1. L'ultimo giorno

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Appena scendo le scale sento un profumo delizioso provenire dalla cucina.
"Buongiorno" mi saluta mamma con un bacio sulla fronte
"Cosa hai preparato? C'è un odore quì"
"Uova e bacon. C'è anche della spremuta se ti va"
Annuisco e inizio a prendere piatti e bicchieri.
"Tu ne vuoi?" Dico indicando la spremuta
"Si, ma non troppa"
Riempio i bicchieri di conseguenza e le porgo il suo
"Pronta per l'ultimo giorno di scuola?"
Aspettavo questa domanda
"Certo"
"e allora perchè quella faccia?" non posso mentirle lei lo capirebbe mi conosce fin troppo bene, sa quando c'è qualcosa che non va.
"Bhe, oggi appunto è l'ultimo giorno e mi dispiace lasciare i miei compagni e poi sai che odio l'estate. È sempre tutto monotono".
"Non preoccuparti, vedrai che quest'estate non ti annoierai"
"Come sarebbe a dire non ti annoierai?"
"Bhe, in realtà doveva essere una sorpresa, ma, io e tuo padre abbiamo deciso di andare a trovare i tuoi cugini in California. Passeremo l'estate lì"
Dire che rimango di sasso è poco, mi pietrifico totalmente. Pian piano mi ritornano in mente ricordi di quando ero bambina. I miei cugini Adam e Carl mi odiavano. Ricordo quante me ne facevano passare solo perchè ero più piccola di loro. Una volta mi tagliarono una ciocca di capelli mentre dormivo. È stato terribile quando mi svegliai.
Ricordo che andai in bagno e quando mi vidi allo specchio cominciai ad urlare e a piangere. Appena mi udirono, i due, si precipitarono in bagno e quando mi vedero si sbellicarono dalle risate, mentre io rimasi a fissare il mio riflesso tra le lacrime che mi rigavano le guance. Credo che non riuscirò mai a dimenticare quella risata, era atroce, mi graffiava l'anima e mi distruggeva ancora di più.

All'epoca pensavo che cosa peggiore non ci potesse essere, ma adesso so che non è così. Il solo pensiero di dover passare un'intera estate con loro, di ritornare a subire i loro giochetti è come un pugno allo stomaco. Però parliamo di circa... 10 anni fa? Saranno cresciuti ora, quindi non dovrebbero più essere come all'ora o almeno spero.
"Tutto bene tesoro? Sembra che tu abbia visto un fantasma"
"Si mamma tutto ok"
Annuisce pensierosa, so che ha capito che c'è qualcosa che mi turba ma per il momento fa finta di non essersene accorta.
"Dai mangia, altrimenti farai tardi"
Mi siedo a tavola e nel mentre arriva anche mio padre
"Come va? Dormito bene figlia mia?" Dice lasciandomi un bacio sui capelli
"Sisi, tutto bene"
"Buongiorno caro, mangi qualcosa?"
"Bevo solo un po' di spremuta poi devo scappare altrimenti faccio tardi"
Eccolo, mio padre sempre di fretta.
Gli porgo il bicchiere e lui beve il contenuto in pochi secondi.
"Io vado, ci vediamo più tardi" dice con un sorriso stampato sul volto
"Buon lavoro tesoro"
"Ciao papà"
Termino  la colazione e aiuto mamma a riporre i piatti e bicchieri nella lavastoviglie.
"Ora vado altrimenti faccio tardi"
"Va bene tesoro" mi da un bacio sulla testa e mi lascia andare.
Mentre mi incammino vedo più avanti la mia amica Sophia. Dato che è girata di spalle, decido di farle uno scherzo. Mi avvicino pian piano e quando meno se lo aspetta le tocco la spalla.
"Oh mamma, Allison! Mi hai spaventata a morte" cerco di trattenermi ma mi scappa una risata, purtroppo è più forte di me, non posso farci nulla. Sophia fa un espressione così buffa quando si spaventa che è impossibile non ridere.
"Se la ride pure. Tranquilla non la passerai liscia"
"È una minaccia?"
Scrollo le spalle
"forse"
Ci guardiamo e scoppiamo a ridere entrambe.
Nel mentre la campanella non ritarda a farsi sentire, io e Sophia ci precipitiamo verso la scuola. Rimaniamo un attimo fuori a fissarla, non ci entreremo più per bene o male tre mesi.
Entriamo, è tutto come al solito, ma so già che all'ultima ora, si scatenerà l'inferno.
Io e Sophia ci dirigiamo in classe, quest'ultimo giorno come ogni anno non si farà nulla, né sono più che certa.

Passate quattro ore, nella quale i professori hanno solamente corretto i compiti e assegnato quelli per le vacanze, ci resta l'ultima ora. Io e Sophia siamo sfinite, menomale che oggi è l'ultimo, non reggo più.
Arriva il prof e si comincia.
Per tutta la lezione io e Sophia ci lanciamo degli sguardi supplichevoli, non ne possiamo più.
Al suono della campanella tutti corrono  fuori dall'aula, come una mandria di cavalli, o roba del genere.
Io e Sophia invece aspettiamo che si svuotino i corridoi per poi uscire con più calma. Salutiamo il professore augurandogli buone vacanze e dopo circa 5 minuti usciamo da scuola. Se prima c'era il caos più totale e sembrava che a momenti potesse cadere la scuola, ora, dopo neanche 5 minuti è tutto deserto. Strano ciò che la scuola fa agli alunni, eh.
Una volta uscite saluto Sophia e mi dirigo verso casa.

Come Sole e Luna Where stories live. Discover now