Capitolo 39

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Il mattino seguente
Sumire Pov
Sumire: "Attenzione tesoro! Sii cosciente che devi rimanere perfettamente dritta!" Le ricordai, mentre ridacchiavo tra me e me.
Versai ancora un po' d'acqua in quella tazzina, posata sopra la sua testa, mentre potevo chiaramente notare la sua concentrazione per non fallire in quella 'missione'.
Una cosa tanto banale, che alla fine si rivelava tra le più complesse.
(T/n): "Per quanto tempo dovrò rimanere così esattamente?" Domandò, abbastanza incerta della situazione.
Posai l'acqua sul tavolo, mentre con la coda dell'occhio notai come quella tazzina stesse già tremando.
Sumire: "Almeno qualche ora, senza farla cadere, ovviamente!" Risposi, mentre mi preparavo per servire la colazione.
(T/n): "Ore? È davvero possibile una cosa del genere? E soprattutto, è davvero utile?" Chiese ancora, mentre mi guardava, ma senza girare il volto.
Sumire: "Oh tesoro, ti prego di non dubitarmi. Alla fine, sei stata proprio tu a decidere di affidarti a me e ai miei metodi, no?" Dissi, mentre prendevo le bacchette e le posizionavo sulla tavola.
Sumire: "Potresti farmi il favore di prendere i tovaglioli, cara?" Chiesi, mentre mi occupavo di mettere i vari piatti e di sistemarli.
Non ci volle nemmeno più di un secondo, che sentii dell'acqua cadere a terra.
Mi girai, e vidi la ragazza completamente bagnata in testa, mentre teneva quella tazzina con una mano.
Sumire: "Ah! Devo ammettere che sei davvero abile, già mi aspettavo di pulire frammenti di tazzine per tutto il giorno!" Scherzai, ridendo un po', anche se potevo vedere chiaramente che lei non era altrettanto diverta.
Mi avvicinai a lei, la presi dalle spalle per non farla muovere. Afferrai la tazzina dalle sue mani, e la posai nuovamente sopra la sua testa.
La riempii ancora una volta d'acqua, mentre la ragazza mi guardava chiaramente dubbiosa.
Sumire: "Dai, dai! Pulisci per terra, mentre io finisco di preparare la colazione" le dissi, prima di girarmi e tornare a ciò che stavo facendo prima.
La sentii sospirare, per poi fare ciò che le avevo richiesto.
La notavo, con la coda dell'occhio, sforzarsi per non sbagliare di nuovo, anche se potevo avvertire la difficoltà che provava nel farlo.
Probabilmente si domandava il senso di tutto questo, ma alla fine rimaneva muta e si occupava di eseguire gli ordini.
Proprio un burattino ben addestrato, dovevo ammettere. Ma alla fine cos'altro potevo aspettarmi dal famoso Demone Prodigio? Quell'uomo l'ha proprio tra le sue mani e, considerata la sua lealtà, dubito che (T/n) si ribellerà mai a lui.
Però c'è anche da considerare il rosso...non che sia in grado di superare Dazai nei giochetti mentali, ma forse...
Ma no, cosa vado pensando? Anche mettendo caso che trattasse la ragazza come una vera e propria sorella, lei non sarà mai in grado di sostituire Dazai.
Quanta stupidità in tutta quella sua intelligenza...quasi sprecata, a questo punto.
Mi chiedo quale potrebbe mai essere il suo vero obbiettivo. Servire Dazai, o la Port Mafia, fino alla morte? Oh no, non credo a quelle sciocchezze. Quella ragazzina nasconde più cose di quante ne potessi anche solo immaginare.
Mi lasciai scappare una piccola risatina, quasi scordandomi che fosse nella stessa stanza.
La mia mente, a quel punto, pensava ad una sola frase: "Noi due siamo più simili di quanto mi aspettassi".
La notai guardarmi con la coda dell'occhio, mentre finiva di sistemare. Anche se "guardare" non era il termine adeguato in quella situazione..."analizzare" era nettamente migliore.
Avrei proprio voluto sapere di quanto fosse già venuta a conoscenza riguardo a me, quante cose avesse capito e scoperto.
A questo punto non potevo far altro che aspettare che rivelasse quell'informazione di sua volontà.
Ero certa che lo avrebbe fatto prima o poi, per un motivo o per un altro.
(T/n) era proprio la ragazza che stavo cercando per tutto questo tempo, quanta fortuna che i nostri cammini si fossero intrecciati.
Questa avventura, se così potevo chiamarla, sarebbe stata certamente la più emozionante di tutta questa mia breve vita.

Sumire: "Forza!! Veloce, veloce! Non vogliamo che qualcun altro metta le mani su questi piccoli tesori prima di noi!" La incitai, mentre con gli occhi osservavo tutti i gioielli luccicanti che potessi trovare.
La ragazza non era altrettanto entusiasta, ma quello poco importava.
(T/n): "Non avevi detto di avere già tutta questa roba? Perché ne stai comprando altra?" Chiese, col suo tono neutro come sempre, seppure potevo percepire anche un po' di noia e irritazione.
Sumire: "Ne ho di modelli simili, ma ti ricordo che stiamo facendo shopping per te! Abbiamo bisogno di colori diversi, forme alternative...e poi non riesco mai a dire di no a cose scintillanti!" Risposi, prendendo in mano qualche fermaglio.
Lei mi seguiva ovunque andassi, portando tutte le buste senza dire una parola.
Che potesse essere chiamato sfruttamento? ...Ma no, alla fine stavo acquistando solo per lei, quindi che portasse la sua roba.
Non che ne fosse particolarmente felice lei, ma quello era un dettaglio trascurabile.
Sumire: "Guarda questi orecchini. O cara, ti starebbero una favola!" Dissi, mentre ne presi uno e lo appoggi leggermente contro il suo orecchio, giusto per farmi un'idea.
Questi pendenti erano meravigliosi, e la risaltavano fin troppo per essere ignoranti.
(T/n): "Vuoi davvero spendere circa trecentomila yen(1) per questo singolo paio di orecchini?" Mi chiese sorpresa, mentre osserva il prezzo del gioiello.
Sumire: "Non fare la guastafeste, stai rovinando la vera essenza dello shopping! Smettila di pensare a quegli inutili numeretti, pensa invece a quello che hai davanti!" Dissi, anche se lei non sembrava tanto convinta dalla mia 'spiegazione'.
Sospirò rumorosamente, ma non rispose. Forse aveva perso le speranze.
Continuai a fare avanti e indietro tra i vari scaffali, osservando ogni singola vetrina, ogni singola pietra ben curata, ogni singolo gioiello dai mille colori.
Potevo tranquillamente notare come lei non fosse interessata in tutto questo, probabilmente lo trovava addirittura uno spreco di tempo.
Non la potevo biasimare, però. Anche avendo non troppe informazioni sulla sua vita personale posso capire che non è una abituata a passare giornate come queste.
Presumibilmente le era stato insegnato un approccio più diretto. Più...violento.
Alcune volte più facile, ma certamente noioso. A meno che non fosse sadica, ma quello lo dubitavo fortemente.
Ciò che io facevo era sicuramente più 'divertente', se così lo potevo definire. Alla fine la distinzione era chiara: io giocavo con le menti, lei le spaccava lasciandone solo un lurido cadavere.
Potevo scommettere tutti i soldi che possedevo sul fatto che lei fosse realmente interessata al mio modo di lavorare. Perché rischiare così tanto, sennò?
Sumire: "Mh...direi che in qui abbiamo finito. Perché non vai a pagare, mentre io cerco il prossimo negozio?"
(T/n): "Un altro?? Sumire, questo è letteralmente l'ottavo negozio in cui siamo passate. Non ci serve così tanta roba!" Cercò di protestare lei, anche se era abbastanza inutile, dato che avrei fatto come volevo comunque.
Sumire: "Meglio abbondare che deficere!" Ridacchiai tra me e me, mentre mi incamminavo verso l'uscita del negozio.
La sentii sbuffare, chiaramente irritata dal mio comportamento, ma poi si diresse alla cassa e fece ciò che le avevo detto.
Io, nel mentre, davo una veloce occhiata nei dintorni, cercando dove infilarmi in seguito per spendere quei soldi che tanto non avrei usato.
Non ci misi troppo tempo per adocchiare un grazioso kimono riposto nella vetrina di un negozio non troppo distante da dove ci trovavamo.
Mai nella mia vita pensai d'essere capace d'innamorarmi così velocemente, eppure avrei dato anche un occhio per mettere le mani su quello splendido abito.
Appena vidi (T/n) uscire, ogni volta con più e più buste, la presi per il braccio e corsi verso la direzione del mio prossimo acquisto.
Lei cercò di farmi rallentare, in quanto correre e reggere tutte le buste del nostro 'piccolo' shopping le stava risultando complicato.
Ma, per quanto mi dispiacesse per lei, non potevo lasciare qualcun altro rubare quel vestito.
Appena la ragazza capì a cosa stavo puntando, si lamentò nuovamente.
(T/n): "A cosa ci servono altri abiti se ne hai già ordinati alcuni alla tua stessa sarta?" Chiese, mentre già mettevo i piedi dentro al negozio.
Non ebbi nemmeno tempo di rispondere, che la ragazza sembrò capire.
La sua espressione cambiò, e non sembrava più irritata. Mi sorprendeva la velocità che ci metteva per capire le mie mosse, ma a quanto pare più mi conosceva più era in grado di prevedere ciò che avrei fatto.
(T/n): "Quante ne hai adesso?" Domandò dopo un attimo di silenzio.
Malgrado sapessi già di cosa stesse parlando, feci finta di nulla giusto per confermare che avesse seriamente capito.
Sumire: "Cosa?" Domandai, dandole una veloce occhiata mentre un sorrisetto si formava sulle mie labbra.
(T/n): "Armi. Quante armi possiedi in questo stesso momento?" Si spiegò meglio, i suoi occhi fissi sulla mia figura.
Ridacchiai per un attimo, ma non la guardai. Era intelligente. Un tipo di intelligenza nettamente raro, ma uno che conoscevo perfettamente.
Sumire: "Diciamo un paio. Da cosa l'hai intuito?" Le chiesi, curiosa di scoprire come abbia fatto a capirlo così velocemente.
(T/n): "Non avresti contatto la tua sarta anche quando sapevi perfettamente che saresti andata a comprare dei vestiti tu stessa, sarebbe stato uno spreco di soldi e tempo. Considerando che non disponiamo di tutto il tempo del mondo in quanto io dovrò eventualmente tornare a Yokohama, chiamare la tua sarta sarebbe stato svantaggioso. Ma lo hai fatto lo stesso. L'unica cosa che potrebbe giustificare questo comportamento, quindi, è che la tua sarta modifica i tuoi kimono per creare scompartimenti segreti dove nascondere le tue armi. Non è forse così?" Spiegò il suo ragionamento, e fui sorpresa da quanto fosse impeccabile.
Ogni cosa aveva un perché, e si collegava l'una con l'altra senza alcun tipo di incoerenza.
Non che mi fossi aspettata qualcosa di diverso da lei, ma forse era sempre sorprendente trovare qualcuno così simili a se stessi.
Sumire: "Esattamente. Lo hai capito in fretta, compimenti. Beh, cose ne vuoi fare di questa informazione ora?" Le chiesi, mentre già mi incamminavo verso uno dei commessi per farmi confezionare l'abito e pagarlo.
(T/n): "Nulla, in verità. È una tecnica astuta, me lo sarei dovuta aspettare da te" disse, mentre seguiva ogni mio passo.
Sumire: "Suvvia cara, sei troppo dura con te stessa. Credimi, nella mia vita ho lavorato con molti professionisti, sia assassini che ufficiali di polizia, ma nessuno di loro è mai riuscito ad accorgersene. Tu invece l'hai capito in un breve lasso di tempo, senza bisogno che io ti dicessi nulla. Non credi sia un qualcosa di incredibile?" Domandai, guardandola mentre un sorriso più sincero si fece strada sul mio viso.
Non ero a conoscenza delle tecniche che Dazai utilizzava per addestrarla o tenerla sotto controllo, ma ero più che certa che i complimenti le mancavano.
Prevedere quell'uomo, comunque, era l'equivalente di leggere un libro da ciechi, quindi non potevo fidarmi troppo delle mie intuizioni.
Però c'era una domanda che non riuscivo a togliermi dalla testa: (T/n) era davvero all'oscuro della maschera che Dazai stava indossando solo per poterla usare per i suoi scopi e quelli della Port Mafia?
Lei era una ragazza tanto intelligente e sveglia, ma Dazai rimaneva pur sempre più astuto di tutti gli altri.
Io però l'avevo notato, quindi perché lei non ci era riuscita? Era davvero così abbagliata dal quel teatrino che Dazai stava comandando da dietro le quinte? Forse l'idea di una nuova famiglia l'accecava così tanto da non farle notare la manipolazione di quel demone.
Povera ragazza, si meritava una vita migliore...
Anche se avessi voluto aiutarla, avrei comunque fatto la fine della sua vecchia amica. Com'è che si chiamava? Mh...ah si, Haruka.
Ma se questo è ciò che lei desiderava, chi ero io per interferire? Dopotutto ero la prima ad avere obbiettivi che sarebbero stati considerati troppo rischiosi o direttamente inutili.
(T/n): "Quanto manca ancora? Si sta facendo tardi, e onestamente non ho intenzione di passare tutta la serata in mezzo a mille negozi" disse, rimandando al mio fianco mentre pagavo per quel meraviglioso abito.
Sumire: "Che guastafeste...Va bene, va bene. Adesso torniamo a casa per posare questa roba, e poi andiamo a rilassarci come ti avevo promesso" le risposi, mentre iniziavamo ad incamminarci verso l'uscita del negozio.
Aspettammo il mio autista, in quanto ci trovavamo abbastanza distanti dalla mia abitazione.
Lei rimase in silenzio per tutto il tempo, ma non mi dispiaceva. Non era uno di quei silenzi imbarazzanti, tutt'altro. Entrambe eravamo a nostro agio, senza sentire il bisogno di riempire l'aria di piccole conversazioni inutili.
Quando eravamo nella macchina la vidi tirar fuori il suo telefono, e mentirei se dicessi che mi girai dall'altra parte per lasciarle la sua privacy. Era la curiosità, nulla di più.
Intravidi un messaggio, ma lei rispose velocemente e io non ebbi il tempo di vedere chi effettivamente lo avesse inviato.
"Ehi mocciosa, sei stata ammazzata oppure sei ancora viva?" Era ciò che citava il messaggio in questione.
Non mi ci volle molto per capire chi le stesse scrivendo, da come scriveva era chiaro che era Chuuya.
La scelta alla fine ricadeva su di lui e Dazai, ma quest'ultimo non avrebbe mai usato quelle stesse parole.
Adorabile come quel ragazzo si stesse preoccupando per lei, ma comunque cercava di nasconderlo.
Forse (T/n) lo aveva contagiato con l'idea della bella e felice famigliola, e adesso lui la vedeva come una piccola sorellina da proteggere.
Però, anche solo immaginarlo mi faceva quasi ridere.
Dazai, il ragazzo che lei tanto ammirava e seguiva, non si era degnato nemmeno di assicurarsi che fosse ancora in vita.
Davvero non lo capiva? Forse semplicemente non le importava, finché lui le desse quelle attenzioni che cercava.
Rimaneva pur sempre un'autodistruzione, quello era certo.
Guardai fuori dal finestrino, mentre cercavo di entrare nella testa di quella ragazza. Era tanto giovane, ma nascondeva più cose di quante me ne aspettassi.
Forse era cosciente della messinscena di Dazai, e stava al gioco solo per sopravvivere in quella nuova vita.
Aveva già provato a scappare, quello lo sapevo, ma aveva perso contro di lui.
Quella poteva sicuramente essere un'opzione, ma qualcosa non quadrava.
Dopo un po' ci rinunciai, la risposta l'avrei potuta scoprire solo se l'avessi sentita da lei stessa, ma dubitavo fortemente che avrebbe mai confidato qualcosa di così personale con me.
A casa non parlammo molto, sistemammo i nostri acquisti e in seguito eravamo nuovamente per strada, verso quella spa che ormai conoscevo perfettamente.
Lei si era già insospettita, lo potevo vedere, e non ci volle molto prima che quella domanda, che ero sicura avrebbe chiesto, fu pronunciata dalle sue labbra.
(T/n): "Sarà solo una mia impressione, ma non è un po' tardi? È davvero aperta adesso?" Domandò, mentre mi guardava dubbiosa.
Sumire: "Lo è, fidati di me! Non è la prima volta che ci vado" le risposi, continuando a camminare a passo veloce.
Ovviamente la sua osservazione non era errata, ma non teneva in considerazione in miei piccoli 'trucchetti', se così li potevo chiamare.

Sumire: "L'acqua qui è proprio perfetta, non credi? Né troppo calda né troppo fredda, ottima per rilassarsi dopo una lunga giornata" commentai, mentre mi godevo quella sensazione così confortevole.
(T/n): "Si, non posso negarlo" sussurrò lei, mentre immergeva la testa fino al naso, e potevo chiaramente notare che si stesse riposando.
Potevo osservare qualche ferita sul suo corpo, probabilmente derivante dal suo vecchio allenamento con i due, oppure dalla sua ultima missione.
In ogni caso dovevo ammettere che non rovinavano il suo corpo nemmeno un po'. Rimaneva una bella ragazza, a potevo solo immaginare come sarebbe diventata da grande.
(T/n): "Conosci qualcuno che lavora qui, non è vero? Questo luogo è completamente deserto, ci siamo solamente noi due. Questo vuol dire che dovrebbe essere chiuso, ma stanno facendo un'eccezione per noi" disse dopo un po', guardandomi dritta negli occhi.
Sumire: "Si, hai assolutamente ragione. Ho qualche amica stretta che si da il caso lavori qui, e chiude sempre un occhio quando si tratta di me" le risposi sorridendo.
Diciamo che non era totalmente falso, chiamiamolo una mezza verità.
Comunque potevo scommettere su tutto ciò che possedevo che lo avrebbe capito da qui a una decina di minuti.
Dopo poco vidi una delle solite impiegate che posava sull'acqua un piccolo vassoio pieno di stuzzichini.
Appena arrivò di fronte a noi vidi la ragazza mettere gli occhi su un qualcosa in particolare, ma non era ciò che più mi interessava.
Sapevo esattamente cosa cercare, così alzai leggermente uno di quei piattini e tirai fuori il biglietto che nascondeva.
Lo lessi, e in seguito ridacchiai.
(T/n): "Adesso ho capito...Il motivo per cui ti lasciano entrare anche dopo l'orario di chiusura è perché collaborano con te, non è così? È in questo modo che ricevi le tue missioni, sei astuta...Nessun cliente arriva direttamente a te, ma deve incontrare delle fidate sottoposte che selezionano solo gli incarichi migliori per te. Straordinario, davvero" disse, mentre mi guardava con un'espressione sia stupita che compiaciuta.
Sumire: "Preparati, tesoro, perché abbiamo il tuo primo caso tra le mani" le risposi, sventolando il foglietto all'aria mentre ridevo allegramente.

1) Trecentomila yen sono circa duemila euro.

Angolo autrice
Sto in ginocchio, piango, urlo, mi dispero, chiedo perdono, venia e pietà.
Amori miei, io non so come chiedervi scusa. Io seriamente non so cosa mi stia succedendo in questi ultimi tempi, sembra che aggiornare diverta un parto piuttosto che una semplice scrittura di un capitolo.
Giuro che non ho mai avuto l'intenzione di fermarmi per così tanto tempo, e tutt'ora non so perché io non sia riuscita a portarvi questo stramaledetto capitolo in precedenza.
Sembra che più dico che mi impegnerò e più faccio il contrario, quindi diciamo che inizio a evitare di dirlo.
L'unica cosa 'positiva' è che in tutto questo tempo mi sono venute più idee che mai.
Mi basterà lavorarci un po' e probabilmente avrete degli ottimi capitoli in futuro (ci vorrà un po' ma giuro che se tutto va bene e queste mie idee funzionano davvero ne varrà la pena).
Comunque, come ogni singola volta spero che questo capitolo sia stato di vostro gradimento e mi scuso per eventuali errori.
Adesso direi che è arrivato il momento di dormire per me, e anche per voi se state leggendo di notte.
Ci risentiremo al prossimo capitolo (che spero sarà il più presto possibile)

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⏰ Last updated: Oct 01, 2023 ⏰

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ᰔ𝓝𝓸𝓷 𝓹𝓸𝓼𝓼𝓸 𝓪𝓶𝓪𝓻𝓮ᰔ(DazaixReader)Where stories live. Discover now