Intervista a Nicoletta Bosio

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1 - "Oltre l'ultimo passo" è il tuo ultimo libro, giusto? Ce ne parli brevemente?

Certo! Si tratta di un libro molto complesso, dove i sentimenti sono lame affilate che squarciano la quotidianità dei protagonisti, soprattutto dei due bimbi, Sally e Jem, due fratellini abbandonati dalla mamma che vivono con la nonna. Purtroppo Sally è da sempre molto gelosa del fratellino e fa di tutto per assoggettarlo alla propria volontà. Il risultato è che Jem diventa quasi succube della sorella, almeno fino a quando non scopre l'amore per la danza, che sembra la via di fuga che può donargli la serenità che cerca. Sfortunatamente, però, Jem non sarà mai del tutto sereno, anche perché alcuni fantasmi del passato verranno a tormentarlo togliendogli la ragione...

2 - Oltre a questo volume hai scritto numerosi altri libri, 6 se non sbaglio. Questo significa che fai la scrittrice come lavoro primario?

Sette, per la precisione, ma purtroppo non significa che sia una scrittrice di professione.

3 - Considerando il grande numero di volumi, la curiosità è d'obbligo: Quante copie vendi? E qual è il libro che ha avuto maggiore successo?

Non vendo molto perché non sono brava a promuovermi e le case editrici aiutano ben poco in questo. In ogni modo, il libro che ha venduto di più sembra essere "La vita allo specchio", una sorta di seguito de "Il cerchio chiuso", al quale è collegato pur non essendo obbligatorio leggerli entrambi per capirli.

4 - Da dove nasce l'esigenza di scrivere?

Per rispondere a questa domanda dovrei tornare molto indietro nel tempo, a quando ero bambina. Già allora scrivere mi aiutava a sopportare le negatività della vita.§
Crescendo è diventata una necessità, come respirare.

5 - Che lavoro fai? Se non è la scrittrice ovviamente :)

Sono editor e correttrice di bozze, nonché valutatrice editoriale.

6 - Parlami della tua passione più grande. Non importa sapere di cosa si tratti (magari non lo vuoi dire e non è la scrittura), mi interessa sapere cosa ne ricavi. Cosa provi quando la pratichi e quando non ti è possibile farlo?

Posso tranquillamente dirti di cosa si tratta: insieme alla scrittura ho altre due passioni equivalenti, una abbastanza ovvia, l'altra meno. La prima è la lettura: quando mi immergo nella trama di un libro niente può distrarmi, potrebbe crollare il mondo che io starei lì a seguire le vicende dei miei amati personaggi. Quando non riesco a leggere (e ultimamente capita spesso) mi innervosisco al punto da ricavarmi anche solo qualche minuto tra un impegno e l'altro. Non è raro vedermi con un libro in mano appena sveglia o mentre aspetto che cuocia la pasta, per esempio.
L'altra mia grande passione è il teatro. Quando recito non imito qualcun altro, come molti asseriscono, ma vado alla ricerca di quella parte di me così diversa da me da essere più vera del richiesto. Questo perché ognuno di noi può provare qualsiasi sentimento umano, anche quello che ci sembra impossibile, dobbiamo solo immedesimarci nella situazione che lo ha scatenato. Se non c'è niente nella nostra vita, nei nostri ricordi e nel nostro vissuto ovviamente è più difficile, ma giuro che ci si riesce... e quando questo accade è una vera catarsi.
Quando non posso recitare cerco di ricordare vecchie parti che ho interpretato, ma rimango sostanzialmente insoddisfatta di me stessa, come se mi mancasse un pezzo.

7 - Cosa ti fa paura?

Io stessa, mi faccio paura, più di tutto il resto. Sono la peggior nemica di me stessa.

8 - Libero arbitrio o destino?

Sono un'inguaribile fatalista.

9 - Hai pubblicato sia in self che attraverso case editrici, giusto? Ci racconti le varie esperienze e quali sono i pro e i contro?

