Sangue di Drago

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Anja sentiva voci concitate vicino a lei, ma non riusciva a collegarle a dei volti. Aveva ogni muscolo del corpo in fiamme e la gola secca. Invocò dell'acqua, che le fu porta subito in un boccale di peltro. Bevve e vomitò. Un mal di testa micidiale le strangolava i pensieri. Poi il buio calò di nuovo, spegnendo ogni cosa.

***

Con un discreto senso di deja-vu, Anja riconobbe il profumo di lavanda della trapunta patchwork che la copriva fin sotto il mento. Non aprì gli occhi. Si sentiva la testa orribilmente vuota, e gli arti prosciugati e deboli contro il materasso.

Udì delle voci soffocate nel corridoio subito fuori dalla stanza.

"Vi ho messo in pericolo". Era la voce di Thalia, rapida e spezzata dal senso di colpa. "Pensavo di potermi fidare di Delacourt. Dio, che stupida sono stata. Dovete stare nascosti qui finché Anja non sarà guarita da... da... da qualunque cose quello schifoso le abbia fatto".

Anja si mosse cercando di fare rumore per attirare la loro attenzione, ma era così debole che non ci riuscì. Sconfitta, si rassegnò ad origliare.

"Mai, mai avrei pensato che Orion potesse osare..." la voce della strega si perse lungo il corridoio in quelli che sembravano insulti. Con un avvicinarsi di passi, la voce tornò. "L'idea, la possibilità... deve avergli dato alla testa. Deve aver ceduto all'egoismo e pensato di poter avere il sangue per sé... per utilizzarlo, o venderlo al miglior offerente".

"Ha tirato fuori un coltello, strega. Ha cercato di ucciderla mentre io ero lì".

La voce di Thalia uscì grave e monotona. "Dopo aver prelevato il sangue di entrambi, deve aver pensato che uccidendo uno di voi il suo bottino avrebbe avuto valore maggiore. Le uniche due fiale di draghi predestinati in tutto il mondo, probabilmente".

Silenzio.

"Oppure... quando siete scappati dal laboratorio... le avete distrutte? Le fiale?" chiese Thalia speranzosa.

Ci fu una lunga pausa. "No. Non posso esserne certo, ovviamente. Molte cose sono andate distrutte. Ma temo di no".

Anja, sprofondata nel tepore delle coperte, assorbì quello scambio con la lestezza di una spugna bagnata. Le pareva di capire quello che si stavano dicendo, eppure anche solo registrare quelle informazioni le spappolava il cervello.

Con uno sforzo enorme tirò fuori un braccio da sotto il copriletto patchwork e lo allungò sul comodino. Diede un debole colpo al boccale che era lì posato, che cadde sul tappeto con un rumore dolce. Fu sufficiente.

Thalia spalancò la porta della stanza e fu subito al suo fianco. "Anja! Sei sveglia. Dio grazie. Come ti senti? Riesci a muoverti?".

Riusciva a muoversi. Per come si sentiva... "Prosciugata" articolò a stento.

"Vado a prenderti un altro bicchiere d'acqua". Thalia raccolse il boccale a terra e sparì in cucina.

Riven prese il suo posto sulla sedia accanto al letto. Anja, con la testa affondata sul cuscino, lo guardò.

E... niente. Niente lava bollente, niente senso di beatitudine. Niente di niente. Solo due occhi verde chiaro con la pupilla leggermente verticale, notò Anja per la prima volta.

Dall'espressione di Riven, fu chiaro che lui era sorpreso quanto lei. "Ha funzionato" mormorò.

Anja accennò un sorriso che lui non ricambiò. Era accigliato. E insoddisfatto. E, nonostante tutto, ancora maledettamente molto bello.

Thalia tornò con il bicchiere d'acqua, che Anja ingollò in tanti piccoli sorsi. Il suo sguardo passò da lei e lui. La consapevolezza si fece strada nella sua espressione. "Il legame...".

Aconito e Sangue di DragoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora