28. Segreti

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Capitolo 28: "Segreti"

segreto
/se·gré·to/
Precluso alla conoscenza altrui,
in quanto esclusivo di un ambito ristretto.


Quando si custodisce un segreto é come se il mondo potesse crollarti addosso da un momento all'altro. Si vive nel terrore che possa venire a galla.
Io nascosi quella proposta per troppo tempo e me ne sarei presto pentita.

Quella mattina, mi svegli nel letto a casa dei miei genitori, la sera precedente decisi di fare compagnia a Noah.

Mi alzai dal letto e iniziai a preparami per il lavoro.
Avrei lavorato all'aperto quel giorno. Alla Continassa a dire il vero.
Si sarebbero tenuti degli allenamenti a porte aperte e io e Greta fummo incaricate di farci rilasciare qualche intervista in vista dell'anno che era appena iniziato.

«Vai a lavoro?» sobbalzai alla voce di Noah. Sembrò di vivere con un ninja, quando si muoveva non lo sentivi mai arrivare.
«Si, perché non vieni anche tu? Possono entrare tutti oggi alla Continassa» gli proposi.
I suoi occhi si illuminarono.
«Ci sto, andiamo?» era impaziente.

Poco più tardi entrammo in macchina.
Greta mi avrebbe raggiunta al centro sportivo, così come Alba, che non si sarebbe persa per nulla al mondo, l'allenamento di Dusan.

Mi sembrò che nulla potesse andare storto quel giorno.

«Eccoci ci siamo» disse Noah quando arrivammo davanti la Continassa.
«Come siamo agitati. Sembri un bambino» ridacchiai di mio fratello.

«Chloe» sentii urlare il mio nome e mi voltai.
«Buongiorno Greta» salutai raggiante.
«Lui è mio fratello Noah» presentai.
«Piacere» disse allora Noah, stringendo la mano di Greta.
«Allora? Iniziamo?» la stessa Greta fu euforica di iniziare, forse per il fatto che poi si sarebbe potuta godere la compagnia del suo dolce bambino.

Senza perdere ulteriore tempo, ci dirigemmo al campo. Alcuni ragazzi erano già sull'erbetta curata a svolgere il proprio allenamento; tra loro scorsi Dusan e Filip.

Noah raggiunse Alba sugli spalti, li vidi chiacchierare.

«Sono agitata» dissi di punto in bianco.
«Andiamo su, stai diventando sempre più brava, rilassati» ma io proprio non ci riuscii.
Sentii che quel giorno sarebbe successo qualcosa, non percepii con l'esattezza cosa fosse, in cuor mio sperai solo che non si trattasse di qualcosa di grave.

Iniziammo a fare le nostre interviste, di getto, domande semplici e veloci per non intralciare l'allenamento giornaliero dei calciatori.

Man mano che passarono tempo e intervistati, mi rilassai.

«Non vuoi intervistare anche me?» una mano si poggiò sul mio fianco e la voce sensuale di Federico mi arrivò dolce e calda all'orecchio.
«Direi di no» dissi io schiarendomi la voce.
Mi voltai verso di lui e gli sorrisi. I suoi capelli erano in disordine, un po' sudati per via della corsa.
«Chloe, quando hai un attimo avrei bisogno di te» mi richiamò Greta da lontano.
«Vedo andare» sussurrai a Federico. La sua mano ancora inchiodata sul mio fianco.
«Odio il tuo lavoro» disse poi ridendo.
Mi allungai un po' verso di lui e gli lasciai un bacio sulle labbra.
«Muoviti, torna ad allenarti» lo canzonai.

Raggiunsi Greta, che mi stava aspettando ferma a bordo campo.
«Eccomi» dissi.
«Tu e Chiesa eh? Perché non ne sapevo nulla?» mi guardò assottigliando gli occhi.
«No? Siamo finiti in prima pagina, non lo leggi il gossip?» feci scherzosa.
«Non pensavo fosse qualcosa di così serio. Cioè avrei potuto scrivere un bell'articolo» la guardai male, ma poi scoppiammo a ridere. Non si poteva essere realmente arrabbiati con Greta.
«Va bene, scherzi a parte, intervisti tu Filip Kostic? Ci ho provato però mi ha snobbato con poca eleganza» spiegò dispiaciuta.
«Si tranquilla, ci penso io» risposi con un sorriso.

L'intervista || Federico Chiesa Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora