L'OMBRA

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Il vento tirava forte, e la notte di quell'Halloween era come se non volesse mai terminare.
Tutti gli altri erano ritornati.
Ogni persona o bambino aveva riposto il suo costume nell'armadio e si ci preparava per andare a dormire.
Ma qualcuno ancora non era tornato.
La casa era ancora lì, ricoperta da una fitta coperta di nebbia umida e pungente.
Non c'erano luci visibili al suo interno.
Era tutto tremendamente buio e lugubre.
Una cripta forse, luogo senza tempo né ricordo.
Loy si trovava lì, piccolo, piccolissimo.
Sembrava essersi rimpicciolito.
Correva come un matto, cercando di raggiungere la porta ma tornava sempre al punto di partenza.
Dentro ad una casa delle bambole.
Non sapeva come c'era finito.
Dopo che la porta di quella stanza si era chiusa dietro di lui separandolo dagli altri si ricordava solamente di aver aperto gli occhi e di essersi ritrovato dentro una stanzina per arredata.
Un occhio gigante lo fissava da una delle piccole finestra della casa giocattolo.
Insistenti risate di una bimba sembravano avvolgere quella casetta.
Guardò fuori dalla piccola finestra e fu lì che vide qualcosa di incomprensibile.
Una bimba con i boccoli biondi, era su un cavallino a dondolo, giocava, rideva.
Ad un certo punto un'ombra nera la circondo', avvolgendola interamente.
Ne uscì subito dopo con fattezze inquietanti.
Aveva gli occhi fissi, vuoti, la pelle bluastra e camminava con estrema velocità spostandosi da una parte all'altra della stanza.
Poi raggiunse la casa giocattolo.
Il suo respiro era affannoso. Sembrava piangere, chiamava la mamma con una voce strana.
Poi aprì la porticina della casa.
Loy cercò di nascondersi ma venne avvolto da quella stessa ombra che lo strinse così forte da fargli perdere i sensi.
Si risvegliò senza però riuscire a muoversi.
Si spostava ma non era lui a camminare.
Si sentiva trasportato, cercò di guardarsi intorno ma la sua testa era rigida, così come le sue braccia e il suo corpo.
Solo dopo capì.
Riposto sopra un mobile, Loy era entrato non si sa come dentro una bambola.
Diverse ombre lo presero su, risate e ancora risate di una bambina
"Nessuno vuole mai giocare con me.... finalmente ora potrò giocare!"
Loy restò a guardare attraverso quei occhi di vetro di una bambola mentre le mura di quella stanza trasudavano sangue e muffa.

LA CASA, LA NEBBIA E IL GATTO Where stories live. Discover now