Capitolo 1:

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"Però sai una cosa?", disse Niall interrompendo il flusso dei miei pensieri, "Cosa?", chiesi confuso, "Ora potrai vantarti di essere un boss!", scherzò, voleva tirarmi su il morale ma stava fallendo miseramente.

"Niall non è divertente.", risposi abbassando lo sguardo sulle mie mani, quella scena continuava a ripetersi all'infinito, non avrebbe mai smesso.

"Lo so Lou, era solo per tirarti un po' su il morale. So che è difficile tutto questo, e ti capisco; per quanto può sembrare strano posso riuscire ad immaginare cosa tu stai provando.", aggiunse cercando di sorridere, "La polizia mi troverà.", dissi di punto in bianco realizzando quello che avevamo fatto tutta la notte per nascondere le mie tracce.

"No Louis, non ti troveranno.", cercò di rassicurarmi lui abbassando il finestrino della mia macchina, "Niall sono un fottuto criminale. Mi troveranno per aver ucciso quel ragazzo."; appoggiai la faccia sul volante senza però far suonare il clacson.

"Non sei un criminale Lou."

"È come lo chiameresti 'Uccidere una persona'? No perché a me non viene in mente altro!"

"Lo hai fatto per difenderti."

"Difendermi da cosa esattamente?", chiesi con rabbia e lui rimase zitto. Nemmeno lui sapeva la risposta.

"Stai lontano da me finché sei in tempo. Non voglio che tu venga a farmi compagnia in una cella."

"Non dire cavolate, primo non me ne andrò, secondo tu non finirai in prigione."

"Anche nei migliori film l'assassino viene sempre beccato."

"Non sei un assassino.", sussurrò appoggiando la mano sul mio braccio, "Non sei d'aiuto.", ribattei scuotendo la testa, "È la verità. Amico guardami.", impose prendendomi il volto fra le mani, "Non. Sei. Un. Assassino.", scandì per poi lasciarmi andare.

"Lo sono invece! Niall guarda la realtà, ho appena ucciso un uomo! Sulla mie mani c'è ancora il suo sangue.", urlai cercando di non crollare adesso.

"Dobbiamo solo trovare un alibi che possa reggere. Ce la faremo a superarlo, lo supereremo insieme come ogni altra volta."

"Questo è diverso Niall. Non è un semplice gioco, non è uno stupido telefilm stile CSI. È molto di più! È la cosa più sbagliata che è mai esistita al mondo, non me lo perdonerò mai."

"Non volevi farlo ok? Lo sappiamo entrambi."

"Tu non eri presente quando è successo."

"Ma me lo hai raccontato."

"Posso aver mentito."

"Non mentiresti mai su qualcosa di così delicato."; mi conosceva così bene da far paura, "Hai ragione.", sussurrai sconfitto.

"Ora possiamo entrare a casa?", chiese appoggiandosi alla portiera, annuii e uscii. L'aria fredda della mattina mi colpì facendomi venire un brivido ma non ci feci caso e seguii Niall in casa sua.

Rimanemmo un po' a guardare la televisione e finalmente riuscii a dimenticare tutti quei pensieri.

"Ultime notizie.", tuonò la solita signora bionda del telegiornale, "Durante la notte, è stato ucciso un ragazzo.", aggiunse e io sbiancai iniziando a scuotere il mio amico per farlo svegliare.

"Ci sono! Che sta succedendo?", chiese confuso guardandosi intorno, gli feci notare il telegiornale, si coprì la bocca con le mani, "Louis non sei un assassino."; più lui lo ripeteva più mi convincevo del contrario.

"Niall apri gli occhi. Sono sul telegiornale!", quasi urlai nel pieno di una crisi isterica, stavo impazzendo.
Letteralmente.

"Dai dormiamo ora.", concluse spegnendo il televisione per poi coprirsi con le coperte, mi sdraiai ma non riuscii a chiudere occhi.

La sveglia iniziò a suonare facendomi sobbalzare, il mio migliore amico si girò cadendo dal letto e finalmente riuscii a ridere di gusto. "Ehi!", esclamò tirandosi su per poi spegnere quel rumore stressante, "Non hai dormito?"; non sembrava una domanda ma un affermazione ma comunque annuii, andammo in cucina, lui fece colazione e io, invece, presi solo una fetta di pane.
"Sei sicuro di voler andare a scuola?", mi chiese prima che prendessi il mio zaino, "Sicuro. Devo pur distrarmi in qualche modo.", dissi con poca convinzione, però avevo ragione dovevo riuscire a distrarmi in qualche modo e stare a casa non aiutava.

