ANCHE EMILY È FRANCESE

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P.O.V EMILY

Martedì pomeriggio, dopo il suono della campanella, ero in piedi di fronte al mio armadietto, su cui erano sempre attaccati i vecchi adesivi dell'anno precedente- USA Swimming. Liv Tyler truccata da elfa Arwen e un magnete con su scritto "farfallina nuda". Il mio ragazzo, Ben, mi gironzolava intorno.
"Vuoi fare un salto da Wawa?", mi chiese. La giacca della squadra di nuoto della Rosewood mi penzolava lungo il corpo dinoccolato, mentre i capelli neri erano un po' spettinati.
"No, sono a posto", risposi. Dato che gli allenamenti iniziavano alle tre e mezza dopo la scuola, noi nuotatori in genere rimanevamo alla Rosewood e spedivamo qualcuno da Wawa a prendere panini imbottiti, tè freddo, barrette di riso soffiato o noccioline caramellate prima di affrontare un milione di vasche. Un gruppetto di ragazzi si fermarono per salutare Ben, prima di dirigersi verso il parcheggio. Spencer Hastings, che l'anno precedente frequentava lo stesso corso di storia di Ben, fece un cenno con la mano;Che io contraccambiai, prima di realizzare che Spencer si stava rivolgendo a Ben, non a me. Era difficile credere che, dopo tutto quello che avevamo passato insieme e tutti i segreti che avevamo condiviso, adesso ci comportassimo come estranee.
Dopo che tutti se ne furono andati, Ben si girò e aggrottò le sopracciglia. "Ti sei messa la giacca. Non ti alleni oggi?" "Uhm". Chiusi l'armadietto e inserii la combinazione. "Sai quella ragazza che ho portato in giro oggi? La riaccompagno a casa, dato che è il suo primo giorno".
Ben fece un sorrisetto compiaciuto. "Be', ma che dolce che sei. I genitori degli studenti nuovi di solito pagano per fargli fare un giro, ma tu lo fai gratis".
"Figurati!". Dissi sorridendo, un po' a disagio. "Sarà una camminata di dieci minuti appena".
Ben mi guardò, annuendo per un po'.
"Che c'è? Sto solo cercando di essere gentile".
"È carino", rispose Ben, sorridendo. Distolse gli occhi da me per posarli su Casey Kirschner, il capitano della squadra maschile universitaria di wrestling.

Maya spuntò un minuto dopo che Ben era sceso dalle scale laterali per raggiungere il parcheggio degli studenti; indossava un giubbotto di jeans bianco sopra la maglietta della Rosewood e infradito Oakley, le unghie dei piedi senza smalto. "Ehi", disse.

"Ehi". Cercai di apparire allegra, ma in realtà non mi sentivo a mio agio. Forse avrei dovuto semplicemente andare agli allenamenti con Ben. Era davvero così strambo accompagnare Maya a casa e indietro? "Pronta?", chiese Maya.

Attraversammo il campus, che di fatto era costituito da un pugno di edifici vecchissimi che si snodavano lungo una tortuosa stradina secondaria di Rosewood. C'era persino una torre dell'orologio in stile gotico che batteva le ore. Per prima cosa, le avevo mostrato tutte le dotazioni standard di una scuola privata, facendole vedere poi le cose carine della Rosewood Day che di solito avresti dovuto scoprire da solo, come la pericolosa toilette delle ragazze nei bagni del primo piano che talvolta schizzava tipo geyser, il posto segreto sulla collina dove i ragazzi andavano quando saltavano la scuola(non che io l'avessi mai fatto) e l'unica macchinetta della Rosewood che distribuiva coca alla vaniglia, la mia preferita. Avevamo persino fatto una battuta sulla castigata modella raffigurata con il sedere scoperto sui poster antifumo appesi fuori dall'infermeria. Era piacevole condividere di nuovo una battuta con qualcuno.

Mentre tagliavamo attraverso un campo di mais abbandonato dirette verso il quartiere di Maya, esaminai ogni singolo dettaglio della sua faccia, dal naso insù alla pelle color cioccolato, al modo in cui la collana non riusciva ad'adattarsi al suo collo. Le nostre mani iniziarono a battere l'una con l'altra quando allargavamo le braccia.

"Qui è tutto così diverso", disse Maya, annusando l'aria. "Sa di detersivo per la casa!". Si tolse il giubbotto di jeans e si tirò su le maniche della camicia. Io mi toccai capelli, desiderando di averli belli e ondulati come quelli di Maya, invece che lisci e danneggiati dal cloro. Presi inoltre un po' più coscienza del mio corpo più di quanta ne avessi di solito; un corpo forte e muscoloso, non più esile come in passato. Di solito non mi sentivo tanto consapevole di me stessa, neanche quando ero in costume, ossia praticamente nuda.

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⏰ Last updated: Jul 26, 2016 ⏰

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Giovani,Carine e Bugiarde. IncredibiliWhere stories live. Discover now