CAPITOLO 7

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Pov di Ivan della stessa giornata

La scorsa notte non ho chiuso occhio.
Non riuscivo a smettere di pensare ad Ariane. Alle sua bellezza, le sue labbra..No Ivan. Non devi, e ripeto, non devi, innamorarti di quella donna.

Mi farebbe andare di volta il cervello e per di più è una stronza senza sentimenti.

Però quando l'ho guardata negli occhi sembrava che anche lei provasse qualcosa.

Ma non era possibile, mi odiava a morte, e ammetto che un po' le sue ragioni le aveva. In passato mi sono comportato da idiota, ma anche lei non era di certo un angioletto.

Ma in questo momento non capivo cosa provavo tra odio e amore.
Però non mi devo illudere. Se provassi veramente qualcosa verrei scaricato e non aveva nemmeno senso provarci.

Venni interrotto da un rumore.
Qualcuno aveva bussato alla porta.

Un po' di pace mai?.

«Avanti» dissi scocciato appoggiando la nuca contro il poggia testa.

Entrò un ragazzo riccioluto con gli occhiali fin troppo grandi per la sua faccia e snello.
Era Michael, ci misi un po' a ricono
scerlo.

«Ciao Michael! Che cosa ti porta qui?».

«Ciao Ivan! Io dovrei darti questa» disse porgendomi una giacca. La mia giacca. Quella che avevo dato ad Ariane. La presi e la misi sulla parte libera della scrivania.

«Come fai ad averla tu?» chiesi, ma probabilmente gliel'ha data lei per evitare di vedermi, mi venne da ridere a questa cavolata ma mi trattenni.

«Oh, l'ho trovata su una sedia alla reception e ho visto che era di una marca abbastanza costosa e ho pensato potesse essere tua. Sei l'unico così ricco qui dentro da potersela permettere» disse sorridendo nervosamente e sfregandosi la mano dietro la testa.

Annuii, ma sapevo che stava mentendo. Non è bravo a dire bugie e poi se avessi perso una giacca me ne sarei accorto. Probabilmente voleva difendere la sua amica non dicendo niente riguardo a lei e non sapeva che scusa inventarsi sul momento.

«Va bene, grazie allora. Ci vediamo».

«Arrivederci» disse lui scappando a gambe levate da questa stanza.

Presi di nuovo la giacca e la annusaii. Aveva ancora il suo profumo.

Però pensai di nuovo al fatto che me l'avesse fatta portare da un'altra persona e non da lei stessa. Aveva paura di vedermi?.

Cercai di non pensarci e ripresi a concentrarmi sul lavoro.
Dovevo pensare anche a come dire alla mia famiglia che mi ero lasciato e che avrebbero dovuto aspettare ancora un po'. Ma dovevo aspettare ancora qualche giorno per comunicarglielo o non sarebbe stato credibile dopo tutta quella storia.
E non mi rimaneva che sperare che prima di allora non mi avrebbero chiesto di vederla nuovamente.

***

«Tesoro».

Sentii una voce fuori dalla porta e l'attimo dopo qualcuno bussò.

«Avanti» dissi seccato e da sdraiato mi alzai a metà busto. Mi stavo rilassando guardando il telefono.
Rilassando è una grande parola, dato che stavo leggendo le milioni di mail che mi mandano le ammiratrici.
Ovviamente la maggior le ignoravo o ci avrei impiegato giorni interi.

Entrò una figura, una donna.

«Ah, sei tu mamma».

«Si risponde così a tua madre? Comunque sono venuta qui per chiederti se potevi portare di nuovo la tua ragazza. Ci piacerebbe organizza
re un pranzo solo voi, io e tuo padre».

Cazzo. Ero fottuto.

Il primo motivo era che non io non volevo vedere Ariane e sicuramente varrà lo stesso per lei.
Il secondo era che loro non dovevano rivederla, se l'avessero presa per simpatia come avrei potuto dire che non stavamo più insieme? Sembra semplice ma non lo è quando si parla dei miei genitori.

«Ehm..Va bene, le scriverò» dissi per farla andare via.

«Ok tesoro, ci vediamo a cena più tardi» e uscì dalla stanza.

Forse le avrei scritto veramente.
Presi il telefono. In fin dei conti tentar non nuoce.

A: Ariane.

Ciao, scusa il disturbo. Ti volevo chiedere se fossi disposta a venire di nuovo a casa mia, i miei genitori vorrebbero organizzare un pranzo con solo noi 4.
Fammi sapere.

Mi salì l'ansia. Se mi avesse risposto male non l'avrei più guardata in faccia. Avrei cambiato lavoro e mi sarei anche trasferito in Irlanda. Mi sarebbe piaciuto vivere lì, o anche solo farci una vacanza.
Passai i minuti successivi guardando il vuoto pensando alle sue possibili risposte o reazioni.

Okay, dovevo smetterla di preoccu-
parmi così tanto. Dov'era finito l'Ivan di sempre che se ne fregava delle opinioni altrui e non si faceva tutti questi problemi inutili?.

Era ora di cenare quindi mi schiarii le idee e mi diressi verso la sala da pranzo.

Chissà se aveva già visto il messaggio ma lo aveva ignorato per farmi un dispetto o perché non aveva intenzione di fare un bel niente.

Fine pov di Ivan

Fidanzati ProvvisoriWhere stories live. Discover now