19 (H&A) - Visito la casa di Liam: il circo

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Vorrei rimangiarmi tutto. Che diavolo mi salta in testa? È la seconda volta in meno di ventiquattro ore che gli faccio proposte ben oltre i limiti che mi ero imposta con lui. Non posso farci nulla. Non è una lotta tra cuore e testa. Sono entrambi d'accordo sul trovare pretesti per stare con Ares e avere un contatto col suo corpo. Sono entrambi due maledetti traditori.

«Vuoi aiutarmi a fare il bagnetto? Come con i bambini? Sembrerei un idiota.» Sebbene utilizzi un tono autoironico, capisco che lo sta facendo per nascondere la vergogna che prova.

Quando provo a levargli la mano di dosso, lui si affretta a coprirla con la sua e tenerla ferma, lì dov'è. Dove vorrei che restasse, e dove evidentemente vuole anche lui che rimanga.

«Sei un idiota a prescindere, tu. Ma non perché hai paura dell'acqua.»

Tento un sorriso.
Lui lo ricambia.

Con il braccio libero, indica alle mie spalle, in direzione del bagno. «Proviamoci, allora.»

I palmi cominciano a sudarmi ancora prima di iniziare a muovermi. Precedo Ares, sentendo il suo sguardo bruciarmi sulla schiena, ed entro in bagno. È spazioso e luminoso, con mobilio in legno scuro e marmo. C'è una vasca bianca e immacolata, così pulita che sembra brillare. E ha spazio per più di una persona. Deglutisco a fatica. In doccia, a Yale, mi ha fatta entrare con lui. Lo farà anche ora? Non so perché, ma stare dentro una vasca con qualcuno mi sembra molto più intimo che stare in un box doccia.

Ares non fiata, ma mi osserva mentre apro il rubinetto e comincio a riempire la vasca d'acqua. Mi siedo sul bordo, mordicchiandomi il labbro, incapace di voltarmi nella sua direzione. Mi sta per esplodere il cuore.

Se prima avevo la più piccola curiosità di scoprire come sarebbe stato concedere ad Ares quel maledetto bacio, adesso sono quasi certa che non resisterò alle duecento domande. Peggio, ora ho la curiosità di scoprire in che modo potrebbe toccarmi.

Quando il livello dell'acqua è a buon punto, prendo il flacone piccolino di bagnoschiuma e ne rovescio una quantità abbondante dentro. Mescolo con la mano per iniziare a creare la schiuma. Forse, camuffare l'acqua con le bolle di sapone potrebbe aiutarlo a ingannare il suo cervello.

«È quasi pronto, dovresti...»

Mi giro. Ares è già a petto nudo, la maglietta giace a terra, poco distante dalla sua figura. Ha calciato via le scarpe e sta sbottonando i pantaloni, senza staccarmi gli occhi di dosso. La benda è sul ripiano del lavandino. Di nuovo, vedere entrambe le sue iridi nere mi fa provare una vampata di calore.

Gli occhi scuri sono sempre stati i miei preferiti. Sebbene la gente tenda a invidiare e ammirare gli occhi chiari, io vado matta per quelli scuri. Li trovo profondi e caldi, così ammalianti che fatico a fissarli per più di cinque secondi.

«Per non bagnare i boxer potresti mettere un costume,» gli suggerisco.

Fa schioccare l'elastico delle mutande in vita. Sono bassi, così bassi che vedo la V del suo inguine e la pelle liscia, rasata. «Ti crea problemi se mi spoglio completamente?»

Alzo il mento. «No.»

Tengo gli occhi fissi sul suo viso quando si sfila l'intimo e rimane nudo. Non oso spostare lo sguardo, ma lui se ne sta in piedi, con quell'aria provocante e anche divertita, e io credo di stare per impazzire.

Si mette le mani davanti, coprendo la lunghezza del suo membro, con scarsi risultati. Mi viene incontro e io trattengo il respiro. La sua aria spavalda svanisce nell'istante in cui adocchia la vasca piena d'acqua. La nota positiva è che si sta formando tanta schiuma, che crea montagnette di sapone dall'aria soffice e brillante. Il profumo del bagnodoccia impregna l'intero bagno, sa di frutti.

Game of Chaos (Game of Gods Spin-off, #Ares)Where stories live. Discover now