16. Dolci risvegli

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Capitolo 16: "Dolci risvegli"

*Chloe's Pov*

L'amore... Ho sempre pensato che l'amore non fosse quel sentimento tanto magico di cui parlano tutti, quel sentimento sempre presente nei romanzi rosa, quel sentimento che lega i miei genitori.
Io ho sempre pensato che l'amore fosse estremamente complicato, che non sempre porta gioia, che non sempre rende felici.
Ho sempre creduto che l'amore potesse essere dannoso e in quei giorni ne avevo avuto la conferma.
I demoni che avevo dentro stavano prendendo di nuovo il sopravvento, stavano crescendo a dismisura dentro di me e mentre osservavo il soffitto mi sentii una vera idiota.

Mi sistemai meglio su un lato e mi nacque un dolce sorriso sul volto, completamente in contrasto con i miei pensieri di poco prima.
Federico era comodamente disteso sul mio letto, con il ciuffo color miele sparso sul cuscino e il viso premuto contro quest'ultimo. Era tenerissimo.

Restai a guardarlo ancora per un po' e quasi mi dispiaceva svegliarlo, ma l'ora segnava le 7.15, avrebbe fatto tardi agli allenamenti, così non mi restò che spezzare quel magico momento e svegliarlo.

Alzai piano il braccio e iniziai ad accarezzargli la guancia in modo molto dolce e questo non era assolutamente da me. Lo sentii mugugnare qualcosa e sorrisi.

«Buongiorno dormiglione» sussurrai al suo orecchio, avvicinandomi a lui.
Lui aprì solo un occhio e mi guardò per poco, richiudendolo subito dopo.
Ma in compenso aveva un sorriso dolcissimo sul viso.

«Farai tardi agli allenamenti» dissi a quel punto, costatando che non aveva nessuna voglia di svegliarsi.
Non rispose, si sistemò meglio e mi strinse tra le braccia.
«Ma qui si sta così bene» sussurrò al mio orecchio e in un attimo mille scosse percorsero il mio corpo.
«Non sono abituata a tutta questa dolcezza di prima mattina, quindi sbrigati» dissi in risposta, facendo poi scontrare le mie labbra con le sue.

Continuò a lamentarsi, quando mi alzai dal letto per poter raggiungere la cucina.
Ero intenta a preparare la colazione quando me lo trovai alle spalle, pronto ad abbracciarmi.

Incapace di dire qualsiasi cosa, mi beai solo del suo affetto, del suo calore, dei baci che mi lasciava lungo il collo, mentre la poca barbetta che aveva mi solleticava il viso.

Probabilmente se qualcuno mi avesse detto che sarei stata così bene, dopo i giorni infernali che avevo passato, gli avrei riso in faccia, ma ora ero lì, al centro della mia cucina, con Federico che non la smetteva di baciarmi e di stringermi a lui, come per farmi capire che era lì e che non aveva nessuna intenzione di lasciarmi andare.

Facemmo colazione in tranquillità e sapevo che lasciarlo andare in quel momento sarebbe stato difficile, ma stava facendo decisamente tardi.

«Passo a prenderti al lavoro okay?» chiese sulla porta, lasciandomi poi un ulteriore bacio sulle labbra.
«Va bene» sussurrai io, guardandolo mentre scendeva le scale.

Non mi restò che preparami per il lavoro, ne avevo voglia? Assolutamente no, ma vivevo grazie al mio lavoro, per cui non avevo altre alternative.

In men che non si dica ero alla mia postazione, avevo ignorato tutti mentre salivo le scale e mi ero rifugiata nella mia piccola stanza. Il mio obiettivo era quello di lavorare e di non pensare a nessuno tipo di gossip, che se c'era una cosa che avevo capito era che mi faceva solo stare peggio.

L'intervista || Federico Chiesa Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora