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2 ore dopo
Mi alzai dalla seggiola rossa del cinema entusiasta, niente poteva attirare la mia attenzione.
In effetti ero parecchio distratta e ogni due per tre mi incespicavo tra i miei piedi.
C: bello, anche se in inglese rende di più
M: sei una di quelle che "io li guardo in lingua originale bla bla bla"
Disse imitando i modi di fare di Cloe. Io risi e poi però gli risposi: ma va! Solo che secondo me non l'hanno doppiato bene tutto qua. Di solito i film sono doppiati bene, certe volte sono anche meglio e poi scusa... Io mi devo guardare un film senza capirlo?
M: ci sono i sottotitoli?
C: ho capito ma o li leggo o guardo il film
Chiusi il discorso quando passammo davanti ad un McDonald's e lo obbligai ad entrarci.
Ci sedemmo ad un tavolino e poi io presi un semplice big Mac con la Coca-Cola.

M: sai non sapevo della tua esistenza
Bofonchiò Mattheo quasi sottovoce, come per nascondere quello appena detto.
C: si lo so, non mi faccio notare
M: mentre aspettavo adrien credo di aver letto una tua storia
C: in che senso credi?
M: beh non so se l'hai scritta tu
C: oh, si l'ho sicuramente fatta io se era su quaderni o fogli svolazzanti.
M: è bella

Finimmo la cena parlando del più e del meno finché non arrivò l'orario di tornare a casa.
C: devo andare
M: domani hai da fare?
Disse afferrandomi il polso, prima che io potessi andarmene.
C: domani mattina ho un' intervista ma...
M: intervista?
C: si sai, per il nuovo libro comunque nel pomeriggio non ho niente
M: vieni alla scalinata. Quella davanti alla tour Eiffel alle 3. Capito dove?
C: sisi
Mi lasciò il braccio ma appena feci per compiere il terzo passo mi richiamo.
C: che c'è?
M: dove la fai l'intervista?
C: nell'hotel regina, nel ristorante. Perché?
M: orario?
C: devo essere la alle 9. Non ignorare la mia domanda
M: niente. Notte iny
Mi bloccai. Mi aveva chiamata... Come nel sogno? Tutto questo mi sembrava strano ma probabilmente era solo una stupida coincidenza.
Magari riuscivo finalmente a tornare a casa. Parlai troppo presto dato che una luce improvvisa rischiarò il cielo.

Una ragazza coperta da oro liquido, splendeva minacciosa sopra la mia testa. Dai tratti riconobbi Lila, akumizzata.
Li(Lila): puttana come ti permetti
C: scusami?
Lei scagliò una colata di oro fuso da una sorta di scettro. Lo schiavai ma alcuni schizzi mi colpirono, ustionandomi.
C: cazzo! Che problemi hai?!
Lila non rispose ma continuò ad avvicinarsi. Più lei lo faceva, più anche Mattheo si avvicinava. Arrivò verso di me e si mise tra me e lei.
M: Lila vattene
Lo spinsi delicatamente dietro. Nessuno si sarebbe fatto male per colpa mia, e non temevo le scenate della ragazzina neanche sotto questa forma.
C: Mattheo per favore non metterti in mezzo
M: stavo difendendo te
C: ho capito ma non ti farai male per proteggere me.
Lila fremeva alla vista del ragazzo che provava a mettersi in mezzo. Finché stufa, non immobilizzò Mattheo con oro liquido, a quanto pare freddo, sulle gambe.
Li: ora mi ascolti puttana
C: parla
Li: tu Mattheo non lo devi toccare o passerai l'estate peggiore della tua vita e...

Prima che finisse la frase arrivarono ladybug e chat noir che in men che non si dica la fecero tornare normale.
Ladybug: tieni Lila questo ti proteggerà dalle akume
C: non le serve, vi assicuro che è tale e quale a prima. Cambia solo il colore.
Chat noir: voi due dovete chiarirvi
Li: io ci ho provato ma lei non vuole. Mi risponde male e mi ignora!
C: non sapevo volessi parlare con le puttane

Mi allontanai noncurante se qualcuno mi avesse seguito.
M: mi dispiace
C: e per cosa?
M: Lila non ti ha trattata bene.
C: lo fa da anni. Non serve ladybug a difenderla. Comunque devo davvero andare a casa. Ci vediamo domani
M: a domani iny

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