11 (A) - Festeggio il mio non-compleanno

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Il valore assoluto di un numero non
può mai essere negativo; restituisce il numero ottenuto "senza tenere conto del
suo segno".

— God knows what is hiding in
those weak and drunken hearts
Guess the loneliness came knocking
No one needs to be alone or sinking
People help the people
And if you're homesick,
give me your hand and I'll hold it

🍒
A R E S '
P O V

Appena varco la porta della caffetteria di Yale, una figura poco lontana sventola il braccio per aria. «Ares, tesoro!» strilla mia madre, Teia.

Per fortuna non vedo le occhiate degli altri studenti che stanno finendo di pranzare. Mi dirigo in fretta al tavolino appartato che ha scelto mia madre e prendo posto davanti a lei.

Ciò che mi accoglie è una smorfia infelice. «Sul serio? Cos'è questa freddezza?»

Sbuffo. «Hai già urlato davanti a tutti i presenti, mettendomi in imbarazzo.»

«Quindi non è vero che sei il tesoro di mamma? Ti vergogni ad ammetterlo?»

«Sì, sono il tesoro di mamma e ti voglio bene, ma non c'è bisogno di rovinarmi la reputazione,» borbotto. «In questa università noi Lively siamo la temuta famiglia che fa giochi immorali. Devono vedermi come un rottweiler e non come un cucciolo di beagle che si rincorre la coda.»

Teia mi sorride, e come se non le avessi appena detto nulla picchietta il dito sulla guancia. Io mi sporgo oltre il tavolo per raggiungerla e darle un bacio. «Ora sono contenta!»

Non riesco a trattenere un sorriso. Adoro mia madre. Per tutta la sofferenza che ho avuto con quella biologica, la vita ha voluto premiarmi con una persona come Teia.

Mia madre spinge in avanti il piattino con la fetta di torta al cioccolato. Ne ha mangiato già qualche forchettata. «No, grazie, ho appena pranzato,» rifiuto.

«Pensavo che avresti voluto il dolce...» La malizia le accende gli occhi marroni. «A meno che il dolce non te lo abbia già dato Hurricane con un bel bacio. O con una scopata. Avete scopato?»

«Siamo solo al secondo appuntamento, mamma. Ed è pure il primo da soli. Lei è una molto cauta.»

Questa mattina io e Hurricane siamo usciti di nuovo e abbiamo pranzato insieme. Come suggerito da Posy, Hera e Zeus, ho aspettato due giorni dall'uscita a quattro per scriverle e chiederle un secondo appuntamento.

Perciò, siamo andati a mangiare in un fast food qui vicino alla facoltà. Niente di impegnativo o eccessivo. Non sono abituato a stare troppe ore con la stessa ragazza. Soprattutto se dobbiamo solo parlare e non c'è nemmeno un po' di sesso orale in mezzo. O una palpatina innocente.

Ringrazio solo che Hurricane non si sia accorta che due sere prima ho mentito, quando ho trascinato tutti al Paradiso dell'Insalata, con la scusa che non ci fossero fast food vicini. Certo che c'erano, siamo in America. Ma quell'organo traditore e grande quanto un pugno mi ha costretto a farlo per Hell.

«Be', vi siete conosciuti meglio? Quanto siete stati insieme?» riprende Teia, la bocca piena di torta.

«Due orette. E... sì, l'ho conosciuta meglio.»

Mia madre spalanca gli occhi. Ha gli angoli della bocca sporchi di cioccolata. Sembra una bambina. E molto spesso, in effetti, le faccio io da genitore. «Perché così poco?»

Controllo l'orologio al polso. Sono quasi le due. Provo a guardarmi attorno. La caffetteria è quasi vuota, ma le mie ridotte capacità visive non mi permettono di capire se le figure più lontane siano familiari. Non mi permettono di vedere se Hell è già qui.

Game of Chaos (Game of Gods Spin-off, #Ares)Opowieści tętniące życiem. Odkryj je teraz