nessuno. A nessuno tranne che a quel ragazzo misterioso.

Per quello avevo avuto voglia di picchiarlo, perché quel sorriso volevo che fosse rivolto a me, non a lui. Ma io non lo meritavo. Non meritavo quella luce, non meritavo i suoi occhi, non meritavo la mia galassia. Mi volto e trovo Florence a sorridermi ancora mezza addormentata.

La odio. La odio con tutto me stesso, vorrei solo vederla soffrire. Mi costringo a sorriderle, perché è un altro il volto che sovrappongo al suo, altri gli occhi che mi scrutano.
<<Ciao.>> Mi dice, e io la prendo e la bacio con passione, odiando le sue labbra, odiando lei.

<<Non è un po' presto per rifarlo?>> Mi chiede, ma io me ne frego. La spingo sotto di me e le bacio il collo, per scendere poi sul seno. Chiudo gli occhi mentre lei va in visibilio. Se non la vedo posso sempre pensare che ci sia un'altra al suo posto.

La penetro e lei grida soddisfatta ondeggiando i fianchi per ottenere di più. Le mie spinte sono forti e decise, non mi interessa se le faccio male, aumento finché non mi sento venire, le attorciglio le mani intorno ai capelli, sognando che siano di una tonalità più scura, sento le sue mani toccarmi e rabbrividisco.

Mi svuoto dentro di lei e poi mi alzo. Mi rivesto in silenzio senza nemmeno salutarla e me ne vado. La odio. Per questo l'ho scelta come ragazza. è la mia punizione. Non mi interessa se la ferisco, ma Alya... lei è la mia debolezza, la mia galassia.

E preferisco averla abbandonata piuttosto che averla distrutta. Perché la mia anima ormai ha una macchia indelebile che la ammorba con la sua presenza, e nessuno può liberarmi. Nemmeno il mio sole.
Per colpa mia una persona è morta.

Cinque anni prima:

Sono in vacanza, finalmente. Penso guardando il mare sfrecciare alla mia destra. Sto guidando la moto ad una velocità esagerata, ma sono troppo euforico.

E le stelle ci invidierannoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora