CAPITOLO 20

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"tesoro perché non vieni ad abbracciare la tua mamma"
Pronuncia con una voce così calda.
"Arrivo mamma" strillo correndo fra le  sue braccia.
"Mi sei mancata tanto, sai" dico ancora fra le sue braccia.
"Sono stata via solo qualche giorno piccola mia, ti sono mancata così tanto?"
Mi stacco ed annuisco.
"Tesoro mio ho un regalo per te, vieni con me!"
senza proferire una parola la seguo, ritrovandoci nella sua camera.
"Prima che te lo consegno, promettimi una cosa Kagea"
Quando mi chi chiama per nome o è perché ho combinato un disastro o perché si tratta qualcosa di serio.
Penso se per caso  ho combinato qualcosa, ma non mi viene in mente nulla, quindi vado sulla seconda ipotesi.
"Te lo prometto mamma" dico abbozzando in sorriso.
Si siede sul letto lasciando fuoriuscire un grande sospiro.
"Promettimi anche un'altra cosa, che quello che ti per dare , non lo dirai mai e poi mai a tuo padre"
Annuisco con vigore, non ponendomi la domanda di come mai  non potevo dille nulla a mio papà.
"Sai la tua mamma non ha più tempo, lo sai che sono ammalata".
Annuisco sapendo che in questi gironi che non cera qui con me era andata a farsi visitare da un medico.
"Purtroppo non abbiamo abbastanza soldi per metterci la cura, ormai devo ritornare a casa"
Mi pare che sul suo viso stia scorrendo una lacrima.
Ma non voglio porgli la domanda.
"Perché mamma, questa non è casa?"
Dico preoccupata.
"No, tesoro casa mia si trova la su" esclama indicando in alto, alzo lo sguardo verso il punto in cui ha indicato, non capendo bene cosa volesse intendere.
"Quindi mamma tu abiti tra le stelle?".
Sul suo viso compare un lieve sorriso, annuendo.
Dopo di che si alza da letto avvicinandosi al comodino, tirando fuori una chiave attaccata alla catenella di una collana.
Si toglie la collana facendo scorre la chiave alla sua estremità, la infila nella serratura sbloccando il cassetto, estraendo un foglio ormai ingiallito.
"Che cos'è mamma?" Dico avvicinandomi al cassetto.
"Lo scoprirai quando sarai pronta  " esclama ritornando a sedersi sul letto, picchiettando la superfice incitandomi a sedermi vicino a lei.

Salgo sul letto e mi posizione vicino a lei.
"Questo foglio"
Dice indicandolo con l'altra mano libera.
"Mi raccomando non lo devi leggere, finché non saranno le stelle a permetterti di farlo"
Aggiunge mostrandomi il suo dito di rimprovero vicino al mio viso.
"Ma mamma, io sono curiosa, lo sai anche tu"
Mi guarda e scuote la testa.
"Giusto, non ho altra soluzione, dovrei farti vedere questo, ma ormai il mio tempo è agli sgoccioli".
"Salix, mirty. Binglos" pronuncia queste parole a me incompressibili.
Subito dopo il foglio si trasforma in una massa di luce che fluttua.
"Amniolis"  pronuncia questa unica parola è la massa di luce inizia muoversi. Penetrando nel mio petto, più precisamente dritta nel mio cuore.
Mia madre...
Mia madre sviene.
Buio assoluto.

Mi alzo di scatto portando la mano sul mio cuore, sento un calore disumano, mi manca la saliva, ho il respiro affannato.
Che cosa è successo?
Che cosa vuol dire tutto ciò?
È un sogno o un ricordo?
Mi tocco la fronte percependo che è bagnata, sto sudando?
Mi guardo attorno e noto che anche Pis è sveglio e mi sta guardando, intento a non fare spegnere il fuoco.
"Incubo?"
Dice lasciando per terra il bastone che ha utilizzato per muovere le brace.
"Si" esclamò alzandomi per andare da lui.
Almeno credo.
"Stavo sognando tuo madre?"
Aggiunge guardandomi.
Come fa a saperlo?
Mi volto incredula e gli porgo la domanda che mi vola nella mente da quando l'ho conosciuto.
"Ma per caso leggi nel pensiero?"
Lui scoppia a ridere.
"No, non è uno dei mie poteri, ma mi piacerebbe sai"
Lo guardo seriamente e lui si ricompone.
"Comunque no, solo che ti ho sentito pronunciare la parola madre parecchie volte"
Tiro un lieve sospiro.
Ok I mie pensieri sono al sicuro.
"E perché tu non stai dormendo?"
Dico prendendo in mano il bastone che ha lasciato per terra poco fa, muovendo le braci.
Lui si guarda intorno ed pronuncia.
"Jonny ha sentito un rumore e mi ha svegliato, mi ha consigliato  di farvi la guarda a voi due"
Lasciando sorvolare velocemente questo argomento.
Qualcosa non quadra, non mi convince.
"Dici di dirglielo"
Ritorno alla realtà ponendomi altre domande.
Dirmi cosa?
lo guardo impaziente di capire cosa mi tiene nascosto.
Volta lo sguardo verso di me, capendo cosa sto pensando.
"Non siamo soli" sussurra continuando a guardare il perimetro che ci circonda.
"Come non siamo soli?"  Esclamò preoccupata.
"Penso proprio che non siamo soli" ripete più a se stesso che a me.
"Chi c'è?" Aggiungo orami in panico.
"Dobbiamo andare" esclama Pis
"Sveglia la tua amica che iniziamo a riprendere il viaggio"
Mi alzo senza fare altre domande,
tanto non mi risponde
Che cosa si intenderà che non siamo sole?
Chi c'è? Che non mi vuole dire?
Mi avvicino a Endla inginocchiandomi per scuoterla.
"Sveglia splendore"
Endla mormora qualcosa che solo lei sa,
Apre gli occhi e si mette seduta, pulendosi la bava che gli scendeva dal lato della bocca.
"Che cosa c'è? Esclama strofinandosi gli occhi.
"Dobbiamo ripartire" aggiungo rimettendomi in piedi, Endla alza lo sguardo verso il cielo, abbassandolo con espressione confusa.
"È  ancora notte, dove vuoi andare?"
Mormora alzandosi da terra, pulendosi il vestito.
"Non abbiamo tempo, di parlare, Jonny mi ha appena averti che stanno arrivando"
Si intromette Pis.
"Chi sta arrivando?" Dice Endla sbadigliando.
"Presto, presto non c'è tempo".
Pis si infila due dita in bocca e fischia, facendo così arrivare i cavalli.
Monta i sella accennando con la testa di salire in sella anche noi.
Lo conosco da poco ma in queste ore non l'ho mai visto serio quanto in questo momento.
Saliamo in sella e lo sento mormorare qualcosa di incomprensibile, voltandosi verso il cavallo vuoto in parte a lui.
"Tilias...Mitis...Mor..." Le uniche parole che capisco.
"Pronte ragazze?" Aggiunge voltandosi verso di noi.
Noi due annuiamo e partiamo.
Stiamo galoppando penso ormai da mezz'ora, quando all'improvviso sentiamo qualcosa ruggire.
I cavalli si spaventano quanto noi ed iniziano a correre sempre più veloci.
Mi aggrappo al collo del mio cavallo con la paura di cadere.
All'improvviso mi passa davanti agli occhi quel ricordo di quella notte, la notte che ho rubato il vaso.
Non credo alle mie orecchie, non può essere, il ruggito è lo stesso.
Vengo portata alla realtà, vedendo un'enorme sagoma nera sfrecciare in parte ai nostro cavalli.
Sbaglio o si sta avvicinando sempre di più.
Sento un forte tonfo, chiudo gli occhi aggrappandomi più forte al cavallo.
Un'altra tonfo sempre più forte,
Man mano che il tonfo si fa più forte insieme a lui il mio cuore aumenta il battito.

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