5. L'arrivo

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Dopo circa altre 2 ore finalmente arriviamo a casa dei miei cugini.
Ricordavo che fosse una villa, ma non che fosse così grande. L'esterno presenta un grande giardino sulla quale si intravede una piscina. La casa vista da fuori ha sicuramente più di un piano. Devo dire che è proprio stupenda.
Bussiamo varie volte prima di ritrovarci sulla soglia mia zia con un sorriso a 360⁰.
"Buonasera a tutti. Da quanto tempo è che non ci vediamo? Come stai Tiffany?" esclama nel pieno della felicità.
"Rose, quanto mi sei mancata!" Mia mamma e mia zia prendono a parlare e a dire tutte quelle cose da buone sorelle che non si vedono da tempo, fin quando ad un tratto la zia sembra accorgersi di me
"E tu, Allison sei cresciuta parecchio"
Mi abbraccia
"Vieni" mi fa cenno di seguirla
Arriviamo fuori in giardino dove Carl si sta beatamente rilassando su una sdraio con il cellulare tra le dita.
"Ora Carl ti mostrerà la tua camera. Vero Carl?" lo richiama la madre
Fa un cenno del capo senza staccare gli occhi dal cellulare.
"Carl" al secondo richiamo si degna di alzare lo sguardo.
Si alza e rientra in casa.
"Va con lui, ti mostrerà la stanza e se hai bisogno di qualcosa non esitare a chiederlo" mi rivolge un sorriso
Annuisco, mi volto e lo seguo. Saliamo le scale fino ad arrivare ad una porta chiusa.
"Ecco, questa è la tua stanza" fa per andarsene, ma lo blocco per il polso
"Carl aspetta" si ferma e si volta
"Dimmi"
"Ecco... non ci vediamo da anni, come stai? Adam come sta?"
"Io bene, ad Adam puoi chiederlo stesso tu"
"Sai dove si trova?"
"Credo stia giù con tuo fratello e ora se non ti dispiace ci andrei anch'io" leggo un cenno di fastidio nella sua voce, come se in tutti questi anni non si fosse mai chiesto nulla su di me.
Decido di entrare nella "mia" camera. Appena entro il mio sguardo viene catturato dalla finestra di fronte con una vista splendida, sulla sinistra si trova un armadio di modeste dimensioni. Sulla destra ci troviamo il letto e un po' più avanti vi troviamo una porta. La apro e davanti a me si staglia un bagno. È piccolo si, ma abbastanza grande per me. Decido di iniziare a sistemare le mie cose nei rispettivi posti.

FILIP'S POV
Se c'è qualcosa che ricordo bene sono i giorni passati quì, con Adam e Carl ci divertivamo parecchio, mentre mia sorella per quel poco che la vedevo sembrava essere sempre triste.
Non abbiamo mai avuto un buon rapporto fratello-sorella, sono sempre stato un po' stronzo nei suoi confronti. Ma in realtà le voglio un bene dell'anima, non permetterei mai a nessuno di farle del male. Ho sempre nascosto questo mio lato protettivo. Forse per paura che mi prendessero in giro a scuola? Non lo so più, ormai è diventata la normalità per me.
"Ehi Filip, come stai bro" si avvicina Adam dandomi il cinque, il tempo di ricambiare che sulla soglia appare Carl.
"Ehi bro!"
"Ciao Ad"
"Noi stasera usciamo con i nostri amici, vuoi unirti a noi?"
"Si, perchè no"
"Perfetto, così ti vogliamo" dice Adam allungando il braccio sulla mia spalla

Allison's pov:
Finito di sistemare, mi butto sul letto a peso morto. Sono proprio stanca. Afferro il cellulare e trovo 34 chiamate perse da Sophia, mi agito e provo a richiamarla. Risponde al secondo squillo.
"Alliso-on no-n sa-i c-osa è suc-ces-so"
singhiozza, la voce spezzata dal pianto
"Sophia cerca di calmarti e raccontami tutto"
"T- Travor"
"Sophia sai che qualsiasi cosa sia io ci sono e sappi che puoi contare su di me. Dimmi solo se devo ammazzare quello stronzo e io lo farò. Nessuno può ferire la mia migliore amica"
Sento il vuoto dall'altro capo del telefono. Sto per replicare quando sento un flebile
"Grazie"
"Ti va di raccontarmi come è andata?"
"All'inizio stava andando tutto bene, è venuto a prendermi e siamo andati in un ristorante, abbiamo cenato, chiacchierato, ci stavamo anche divertendo"
"E?"
"E mentre stavamo per baciarci sono entrati due ragazzi, ma che dico entrati, hanno proprio sfondato l'ingresso del ristorante. I loro occhi ribollivano di rabbia. Si sono precipitati al nostro tavolo, uno dei due ha afferrato per il colletto della camicia Travor per poi riempirlo di pugni. A quel punto ho gridato loro di smetterla. Un cameriere, sentendo le mie urla e quelle spaventate delle altre persone, si è precipitato e ha provato a fermarli. Ma non è riuscito a dividerli, ci ha solo rimesso un occhio nero.
L'altro ragazzo si è avvicinato e mi ha preso in disparte con l'intento di mostrarmi delle foto. Esse riprendevano Travor che baciava diverse ragazze. E non erano neanche poche foto ne erano almeno una trentina ed erano tutte ragazze diverse. Inizialmente non capivo cosa volesse dirmi con quelle foto, ma poi mi ha spiegato che Travor fa così con tutte, le seduce, le inganna e fa in modo che i guai in cui si caccia ricadano sulle malcapitate che frequenta.
Ed ha aggiunto che molto probabilmente anche con me avrebbe fatto la stessa cosa."

"Che stronzo"

"Successivamente colui che mi ha mostrato le foto è tornato nell'altra sala dove il suo amico stava ancora picchiando Travor. Di conseguenza sono andata anch'io per prendere le mie cose e andarmene via.
Mi sentivo uno straccio ferita e illusa, e se quei due pazzi non fossero arrivati in quel momento avrei fatto l'errore più grande della mia vita. Mi stavo davvero fidando di un tipo del genere?
Non so nè come nè perchè ma, una parte di me ci aveva sperato davvero di poter avere qualcosa di serio."

"Sophia, sono sicura che prima o poi riuscirai a trovare qualcuno di cui potrai fidarti ed avere qualcosa di serio. Devi solo aspettare"
"Lo credi davvero?"
"Ne sono sicura" le rispondo cercando di trasmetterle tutto il mio ottimismo

"Grazie" riesce a dire tra vari singhiozzi

"Sei riuscita ad andartene poi?"

"Ora ti spiego. Una volta entrata nella sala il ragazzo che mi aveva parlato prima era di fianco all'altro, a quest'ultimo ricadeva il sangue dalle nocche sul pavimento, mentre Travor era disteso a terra quasi privo di sensi. Poi i due sono andati via, stavo per fare lo stesso fino a che Travor mi ha urlato di non andarmene e che era tutto un malinteso. Continuava a blaterare che io ero l'unica per lui che mi amava e tantissime altre stronzate. Non avrei sopportato una parola in più. Sono andata via senza battere ciglio."

"Hai fatto bene. Almeno gli hanno dato una lezione a quello stronzo"

"Però mentre camminavo per tornare a casa sono scoppiata in lacrime. E mi sono chiesta: Com'è possibile?
L'anno scorso era gentile, disponibile, ricordo che mi raccontò che non aveva mai avuto una ragazza perchè attendeva che arrivasse quella giusta. Come è potuto cambiare così tanto in un anno?"

"Forse è sempre stato così, forse faceva tutto parte di un suo piano fino ad adesso. Forse non è mai cambiato"

"È assurdo come una persona possa spingersi a fingere così tanto, solo per raggiungere i propri scopi"

"Mi raccomando ora non pensarci più,  sei a casa giusto?"
"Sono appena arrivata"
"Se potessi verrei da te con qualche vaschetta di gelato e vedremmo insieme un bel film"

"Come farei senza di te?"
"Saresti sempre depressa in queste situazioni"
"Giusto, ma mai come te"
Scoppiamo entrambe a ridere, fin quando qualcuno non bussa alla porta.
"È pronto, scendi" Eccola la voce brusca di mio fratello
"Arrivo"
"Scusami devo andare. Ti richiamo dopo"
"D'accordo, a dopo"
Riattacco
"Con chi parlavi?" mi interroga Filip
"Sophia"
"Era lei che piangeva?"
"Anche se fosse perché ti interessa?"
"No, bho così. Sentivo piangere" distoglie lo sguardo
"Vabbè dai scendi" esce dalla stanza.

Come Sole e Luna Where stories live. Discover now