7-Piccola Stalker

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Mia madre si impegna per tornare a Southaven entro la mattina del giorno seguente così da non lasciare che perda un altro giorno di scuola.

Non mi stupisce questa sua premura, è sempre stata diligente con la scuola, si vanta spesso che quando la frequentava lei aveva tutti voti altissimi, non si può dire lo stesso di me, non che io non ci tenga ma penso che nella vita oltre che a studiare e a lavorare bisogna anche vivere.

Probabilmente mia madre a forza di lavorare sempre se ne è dimenticata.

Appena arriviamo la prima cosa che faccio è chiamare Liz, quasi sicuramente starà ancora dormendo e io la butto giù dal letto.
-Ehi Liz che ne dici di fare colazione alla tavola calda prima di andare a scuola?-Le chiedo entusiasta.

Lei mi risponde ancora assonnata. -Oh Callie sei tu.- Sbadiglia sonoramente e poi aggiunge:-Perché no.-

_Fra quindici minuti al Subway ok?-Le dico.

Ormai il fast food all' angolo è diventato il nostro punto di incontro, è esattamente a metà strada tra la sua casa e la mia. Ci ritroviamo davanti all' insegna del Subway la mattina per andare a scuole e ci salutiamo nello stesso punto quando torniamo a casa.

Liz è la persona più dolce e sensibile che io abbia mai conosciuto, così delicata che hai paura che solo sfiorandola possa essere ferita.

I suoi occhietti verdi sembrano quelli docili e bonari di un cerbiatto. Spesso mi sono chiesta come faccia a rimanere così innocente in un mondo in cui sembra vigere la legge del più forte che sopprime il più piccolo, in un mondo in cui spesso le persone come lei vengono calpestare e considerate troppo ingenue.

A volte ho paura che la vita possa farle del male e sto sviluppando una sorta di istinto protettivo nei suoi confronti, forse lo stesso che Naomi deve avere per me.

Eppure mi rendo conto che nella sua fragilità lei è forte, rimane pura, candida, non si lascia contaminare dal marcio, come se la sua ingenuità la rendesse impermeabile e in qualche modo la proteggesse.

Più la conosco e più è difficile starle lontana quindi alla fine ci ho rinunciato, aveva ragione lei quando mi ha detto che non devo pensare al dopo ciò che conta è tutto adesso, in fondo nessuno può sapere per certo cosa succederà in futuro.

Quando arrivo al punto fissato per l' incontro ancora non c'è nessuna traccia di Liz. Nel frattempo passa una buona mezz' ora, sto per chiamarla quando la intravedo da lontano che sventola entusiasta una mano per salutarmi.

Indossa una salopette di jeans e sotto una maglietta bianca, i capelli sono raccolti in una treccia e sul viso ha dipinto un sorriso raggiante, sembra davvero felice di rivedermi.
Mi stringe forte e mentre ci dirigiamo verso l' entrata del Subway mi chiede:-Ma allora cosa era successo?-

-Niente Liz, come ti ho detto, è stato solo un calo di pressione.-Minimizzo nel tentativo di non farla preoccupare inutilmente.

-Beh... L'importante è che ora stai bene.- Conclude lei.

Ci accomodiamo a un tavolo, io ordino waffle con Nutella e banana, Liz da una rapida occhiata al menu e opta per dei pancake con salsa di mirtilli.

Mentre mangiamo mi aggiorna sulle ultime novità, gossip sulle cheerleader e nuove fiamme ma non accenna minimamente al fatto che Daren mi abbia salvata così sono io a introdurre l' argomento.
-Liz, sei sicura sia stato Daren a tirarmi via prima che l' auto mi investisse?-

-Si, io non c' ero ma è quello che dicono tutti.-

Salto sulla sedia colpita da quella precisa parola.

-Tutti chi?-

Liz mi guarda come se la risposta alla mia domanda fosse talmente scontata da non presupporre nemmeno la domanda.

Come Stelle Cadute dal Cielo Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora