LA GIORNATA (9:00-13:00)

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Vedere Marnie in giro per strada è uno spettacolo

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Vedere Marnie in giro per strada è uno spettacolo... Diciamo un bel numero del circo. Cammina veloce e non si ferma mai, è talmente svelto da avere Frank e David a un metro dalle sua schiena, ma sembra non importargli. Marnie è un ragazzetto alto un metro e sessantasette dalle spallone a trapezio che si sbilanciano ad ogni passo, cammina uguale ad un ubriaco. Indossa probabilmente il suo pigiama, una canottiera bianca e pantaloni corti, incurante di graffi e cicatrici in bella vista. Nel frattempo parla senza mai fermarsi, qualunque cosa racconti suona buffa per il suo tono cantilenante e stranamente allegro. Vi ci porto io da Chester, vi ci porto io! Adesso lui è qui sulla quarta strada! Ha gridato pieno di entusiasmo incominciando la camminata.
«Allora, ragazzi. Avete presente il fratello di Harvey, Jerry Keitel? Beh, mi  vende il motorino del fratello a cinquanta dollari proprio tre giorni fa, io ho pensato Bah, lo sta facendo perché giustamente il vecchio Harv non ci fa un bel niente, quello là è nei Marines.  Mi sono fatto fregare come un povero coglione, quale sono da quel che vedo. Lo provo ieri e quella merdaccia di metallo cammina a passo d'uomo, una lentezza allucinante! Ragazzi, vi giuro, se mi aveste visto sul motorino sareste morti dalle risate! Oy vey, quando rincontro Jerry gliela faccio proprio pagare. Allora  porto il motorino dal vecchio Chester e gli  dico Oy oy, non è che potresti truccarmi la marmitta? Mi serve domani per fare le consegne per il ristorante dei Chen e poi ci devo portare  sopra tutti i ragazzi al completo. E quindi Chester adesso ci sta lavorando sopra, e sapete come ci sa fare con i motori. Sarà una meraviglia!»
David ride come un matto ad ogni singola parola, srotola la manica della camicia per prendere il pacchetto di sigarette.
«Ue, Marnie!»
Lo chiama e lui si gira ansimante nello stesso modo di un cane chiamato dal padrone. A quel punto gli lancia una sigaretta in pieno viso insieme ad un fiammifero preso dalla tasca: Marnie fa qualcosa di incredibile. I due oggetti stanno sul punto di cadere per terra dopo avergli colpito la faccia, e a quel punto Marnie dà al volo un calcio alla sigaretta e il fiammifero. Rimbalzano dall'altra parte, allora li calcia con l'altro piede, li afferra in un istante con l'indice e il medio.
«Standing ovation al giocoliere!» Esclama David  iniziando a battere le mani, Frank lo imita. Marnie sorride trionfante mentre incastra la sigaretta fra i denti, alza il piede e accende il fiammifero sulla suola della scarpa. «Da-da-da-david, dai anch-ch-che una si-si-si-si-sigaretta a me.»
Chiede Frank, David lo guarda sornione «E perché dovrei?»
Frank risponde dandogli uno spintone «Così marci, così marci, così marcisci di meno: porc-co-co-co-co-co!»
E' vero, David sembra un frutto marcio. Il viso è martoriato da una sorta di acne,  macchioline mischiate ad un rossore generale, più che veri brufoli,  i denti sono tutti giallognoli e consumati. «Nah, marcire è divertente»
Si giustifica accendendosi una sigaretta. Marnie si ferma di botto davanti ad un piccolo garage, molto largo ma bassissimo, schiacciato fra negozio di parrucchiere dei Randone ed un piccolo alimentari greco appena aperto che appartiene a quei sudicioni dei Florakis. Inizialmente i ragazzi non trovano l'amico Chester, ma abbassando successivamente lo sguardo notano i suoi piedi agitarsi sotto una berlina biancastra, vecchia di almeno dieci anni. Marnie e David gettano all'unisono i mozziconi di sigaretta. Frank, invitando con un gesto della mano  Marnie e David a fare lo stesso, si accerchia silenziosamente intorno a quelle gambe. Chester sobbalza,  sbatte quasi la testa contro l'auto quando vede le facce dei tre amici che lo guardano fisso, lancia un breve urlo.
«Teste di cazzo!»
Grida metà incazzato e metà divertito, gli altri ridono come scemi. I capelli di Chester sembrano due pezzi di spugna divisi da una linea, quell' acconciatura gli sta abbastanza male, ma è sicuramente meglio di quei capellacci afro che ha al naturale. Appena Chester si ricompone sfila dai pantaloni un pettine per aggiustarseli, non vuole sentire qualcuno dire Toh, guarda che capelli da negro.
«Capo, è pronto il mio motorino?» Domanda  Marnie esaltato. Gli va incontro per prendergli il braccio e lo scuote forte.
«Hai gli occhi foderati di pane azzimo? Sta lì in fondo, pigliatelo se lo vuoi.» Dice liberandosi di Marnie con uno strattone mentre ha un sorrisetto in viso , però gli occhi appaiono un po' stanchi. Chester è uno in gamba, ha sempre la battuta pronta e niente è capace di intimorirlo, assomiglia molto al prototipo  di ragazzo duro. Marnie si avvicina al motorino, sbarra leggermente gli occhi sorridendo come un bambino.
«Lo hai anche lucidato? Chester, sei un grande!»
Chester sospira e si alza finalmente in piedi
«Siamo amici, no? Pensa che qualche stronzo a North Brooklyn ti avrebbe chiesto ottanta dollari per questo lavoretto. Sei in debito a vita.»
Lo avverte ironicamente, poi si volta verso i due ragazzi.
«Oh, voi non salutate? Manco parlate?-» Frank gli dà un calcetto sulla gamba
«E che caz-z-z-z-z-zzo ti dov, dov, dovrei dire? Stronzo se-se-se-sei.»
«Siete venuti qui per portarmi a spasso, eh? Cosa c'è in programma?»
Chiede mettendosi meglio la maglia dentro ai jeans.
«Mangia-gia-gia-giamo qualche po-po-po-porcheria, compriamo il fu, il fu, il fu, il fu, il fu, il fumo e cazzeggiamo a Coney Island: ok?»
«Ok. Perché non prendiamo qualcosa dai greci che stanno qui affianco? Io, David e Marnie compriamo una stronzata e tu ti rubi mezzo magazzino. Non dirmi che ci sei già andato a fregare cibo perché in quel caso saresti veramente un drogato di furto.»
«Non sono un dro-dro-drogato di fur-to-to-to. Smetto quando vo, quando vo, quando vo, quando vogli-gl-gl-glio.» Risponde convintissimo di quella frase. «Andiamo? Dobbiamo prendere il fumo o uccido qualcuno! Poi dobbiamo per forza Nick, devo parlargli.»
Insiste David uscendo dal garage.
«Perché devi parlare con Nick con così tanto desiderio? Te lo devi scopare?»
Lo sfotte Chester dandogli una pacca sulla spalla, più simile ad uno schiaffo per la violenza utilizzata.
«Stai zitto, che oggi sei pure più negro degli altri giorni con tutto quel grasso di macchina addosso.»
Per dispetto Chester struscia la mano sporca sulla camicia di David.
«E bra-bra-bravi-vi-vi, sporcatevi tu-tu-tu-tutti.»
Chester alza gli occhi al cielo e cambia argomento una volta davanti al negozio dei Florakis.
«Frank, prendi le birre, olive e pistacchi che questi greci li hanno buonissimi.» «E i loukoumades!»
Aggiunge Marnie, Frank si limita ad annuire. Entrano nell'alimentari, quel posto dovrebbe avere un aspetto nuovo di zecca, visto che lo hanno inaugurato circa due settimane prima, ma è in condizioni pietose. Le lampadine fanno uno strano ronzio e l'illuminazione traballa, c'è uno strano odore di marcio proveniente dalle verdure esposte e il muro è già annerito.
«Signora Florakis! Come sta?»
Domanda Marnie piazzandosi davanti alla cassa insieme agli altri, così da nascondere Frank alle loro spalle. Katin'ka Florakis sarà anche  terribilmente brutta, troppo alta per essere donna e terrapiattista, però è un pezzo di pane: stupida, in verità. Quando i ragazzi erano bambini lei  gli regalava caramelle ogni volta che li incontrava, e non quelle dure schifose delle nonne, bensì quelle piene di zuccheri e fruttate che ti rovinano i denti. Durante il carnevale greco, il Kathari Deftera, invita tutti a casa sua e prepara pesce grigliato: è l'emblema del cibo gratis, i ragazzi come possono odiarla? 
«David! Marnie! Chester! Com'è bello vedervi qui, siete cresciutelli adesso. Io sto bene, il negozio fatica ad avviarsi, però sono felice lo stesso. E voi?»
Nel frattempo Frank sta infilando dentro alle tasche della giacca due sacchi di pistacchi.
«Ah! Io sto una meraviglia, proprio una meraviglia. Sono pieno di cose da fare, questo pomeriggio inizio a fare le consegne per i Chen, poi mi hanno preso come apprendista alla sinagoga per suonare l'organo, questo Sabato suono per la prima volta!» Racconta Marnie, non è capace di chiudere la bocca, fra i due ragazzi è l'unico che abbia voglia effettiva di chiacchierare.
«Vero! Sapevo che di recente cercavi un lavoro, ne ho parlato con tua madre quando l'ho incontrata di recente al parrucchiere. L'organista? Quel ruolo è meritatissimo, tutti nel quartiere sanno quanto sei bravo al pianoforte, sarebbe un crimine scegliere qualcun altro.» Frank si infila nelle mutande quattro sacchetti di olive.
«Si vede che è andata dal parrucchiere di recente. Quei boccoli le stanno un incanto.»
La elogia Marnie e quella ci casca con tutte le scarpe
«Oh Marnie! Sei proprio un caro ragazzo.»
«Signora Florakis, invece come sta Maria? Si è fatta proprio una bella ragazza.»
Si mette in mezzo David emettendo un grugnito demenziale, qualcosa che dovrebbe essere una risata. Ogni volta che quella poveraccia di Maria Florakis passa davanti a Colombo si becca un bel Ehy baby! Hai un culo da paura insieme ad una serie di fischi, senza parlare di quelle rare volte che la becca in autobus e si mette a pizzicarle il sedere. Anche Marnie ha il vizio delle ragazze, e Maria glielo fa diventare di marmo, però non può neanche farle un sorrisetto perché i Lowenthal sono cari amici dei Florakis. «Sì sì, la mia Maria è proprio sbocciata. Lei sta bene, si è diplomata con bei voti e adesso le stiamo cercando marito.» «Marito greco?» Chiede David
Chester gli assesta un colpo sugli stinchi senza farsi vedere.
«Preferibilmente, ma qualunque altro ragazzo va bene. Basta che abbia un buon lavoro»
David si gira verso Marnie ridacchiando, sta per aprire bocca per dire qualcosa di sfacciato, ma Chester parla prima di lui per non perdere la dignità in tutta Brighton Beach.
«Signora Florakis! Io e i miei amici, ovviamente, non siamo qui solo per le chiacchere. Ci piacerebbe prendere alcuni loukoumades.» Katin'ka sorride bonariamente, Frank si nasconde nel cappotto una confezione di birre.
«E' stata la mia fortuna farteli provare all'inaugurazione, li prendi quasi tutti i giorni. Mi farai diventare ricca!»
Dice lusingata andando a prendere i dolciumi infilandoli in una busta di carta, abbastanza per tutti i ragazzi.
«Vi faccio uno sconto, visto che Chester è un mio cliente affezionato. Quindici cents.»
David, Marnie e Chester si guardano fra loro quasi preoccupati, sperano di avere tutti quei soldi. Colombo tira fuori dalla tasca posteriore una piccola moneta appiccicosa
«Cinque cents. Questo è tutto quello che ho.»
Annuncia alzando le spalle. Marnie fruga nei pantaloncini per un bel po' sembrando una scimmia con le pulci e conclude mostrando ai due alcune monete, pulite, ma molto calde.
«Ca... accipicchia, David! Sono molto più ricco di te, dieci centesimi.»
David vorrebbe rispondere in maniera antisemita, tuttavia tace contro ogni sua volontà. Chester sbuffa e tira fuori i soldi restanti.
«Me li dovete questi cinque centesimi, guardate che mi servono.»
Ricorda agli altri, anche se sa perfettamente che non rivedrà mai più quei soldi. Frank fila via silenziosamente dal negozio e gli altri lo seguono con più calma.
«Arrivederci Signora Florakis, buona giornata!»
Vedono che Frank è corso via all'angolo intento a nascondersi nel caso che la commessa si fosse accorta del suo furto.
«Che rincoglionito!»
Ridacchia Chester facendo cenno a Marnie di tornare in garage a prendere il motorino e lasciando solo David in strada. Il ritorno dei due è ben sentito da tutti sul marciapiede per grido di Marnie
«E' una macchina da guerra questo motorinoooo! Un cazzo di carro armato!»
Prima di andare a prendere gli amici fa un po' di zigzag con il motorino nel bel mezzo della strada sgassando eccessivamente, se passasse una singola macchina sarebbe la fine per lui e Chester. David sente un brivido lungo alla schiena, Marnie su un veicolo ad alta velocità non gli trasmette un grande senso di serenità. Se quel giorno tornerà a casa sano e salvo accenderà un cero a San Gennaro. «David, salta sù! Andiamo dalla tua fidanzata, non sei contento?»
Si ferma di botto vicino al marciapiede, David bisbiglia un semplice e genuino "Vaffanculo". Sale spingendo Chester in avanti per farsi spazio, istintivamente gli cinge la vita per reggersi.
«Oh! Ma non è che sei frocio davvero?» David diventa rosso in viso e appoggia immediatamente le mani sulla sella. Vanno a prendere anche Frank nell'angolino in cui è rimasto da scemo qual è, è imbottito di cibo e nei pantaloni e nella giacca come un tacchino del Ringraziamento.
«Oh, Frank! Che hai pigliato alla fine?» Domanda Chester facendogli cenno con la testa di salire, Frank  si mette goffamente  dietro a David cercando di non far cadere nulla del cibo rubato. Partono alla massima velocità, veramente eccessiva visto il peso di quattro ragazzi, dirigendosi ad Ocean View.
«Due-e-e-e-e sachetti di pista, di pista, di pista, di pista, pistacchi, tre sa-sa-sa-sa-sa-sacchetti di olive-ve-ve ed una confe-fezione di birr-rre-rre-rre-rre.»
Risponde pieno di orgoglio, cercando una reazione positiva negli altri. «Quante birre ci sono nella confezione?» Chiede David.
«No-no-no-no-nove! Possiamo quasi fare tu-tu-tu-tu-tu-tut-ti-ti-ti-ti il bis-s!» «Tutti eccetto te, David! Perché tutti sappiamo che ti finirai già tutto il fumo, quindi le birre lasciale a noi.»
Dice Marnie.
«Mi viene sete quando fumo, che cazzo vuoi?»
«E beviti l'acqua del mare allora, cazzone!»
Si intromette Chester facendo scoppiare tutti e quattro a ridere. Marnie rallenta man mano che entrano nella zona in cui abita Nick, quello lì è un tipo abbastanza monotono, si trova sempre nella sua zona. Chester vive nel palazzo accanto, lo vede sempre  fumare da solo sul marciapiede.
«Oh, ma che cazzo sta facendo quello lì?»
David dà un colpetto sulla spalla di Marnie ed indica due persone alla sua destra, sono Nick e una donna, ma quella donna non è una donna qualsiasi: è una puttana. Batte in quella zona da quando tutti e cinque erano in carrozzina, eppure sembra che quella mignotta abbia sempre sedici anni. E' bellissima e lo confermerebbe anche un cieco. Chiunque si gira quando lei  passa, è alta almeno un metro e settantotto e porta  i tacchi alti, ha dei capelli talmente biondi da sembrare trasparenti  e la segue una scia di profumo (anche se troppo volgare) che rimane in giro per una buona mezz'ora. Quella puttana appoggiata al muro insieme al loro amico,  sorride guardando Nick, però non sembra né un sorriso forzato né un sorriso malizioso. E' affettuoso, pieno di amore, è come se Nick gli facesse tenerezza.
«Beato lui che scopa!» Risponde Chester osservandolo incuriosito. Nick non si accorge minimamente della presenza degli amici fino a quando David non strilla il suo nome.
«Niiick, Niiick! Prima gli amici e poi la fica, eddai, le basi.»
«Io direi il contrario.»
Bisbiglia Marnie. Nick ha diciassette anni e non si capisce se abbia nove anni oppure settantacinque, sembra un bambino con i sintomi della vecchiaia. Non supera il metro e sessantacinque, pelle pallida piena di segni bluastri delle vene. Il suo fisico è composto da un ammasso di ossa sporgenti e spigolose in viso, le sue mani fanno un po' ridere perché piccole e delicate come quelle di una bambina. Molti ragazzi lo chiamano "Il Ragno" perché è piccoletto e nero, proprio come un insettaccio. Ha pochi capelli neri incollati al cranio per la brillantina, minuscoli occhietti neri, folte sopracciglia nere e una serie di peli neri che gli percorrono gambe e braccia. «Sempre in mezzo al cazzo, mh?»
Dice senza sorridere, lui scherza poco, è troppo serio per essere un ragazzo. David non esita a fermarlo, scende di botto dal motorino. Tutto ad un tratto ha una faccia veramente preoccupata
«Nick, senti, discutiamo di,»
l'altro lo ferma all'istante.
«Ok, seguimi.»
Gli ordina allontanandosi abbastanza da non farsi sentire dagli altri del gruppo. Rimangono a parlare per poco tempo, David gesticola eccessivamente e ha un' espressione piuttosto esasperata, invece Nick lo guarda in silenzio a braccia incrociate.
«Se-se-se-sembra una sci-sci-sci-scimmi-mi-mi-mia.»
Ridacchia Frank.
«No, sembra un coglione.»
Lo corregge Chester ammiccando un piccolo sorriso.
«Ecco perché mi taglio, per non diventare un disgraziato così.»
Conclude Marnie. La conversazione finisce con Nick che fa un cenno di approvazione con la testa e torna al motorino di Marnie, senza chiedere a nessuno di spostarsi monta sopra  facendo sbattere Frank contro David facendo quasi cadere Marnie alla guida.
«Ha-ha-hai il fumo? Oppure do-do-do-do-dobbia-a-a-a-amo andare a pre-pre-prenderlo?»
Nick scuote la testa, si indica la scarpa «Ne ho un bel po' nel piede, papà ha detto che questa posso fumarmela io.»
Il padre di Nick è uno spacciatore, forse il più importante nei dintorni. La polizia conosce bene il suo volto, quindi gli risulta più difficile fare traffici in alcune situazioni, logicamente lascia fare quei lavori a suo figlio. Spesso Nick non va a scuola perché suo padre lo manda a fare delle consegne o per fare un po' più di soldi, se in quei giorni non porta il richiesto non viene lasciato entrare in casa. Quell'educazione gli ha fatto venire la pelle dura ed è più che evidente in lui.
«Dove si va? Eh?»
«A-a-a-a-al ma-ma-mare. Ci ubriachiamo e ci facciamo, ci stai?»
«Ci sto.»
Afferma dando una pacca sulla spalla di Frank. A quel punto il gruppo è al completo, tutti e cinque The Mentals: Frank Guariglia, David Colombo, Marnie Lowenthal, Chester Valentine e Nick Herrera. Ogni banda ha il proprio nome. Tutte hanno un nomignolo ridicolo che faccia riferimento al loro essere forti e pericolosi, fighi, ma non è il caso dei cinque ragazzi. Una pomeriggio avevano bevuto e fumato pesantemente, non riuscivano nemmeno a parlare e verso la sera erano andati nel loro bar di fiducia, il Floridia's, gestito dallo zio di David. Ai soliti posti in cui i ragazzi si sedevano c'era un altro gruppo, inizialmente i cinque avevano fatto finta di niente, ma improvvisamente Nick lanciò un bicchiere contro uno dei coetanei che gli aveva rubato il posto e gli altri del gruppo lo imitarono. Una delle vittime gridò con la faccia imbrattata di sangue: "Siete malati! Voi siete i malati". E da allora il gruppo si porta dietro quel nome, ormai sono quasi quattro anni. Tutte le altre gang del posto gli ridono alle spalle, cambiano strada quando i Mentals passano. Non è timore, è puro ribrezzo. I Mentals sono gli ultimi dei delinquenti. In breve tempo arrivano alla spiaggia, tutti e cinque notano allegramente che è miracolosamente vuota, c'è solo qualche persona che sta montando le giostre e gli stand per la serata. Qualche volta anche Frank va a lavorare lì, specialmente in estate, vende le caramelle. Allo stand del tiro a segno si è infortunato aiutando una ragazza ad imbracciare il fucile perché ci stava  provando con lei. Scendono nella zona bassa per fare il bagno mentre saltellano nel tentativo di togliersi le scarpe e i calzini.
«Marnie, vai a sentire se l'acqua è troppo fredda per il bagno.»
Dice Nick spingendo il ragazzo contro il mare che si cade rovinosamente in acqua, ancora completamente vestito.
«Va ancora bene! Possiamo buttarci!» Allora David si toglie la camicia per l'ennesima volta nella giornata e raggiunge Marnie solo per spingerlo sotto l'acqua. Frank, prima di aggregarsi in quel gioco infantile, corre sotto al ponte di legno per nascondere e proteggere il cibo rubato dei Florakis, potrebbe arrivare da un momento all'altro un ragazzo che gli rubi tutto, per lo stesso motivo prende anche le sigarette di David che l'altro lascia sempre incustodite: ha ancora dieci sigarette, alto rischio di furto. Una volta che è anche Frank a torso nudo entra in acqua dove già gli altri quattro tentano di affogarsi a vicenda, si getta contro David e insieme a Nick, Marnie e Chester lo buttano giù appena prova a risalire dando il via ad un gioco sadico nei suoi confronti. Colombo tossisce rumorosamente quando torna in superficie.
«Fu-fu-fu-fu-fuma, fu-fu-fuma!»
Lo prende in giro Frank ridendo insieme agli amici, David accenna un sorrisetto sentendo gli altri divertiti. «Fuma, fuma!»
Gridano in coro come se Nick non facesse fuori tre pacchetti al giorno, Marnie non fumasse perfino i mozziconi per terra, Chester non andasse in pausa sigaretta dopo aver respirato benzina e gas per tre ore e Frank non rubasse sigarette a David stesso. Velocemente iniziano ad annoiarsi a tentare di affogare lo scugnizzo napoletano, stava diventando viola in faccia, ed escono dal mare in gruppo, come un piccolo stormo di uccelli fradici e tremolanti. Chester schizza verso le birre prima che le facciano sparire i ragazzi.
«E' mia.»
Dice Nick strappandogliela dalla mani, l'altro lo lascia fare senza controbattere e va a sedersi insieme agli altri, Frank è alla sua destra. Guariglia lo osserva di profilo, nota un disegno sopra il suo bicipite.
«Ti se-se-se-se-sei fa-fa-fat-to-to un nuo-nuo-nuo-nuovo tatu-tatu-tatuaggio»
Chiede prendendogli il braccio per guardargli meglio il tatuaggio con gli occhi che gli brillano.
«E' il mio segno zodiacale.»
E' la testa di un'ariete marcata da un forte segno nero, di scarsa precisione. «Chi te l'ha fatto?»
«Io, l'ho imparato in carcere.»
Nick è stato l'unico del gruppo ad andare al fresco. Ci è stato per sei mesi per aver provato a vendere della marijuana ad un poliziotto in borghese, la pena era bassa per l'età e la buona condotta. In quel modo ha perso un anno scolastico e si è ritrovato nella stessa classe di Frank, Chester, Marnie e David. Ecco perché è più grande di un anno.
«Dai, me-me lo ta-ta-ta-ta-tatui il to-to-to-to-toro?»
«Perché no?»
«A me lo scorpione!»
Grida Marnie con la bocca piena di olive. Chester non capisce bene l'argomento, a fatica è a conoscenza dei segni zodiacali.
«Marnie, se sono nato il diciotto Gennaio che segno sono?»
«Capricorno, come mia sorella. Lei è nata il sedici.»
«Bene, allora mi tatui il capricorno, Nick.»
Ricaduto il silenzio, David esclama:
«Io sono della vergine!»
«No, tu sei vergine.»
E ridono.

captivus, a novelHikayelerin yaşadığı yer. Şimdi keşfedin