I primi libri li ho pubblicati in self per il motivo di cui parlavo nella risposta precedente, non credevo in me. È sicuramente appagante perché nessuno giudica il tuo lavoro. Lo scrivi, lo carichi su una piattaforma e il gioco è fatto. Passare per una casa editrice presuppone uno step in più: qualcuno deve leggere e giudicare il tuo libro, qualcuno deve metterci mano perché un editing, anche leggero, ci vuole sempre. Però sentirsi dire che la storia è piaciuta, che scrivi bene e che la signora casa editrice è ben contenta di pubblicare il tuo lavoro è un'emozione senza pari. Inoltre essere pubblicato da una ce dà più possibilità di partecipare a concorsi o di essere riconosciuto come "scrittore". Purtroppo in Italia ci sono ancora molti pregiudizi al riguardo: se uno non ha pubblicato con una ce, è perché è un incapace. Questo è ciò che pensano molti lettori, impedendo di fatto a tanti bravi scrittori di avere una possibilità e di emergere.
Il contro, in entrambi i casi, è sempre la promozione, grosso scoglio di tutti gli autori emergenti.

10 - Stai lavorando ad altro, al momento?

Sì, sto scrivendo la mia nona fatica... riuscirò mai a finirla?

11 - Cosa farai da grande?

La scrittrice!

12 - Chi è Nicoletta?

Una sognatrice, una persona ansiosa, un'amante degli animali, della musica e del buon cibo, follemente innamorata di suo marito e in costante conflitto con se stessa, sempre convinta di non essere all'altezza dei compiti che le vengono affidati (o che lei stessa si dà).
Per contro risulta simpatica, solare e spensierata... ma solo dall'esterno.

13 - Un consiglio per chi volesse pubblicare il primo libro?

Come prima esperienza consiglio a prescindere il self, perché confrontarsi con il difficile e spietato mondo dell'editoria è complicato. Affacciarsi dalla finestra del self permette di iniziare a capire come funziona per poi prendere confidenza e "acchiappare il toro per le corna".

14 - Sei sia correttrice che editor? Ce ne parli?

Volentieri. La mia fissazione per i refusi e la mia pignoleria mi hanno portata a voler aiutare i colleghi scrittori a migliorare i propri testi. Questo non comporta mai, da parte mia, uno stravolgimento dello stile, rispetto sempre molto la voce dell'autore, ma mettere il vestito della festa alle nostre parole può renderle più accattivanti agli occhi delle case editrici... e anche – soprattutto – ai nostri, inoltre gli autori alle prime armi possono imparare un po' di trucchi del mestiere da chi è un po' più esperto.

15 - Cosa ne pensi di editor che si fanno pagare poco ma poi lasciano errori nel testo?

Questo è un tasto dolente, perché dipende... se è incuria non ho pietà, ma a volte dipende dalle condizioni di lavoro cui sono sottoposti. Molte case editrici si avvalgono di editor che sono obbligati a fare tutto: editing, correzione di bozze, impaginazione, il tutto per pochi euro. Sfido che non fanno un lavoro di fino...

16 - Come si scrive "bè" Beh? Be'? (inteso come allora, dunque...)

In teoria "bè", ma poi ogni casa editrice ha il proprio normario redazionale, che è una sorta di vademecum per editor e correttori di bozze che stabilisce come quella data ce vuole che vengano scritte determinate parole, ivi comprese le sigle, le abbreviazioni, i segni grafici ecc...

17 - Ti senti più un'autrice o una paziente in terapia, a causa di queste domande?

Un'autrice in terapia :-))

18 - "crazymaude", cosa ci dici al riguardo?

È uno pseudonimo che ho scelto anni fa. Viene dal film "Harold e Maude". Parla di un giovane inglese di famiglia ricca, orfano di padre e con una madre assente ma assillante che vuole programmargli la vita. La sua reazione è mettere in scena dei finti suicidi per farla indispettire (lei non si spaventa neanche più perché ormai sa che sono finti). A un certo punto, Harold incontra Maude, una vecchietta arzilla che gli insegna a vivere e a essere felice. I due si innamorano, ma il finale è amaro. Ecco, io ammiro molto Maude, una donna forte, capace di fare pazzie ma nello stesso tempo di lottare per ciò in cui crede.

Fautore d'AutoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora