Intervista a Daniela Stallo

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1- "Winday"Di cosa si tratta, quando lo hai pubblicato e dove possiamo trovarlo?

"Winday" esce alla fine dello scorso settembre, è ambientato a Taranto, di giovedì santo, un wind day, un giorno di vento, quando il maestrale investe la fabbrica e sposta le polveri sottili. Lucrezia Saniva, fotografa per passione e commessa in una cartoleria per sbarcare il lunario, vive sola in una casa degli spiriti e dialoga col fantasma del commissario Maigret. A mezzanotte, prima della processione dell'Addolorata, un attentato all'Ilva ferma la città, i riti della Settimana Santa e colpisce alcuni membri della famiglia Volk, simbolo del gruppo siderurgico. Le indagini del dottor Iacovelli, col quale Lucrezia collabora, si indirizzano prima verso il gruppo che negli anni Settanta aveva fallito un attentato all'Italsider, poi verso esponenti di associazioni ambientaliste. Tra rigurgiti di terrorismo, un furto al Museo e un'antica narrazione collettiva, si snodano storie personali sullo sfondo di una città e di una fabbrica.

Vorrei dire che questo libro è un'opera di narrativa, non un saggio, non un'inchiesta, non ne ha le velleità. Volevo raccontare una storia, delle storie. Raccontare con una voce diversa il rapporto che ha Taranto con l'Ilva, raccontare la città, una storia d'amore, e uno strano maigret che passeggia sulla marina.

Sono invece reali gli attentati all'Italsider degli anni Settanta, un un buon avvio per il racconto dove l'Ilva è solo un palcoscenico.

Il romanzo è disponibile in tutte le librerie e nei negozi online.

2) Da dove nasce l'dea di scrivere un libro?

L'idea di scrivere "UN" libro. Ho sempre scritto. La prima volta, avevo sette anni, scrissi una recita teatrale nella quale Arlecchino e Colombina scappavano e si giuravano amore eterno in maniera piuttosto diretta. La recita fu rappresentata per Carnevale davanti a una platea interdetta di genitori e nonni e il direttore chiamò mia madre, che insegnava nella stessa scuola, per dirle di mettermi un freno. Pure la maestra, credo, non se la passò bene.
Ho scritto per i giornali cittadini, quotidiani e settimanali, di questioni amministrative locali, di letteratura, tradizioni e Santi, sul giornale diocesano. Col tempo, con i tempi dell'editoria, è arrivata la pubblicata del primo libro e poi dei successivi.

L'dea di scrivere "QUESTO" libro. È stata una genesi plurima. Se penso a come è nata l'idea del romanzo potrei dire che venuto dal "ti immagini se": ti immagini se quello a cui siamo abituati, a un certo punto, non accadesse, senza spiegazione, senza preavviso. Ti immagini se a un certo punto l'Ilva, per incanto, si spegnesse? Ti immagini se la processione del giovedì santo a Taranto non uscisse? Pensavo questo, quando sapevo che solo la guerra l'aveva fermata e non immaginavo che il Covid ci sarebbe riuscito di nuovo.

Il "ti immagini se" è rimasto lì. Avevo già trovato dei manoscritti, anni prima. Poi un amico, studioso di storia locale, mi parlò degli anni Settanta all'Italsider di Taranto. Ho fatto delle ricerche. Giornali dell'epoca, qualche pubblicazione. Gli anni Settanta sono quelli, i fatti li ho modificati, scompigliati, ma sono rimasti una buona traccia e le cose si sono incastrate in un'idea unica.

3) Hai pubblicato altro in passato?

Non considerando gli articoli pubblicati come giornalista, ho pubblicato un libro di racconti per ragazzi "La città sul mare" (Le brumaie editore) e "Bruciati vivi" (Arkadia).

4) Stai lavorando ad altro, al momento?

Sì, a un altro noir ambientato a Taranto, stessi protagonisti (compreso il fantasma di Maigret), storia differente. E a un libro che di noir, invece, non ha proprio nulla.

5) Chi è Daniela?

Rispondo con dei versi di Dietrich Bonhoeffer, mi piacciono molto. Inquieto, nostalgico, malato come un uccello in gabbia/bramoso d'un respiro vivo come mi strozzassero alla gola/affamato di colori, di fiori, di voci d'uccelli/assetato di parole buone, di presenza umana/tremante di collera davanti all'arbitrio/ e alla più meschina umiliazione/roso per l'attesa di grandi cose/impotente e preoccupato per l'amico ad infinita distanza/stanco e vuoto per pregare, per pensare, per creare/esausto e pronto a prendere congedo da tutto.

Fautore d'AutoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora