CAPITOLO 5

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Pov di Ivan

Finalmente i miei parenti finirono di fare domande.
Erano sempre stati insopportabili ma stasera avevano superato il limite.
Stavo per alzarmi e andarmene.
Non ho mai avuto dei bei rapporti con tutta la mia famiglia in realtà, tranne che con mia madre e mia nonna.
Erano le uniche due persone che mi capivano.
A mio padre invece non fregava quasi nulla di me.

Finito di mangiare ci alzammo tutti dal tavolo.

Presi nuovamente Ariane per mano e la condussi alla sala da ballo.
Lei ricambiò senza esitare.
Stasera mi stava proprio stupendo.
E forse anche io stavo stupendo lei, ma soprattutto me stesso.

Misero "Thinking out Loud" di Ed Sheeran.

«Vorresti concedermi un ballo?» chiesi ad Ariane.

Lei mi guardò stupita, quasi incantata e annuì.

Si mise davanti a me e appoggiò una mano sulla mia spalla e con l'altra strinse la mia mano.
Io invece la mano libera la misi sul suo fianco sinistro.

Cominciammo a ballare lentamente al centro della pista.

I suoi occhi verdi erano bellissimi.

Non ci avevo mai fatto caso prima.

Erano chiarissimi e con la luce brillavano più dei diamanti.

Le sue labbra erano rosee e carnose ma non troppo, insomma, perfette.

Appoggiò la testa al mio petto, quindi io di conseguenza appoggiai il mento alla sua nuca.

I suoi capelli neri e folti profumavano di vaniglia.

Rimanemmo così per un po'.

Forse eravamo entrati un po' troppo nel ruolo.

Si allontanò da me.

Avrei voluto fosse rimasta di più.

«Oh, scusa. Non era mia intenzione. Sono solo stanca dopo tutti gli avvenimenti di stasera» disse scusandosi.

Ci rimasi un po' male.

«No, ma figurati, ci sta dopotutto. La mia famiglia è insopportabile molte volte. Vuoi andare in un luogo più tranquillo?».

Annuì.

«Allora seguimi».

La portai nel giardinetto sul retro.

«Chiudi gli occhi, dammi la mano e lasciati guidare da me, fidati».

«Fidarsi è bene non fidarsi è meglio dicono» disse lei con una risatina.

«Non fare la guastafeste per una volta che provo a essere gentile».

Rimase in silenzio.

«Mh...Va bene. Ma non farci l'abitudine perché non succederà più!» esclamò.

«Attenta al gradino»

«Di qua»

«Bravissima, ci siamo quasi».

«Puoi aprire gli occhi».

Lì aprì e fece una faccia sorpresa.

L'avevo portata nel posto dove venivo sempre da bambino per rifugiarmi.
Per prima cosa guardò il cespuglio di rose rosse e bianche che ci circondava, poi l'altalena in un angolo e il sentiero che portava alla piscina dall'altro lato, con attorno le luci.

«Ti piace?».

«É...Wow...».

«É il posto più tranquillo che c'è. Vuoi andare sull'altalena? Ti spingo io?».

«O-Ok» mi rispose ma rimase accigliata.

Si sedette e io la iniziai a spingere lentamente.

Il vento le scompiglió i capelli.

La presi in braccio a modo di sposa e mi diressi verso la piscina.

«Cosa stai facendo?!» esclamò.

«Una cosa che tu non vorresti ma che io muoio dalla voglia di fare».

«Non è quello che penso, vero?».

«E invece sì».

«No! No, no, no, no!» urlò.

Arrivato davanti al bordo la buttai in acqua.

Tolsi la giacca, la buttai per terra e mi sdraiai a pancia in giù attendendo che risalisse.

«Sei uno stronzo!».

«Scusa ma era più forte di me» dissi ridendo.

«Ora tocca a te!».

Mi prese per il braccio, mi tirò verso di lei e finii dentro anche io.

«Soddisfatta della tua vendetta?».

«Molto» disse sorridendo.

Misi la mia mano sulla sua guancia e d'istinto la baciai.

Lei inaspettatamente ricambiò il bacio.

Come avevo pensato le sua labbra erano morbide e non mi era dispiaciuto ciò che avevo fatto.

Dopo circa una decina di secondi si staccò.

«Cosa stiamo facendo?» disse e uscì dalla piscina.

La seguii.

«M-mi dispiace, non era mia intenzione. Facciamo finta che non sia successo nulla» dissi provando a scusarmi.

«Sí» disse semplicemente.

Presi la mia giacca in mano e presi un fazzoletto che era dentro la tasca.

«Tieni. Asciugati con questo e mettiti la mia giacca o morirai di freddo».

Lei accettó e cominciò ad asciugarsi.

«Grazie» e indossò la mia giacca.

«Ti riaccompagno a casa» dissi timido.

«Ok» disse a bassa voce.

Mi chiesi cosa avesse provato.
Le era piaciuto come a me? Mi odia di più ora?.

Fine pov di Ivan

Fidanzati ProvvisoriWhere stories live. Discover now