L'ULTIMO VIAGGIO GUARDANDO LA LUNA ROSSA

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Bezzy si stava guardando dietro di sé.
Si sentiva terribilmente in colpa
"Non posso lasciarli lì, non è giusto!"
Il gatto era immobile, sembrava quasi una piccola statua di marmo nero. Osservava la ragazza poi comunicò nuovamente con lei attraverso il pensiero
"Non si può tornare indietro Bezzy, una volta che si esce dalla casa, la casa non ti permette più di rientrare, soprattutto quando sente che c'è un collegamento con l'esterno.
Ha provato fin dall'inizio a risucchiarti attraverso i suoi oggetti ma non riusciva a farlo.
I tuoi amici purtroppo si sono smarriti,  chi entra nel cimitero non esce più. Ma questo è più complesso da spiegare...."
Bezzy non capiva nulla di quello che il felino voleva dire
Bezzy: "cimitero? Oggetti? Non ti capisco... voglio solo svegliarmi da tutto questo"
Il gatto guardò davanti a sé, c'era la grande strada, l'uscita
Gatto: "scavalca il cancello Bezzy, ti devo portare il prima possibile dove sei... se non mi segui purtroppo diventerai parte della nebbia, come le ombre nere che ti stanno girando intorno"
La ragazza scosse la testa
Bezzy: "no, non voglio restare in questo luogo, è un inferno! Voglio tornare a casa mia"
Il gatto la guardò
" non è nemmeno l'inferno, è molto peggio  peggio.... ora corri e attraversa le sbarre di ferro, dovresti riuscire ancora..."
La ragazza lo guardò confusa
"Correre verso le sbarre di ferro? Non voglio farmi del male? Sei forse impazzito?"
Il gatto restò ad attenderla esportandola nuovamente
"Non devi pensare, devi agire! Corri e lanciati, come hai fatto con lo specchio,ricordi?, ma devi volerlo"
Bezzy si guardò indietro un'ultima volta.
La casa sembrava emanare ancora più nebbia. Mani trasparenti sembravano battere freneticamente contro ad ognuno vetro di ogni finestra facendo schizzare del sangue ad ogni colpo.
Poi, più su, in una delle finestre dell'ultimo piano, un volto la stava osservando.  Un viso di bambina con boccoli biondi la stava fissando con rabbia.
Bezzy si sentì attraversare da una sensazione strana, inquietante, distolse immediatamente lo sguardo, guardò il cancello, chiuse gli occhi e corse.
La sua immagine si frammento', era come se avesse oltrepassato qualcosa di inconsistente, si sentiva come un formicolio in ogni punto del corpo, poi, cosa ancora più strana, sentiva l'aria sul viso. Si era resa conto che fino a quel momento non aveva sentito l'aria, né la sensazione sulla pelle né l'odore.
L'aria per Bezzy sapeva di aria, era difficile da spiegare.
Poi aprì gli occhi, era fuori. Fuori da quella casa, fuori da quel cancello, ai suoi piedi c'era il grande gatto nero che la guardava
"Sei riuscita! Ora mi devi seguire e li deciderai poi tu che fare..."
Bezzy era piuttosto confusa dalle parole del gatto, sembrava non volerle spiegare nulla di più
Bezzy: "ho paura a chiederti dove ti devo seguire... ma qualsiasi altro posto è sicuramente meglio di questo inferno di nebbia e anime... però i miei amici?"
Il gatto iniziò a muoversi facendo strada alla ragazza
"Io non posso fare più nulla per loro... la casa li ha presi.. "
Bezzy guardò il cielo, la luna era rosso sangue, enorme, la nebbia si stava diradando

Continua....

LA CASA, LA NEBBIA E IL GATTO Where stories live. Discover now