Appena arrivammo a scuola tutti fecero domande su domande a tutti. Niall stette sempre vicino a me per evitare che dicessi qualcosa che in realtà non dovevo dire.

Finite le ore di scuola salimmo nella mia macchina e arrivammo a casa sua.
Era strano, erano passate solo poche ore, però sembrava esser passato un giorno intero dall'accaduto.
-

"Devo andare a trovarlo. Al cimitero intendo.", interruppi alzando lo sguardo, "Non essere stupido Louis, starai solo peggio se lo farai.", rispose confuso, "No Niall, ne ho bisogno.", conclusi, "Ti aspetterò qui.", rispose semplicemente arrendendosi.

Misi in moto e partii. Erano passati un paio di giorni e quel peso non era ancora passato.

Qualche minuto dopo arrivai davanti al cimitero, lentamente scesi dalla macchina e andai a cercare il suo nome.

Nick. Nick Grimshaw.

Trovai la sua tomba. Era piena di fiori e candele, doveva essere un ragazzo veramente gentile e amato da tutti. E questo non faceva altro che farmi più male di quanto non ne provassi già.

Scossi la testa incredulo a tutto quello che fosse successo in quella settimana.
Facendo un respiro profondo mi avvicinai, appoggiai delicatamente il piccolo fiore che avevo comprato precedentemente e chiusi gli occhi che stavano iniziando a bruciare.

"Mi dispiace. Mi dispiace così tanto.", sussurrai mentre una lacrima solitaria scese lungo la mia guancia, aprii gli occhi trovandomi accanto una figura poco più alta di me; non mi girai, volevo solo stare da solo.

"Lo conoscevi?", disse il ragazzo, abbassai lo sguardo. Perché doveva fare così maledettamente male?

"Più o meno.", risposi cercando di mantenere la mia voce stabile, "È così ingiusto che ci abbia lasciato c-così!", esclamò e lo sentii singhiozzare.
Mi girai per guardarlo e per poco non svenni.

Quegli occhi verdi.

Rimasi immobile mentre il ragazzo tirò su col naso e venne più vicino a me.
"Perché? Perché è successo proprio a lui?", continuò, questa volta non rivolto a me ma al cielo che si stava lentamente tingendo di grigio; "Mi dispiace.", riuscii a dire senza riuscire a staccare lo sguardo da lui.

Dei ricci gli ricaddero sugli occhi, si asciugò le lacrime che continuavano a scendere incessantemente, "Non è stata colpa tua.", disse, "Non è colpa di nessuno se non di chi lo ha ammazzato!", aggiunse cercando di sorridere.

Oh si che era colpa mia invece.

"Scusami, mi sto rendendo ridicolo è solo che mi manca così tanto.", singhiozzò prendendo un fazzoletto dalla tasca dei suoi jeans neri. "Non devi scusarti, è una cosa normale essere dispiaciuti per la perdita di un caro amico.", dissi riportando lo sguardo sulla tomba.

"Magari lo fosse. Era il mio fidanzato.", disse infine facendo rompere definitivamente il mio cuore.

Non solo avevo ucciso una persona, ma avevo addirittura distrutto la vita di quel ragazzo portandogli via il suo amore.
"Mi dispiace.", ribadii sperando che capisse quanto mi sentissi in colpa, "Forse è meglio che vada.", aggiunsi girandomi verso la strada asfaltata, "Vengo con te.", si ricompose inginocchiandosi davanti alla tomba per poi baciare la sua foto, mi si strinse qualsiasi cosa fosse rimasto del mio cuore.

"Mi chiamo Harry.", si presentò appena fummo fuori, "Io Louis.", risposi stringendogli la mano.

Avevo rovinato la vita di Harry. Bene. Ora che sapevo il suo nome tutto risultava più difficile.

Me

Beh che dire questo è il secondo capitolo, e non so a voi i pareri!
Spero vi abbia incuriosito come ha fatto il prologo e che continuate a seguire questa storia!
Cosa ne pensate?
Se avete dubbi, chiarimenti o qualsiasi altra cosa scrivetemi tranquillamente.

Prossimo capitolo 15 voti e 10 commenti!

La mia metà oscura ||Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora