Capitolo 28

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La sera (dello stesso giorno)
Chuuya Pov
Stavo cercando di rilassarmi di fronte ad un favoloso bicchiere di vino, però la mia mente continuava a pensare a vari avvenimenti di questi ultimi giorni.
In effetti era successo qualcosa di strano, la morte di Haruka.
Per carità, il nostro è un lavoro rischioso dove la morte diventa la nostra migliore amica, eppure qualcosa non quadrava.
Pur non avendo alcun potere sovrannaturale, Haruka era un'ottima combattente.
È vero che le affidavano missioni non troppo complicate, come uccidere determinate persone, oppure ricavare informazioni, però non riuscivo a credere che fosse morta da un giorno all'altro.
Mi misi una mano tra i capelli, mentre con l'altra avvicinai il bicchiere alle labbra, assaggiando nuovamente quel liquido rosso che tanto amavo.
Questa faccenda mi stava quasi infastidendo, e questo per un'unica certezza.
Quel bastardo di Dazai c'entrava qualcosa.
Non sapevo come, né il perché, ma ero sicuro che lui era coinvolto in tutta questa storia.
La cosa che più non quadrava era la fuga di (t/n).
Possibile che senza un preciso motivo era scappata? Non era proprio lei che amava stare qui, soprattutto per la presenza di Dazai?
Qualcosa non andava bene, e io avrei scoperto cosa stava succedendo.
Posai con forza il bicchiere sul tavolo, e a causa dell'impatto una piccola parte del liquido andò a finire sul tavolo.
Non avevo affatto voglia di pulire, perciò avrei semplicemente costretto Dazai a farlo al posto mio.
Dazai: "Chuuyaaaaa" disse correndo verso di me.
Parli del diavolo e spuntano le corna.
Chuuya: "Cosa vuoi?" Chiesi.
Dazai: "Allora" iniziò, aprendo una mappa della città e mettendola sul tavolo "La posizione di (t/n) in questo momento è questa" mi informò, indicando un punto.
Chuuya: "Come diavolo ha fatto ad arrivare fino a li?!" Domandai abbastanza stupito.
Dazai: "Lunga storia. In ogni caso, ora ti illustrerò il mio splendido piano"
Chuuya: "Avanti, illuminami" dissi annoiato.
Dazai: "Per prima cosa mi porti da lei. In seguito potrai fare qualsiasi cosa tu voglia. Ti chiamerò io quando dovrai venire a riprenderci" disse.
Chuuya: "Perché dovrei andarmene invece di cercare (t/n) insieme a te?" Chiesi.
Dazai: "Perché se la rincorriamo in due le facciamo venire un attacco di cuore" mi spiegò.
Chuuya: "Guarda che quando le saranno affidate delle missioni, essere inseguita da un grande gruppo di persone sarà la normalità" dissi, come se fosse la cosa più scontata del mondo.
Dazai: "Si, ma tu non ti metti nei suoi panni. D'altronde sei stupido, non potresti capire" mi rispose, prendendomi in giro.
Chuuya: "Dato che tu sei tanto intelligente, pulisci il tavolo" risposi io.
Dazai: "Altro che pulire, andiamo subito" mi informò.
Chuuya: "Prima pulisci, poi andiamo" ribadii io.
Dazai: "Non mi va" rispose ancora.
Chuuya: "Chi è che sa guidare qui?" Gli chiesi.
Dazai: "Oh e va bene" disse scocciato.
Dopo che lui finì uscimmo di casa, dirigendoci verso la mia macchina.
Lo lasciai dove lui mi disse, ed io tornai tranquillamente a casa.
A quel punto non dovevo fare altro che aspettare, chissà per quanto tempo però.

Dazai Pov
Chuuya mi fece scendere davanti al palazzo in cui si trovava (t/n).
Non ci misi affatto molto per trovarla, anche perché tutto era andato secondo i piani.
Presi il telefono, digitai il numero datomi in precedenza da quell'uomo ed aspettai una risposta.
Bastarono quei pochi yen per convincerlo ad aiutarmi, potevo dire che provavo un certo senso di disgusto per gente come lui.
Dopo poco una voce femminile mi rispose.
Yoshiro: "Pronto?" Disse lei.
Dazai: "Buonasera. Scusi il disturbo, (t/n) è lì?" Chiesi.
Ci fu un attimo di silenzio, a quanto pare era sorpresa.
Poco dopo sentì che passò il telefono a qualcuno, ma quest'ultimo non disse una parola.
Dazai: "Ti sei divertita?" Le domandai, con tono tranquillo.
Non ebbi nessuna risposta nemmeno questa volta.
Dazai: "Si è fatto tardi, meglio tornare a casa, non
credi?" Continuai io.
Anche questa volta non sentì mezza parola uscire dall'altro lato del dispositivo.
In seguito un piccolo bip mi invase l'orecchio.
Osservai lo schermo del telefono.
Dazai: "Mi ha davvero attaccato in faccia? Che maleducazione..." dissi tra me e me.
Misi nuovamente il cellulare in tasca, e poi aspettai qualche minuto con la schiena poggiata al muro.
Avevo già previsto le sue mosse, le avrei quindi lasciato un po' di vantaggio.
Anche se ero più che consapevole che non avrebbe fatto molto effetto.
Di fatto, non conosceva nulla di questa città, né avrebbe mai potuto battermi.
Direi che aveva fin troppi svantaggi.
Mah, potrei tranquillamente dire che se il suo avversario non fossi stato io, se la sarebbe cavata.
Eppure la fortuna non gioca dalla sua parte questa sera.
Certo però che aspettare qui senza fare nulla era noioso...beh direi che a questo punto potevo anche andare.
Iniziai a correre, cercando di mettermi nei suoi panni nel caso avesse preso qualche scelta diversa da quella che pensavo.
Dopo un po' di minuti la raggiunsi, ma decisi in ogni caso di seguirla da distanza.
Dovevo dire che si muoveva bene, gli allenamenti con Chuuya davano i loro frutti allora.
Forse sarebbe meglio farle studiare la cartina della città, riuscirebbe ad orientarsi meglio.
Ma adesso non è importante, ciò che davvero mi interessa è farla tornare a casa, e questa volta in maniera definitiva.
Devo dire che anche io mi ero affrettato un po' troppo, alcuni negozi erano ancora aperti, ma alla fine non mi creava troppo svantaggio.
A questo punto avrei dovuto rivalutare leggermente le sue mosse, nulla di troppo complicato.
Mi nascosi dietro un muro, sbirciando qualche volta.
La vidi entrare in quello che pareva essere un bar.
La seguì, entrando notai che lei non c'era, così decisi di chiedere a una delle persone che lavorava qui.
Dazai: "Mi scusi" richiami il ragazzo dietro il bancone.
Dazai: "Ha per caso visto una ragazza passare di qui? Capelli (c/c), occhi (c/o)" chiesi.
"Si, poco fa è andata in bagno" mi rispose lui, tornando poi a pulire il piano.
Dazai: "Grazie" dissi, per poi dirigermi verso i bagni.
Scommetto che se ne sarà accorta della mia presenza, ma poco importava.
A questo punto credo avesse due opzioni: si poteva nascondere, oppure scappare dalla porta sul retro.
Però io ero proprio davanti a quest'ultima, quindi o era uscita senza che io me ne accorgessi, oppure rimaneva solo la prima opzione.
Non sarebbe stato male controllare in ogni caso, anche se ero più che sicuro che non era riuscita ad uscire in così poco tempo.
Entrai così nel bagno femminile, guardandomi attorno.
Sapevo che teoricamente in quel posto io non ci dovevo stare, ma nessuno mi aveva visto quindi perché no.
Stranamente non c'era traccia della ragazza, guardai in alto, e notai una piccola finestra.
Possibile che sia uscita da li?
Mi avvicinai per controllare meglio, le misure erano troppo piccole, non sarebbe mai riuscita a passare qui.
Quindi alla fine fu davvero in grado di andarsene dalla porta sul retro, eh?
Questo gioco si stava rivelando più divertente del previsto.
La ragazza era furba, e in un certo senso anche lei aveva previsto il mio ragionamento.
Mah, in ogni caso non la posso comparare al mio livello, ha ancora troppo da imparare.
Mi precipitai fuori, eppure anche li lei non era presente.
Mi guardai attorno, questo non era affatto uno dei migliori luoghi, anzi, mi faceva venire la nausea.
Di fianco a me si trovavano alcuni secchi della spazzatura, l'unico rumore che percepivo era quello del leggero impatto delle gocce d'acqua al suolo, provenienti da un tubo leggermente rotto.
Feci qualche passo avanti, era abbastanza stretto, se avessi camminato leggermente più avanti mi sarei ritrovato con la faccia al muro.
Posai il mio sguardo su ogni punto di quel disgustoso posto, ispezionai tutto, eppure non riuscivo a vedere la ragazza.
Che fosse già andata via? Dovevo ammettere che ne aveva avuto di tempo prima che io arrivassi qui.
Poteva aver percorso solo due strade, ciò voleva dire che anche io avevo due scelte.
A quel punto sarebbe stato divertente farsi guidare dal fato.
Sinistra o destra? Una delle due strade potrebbe essere la rovina per (t/n), l'altra la salvezza.
Questa volta la fortuna giocherà come sua alleata oppure sarà di nuovo sua nemica?
Guardai a sinistra e poi a destra, decisi che sarei andato a sinistra.
Mi incamminai a passo veloce in quel percorso, eppure ero certo che qualcosa non andava.
Dopo poco mi fermai, non riuscì nemmeno a trattenere quella breve risata che uscì dalle mie labbra (1).
Non potevo mettere quella ragazza sul mio stesso piano, si, ma allo stesso modo non potevo neppure collocarla ad un livello tanto inferiore.
Alla fine è stata addestrata da me e da Chuuya.
Tornai indietro correndo, la stavo sottovalutando troppo.
Se continuavo a giocare poteva davvero finire con la mia sconfitta, ed io non potevo farmi battere da una ragazzina.
Da quel momento il divertimento era finito, avrei fatto sul serio.
Raggiunsi il punto di prima, lo sorpassai con grande velocità.
Direi che avrei dovuto farmi vedere da lei, così che le sue azioni non sarebbero state dal tutto lucide, ma piuttosto guidate anche dalla paura.
Non sapevo quanto tempo passò, ma ero certo del fatto che non stavo più scherzando.
Rispetto a prima ero più veloce, non potevo più permetterei alcuna distrazione.
Se avessi tenuto questo passo probabilmente tra poco l'avrei raggiunta.
Non so per quanto tempo continuai a correre, credo fossero stati pochi minuti, ma riuscì ad incontrarla.
Era un'incrocio, e mentre io continuavo dritto, lei era alla mia sinistra.
Mi fermai per poco, a causa del rumore dei miei passi lei girò velocemente la testa, e fu in quel momento che i nostri sguardi si incontrano.
La vidi sgranare gli occhi, per poi tornare a correre forse più velocemente di prima.
Non avevo intenzione di giocare ancora, mi ero già stancato, così la rincorsi.
Mi sorpresi del fatto che ancora riuscisse a muoversi bene, teoricamente dovrebbe essere un bel po' stanca.
La inseguì per un po', la ragazza non voleva proprio arrendersi.
Ma infondo ero consapevole che tra poco tutto sarebbe finito, quindi dovevo solo avere un po' di pazienza.
Dopo svariato tempo la vidi girare l'angolo, in quel momento capì definitivamente che oltre all'allenamento normale avrebbe anche dovuto studiare la mappa della città.
Rallentai il passo, anzi, mi fermai proprio.
Sbadigliai, dovevo dire che avevo abbastanza sonno, anche se in tutta questa giornata avevo fatto poco e niente.
Ripresi a camminare, a passo lento.
Girai lo stesso angolo, per poi ritrovarmi a pochi metri da lei.
Dazai: "Un vicolo cieco. Che sfortuna, vero?" Chiesi.
Feci un passo verso la ragazza, che a sua volta fece un passo indietro.
Da quel gesto rimasi sorpreso, era spaventata da me?
Mi presi qualche secondo per guardarla meglio.
Potevo vedere tranquillamente il suo petto alzarsi ed abbassarsi, la bocca leggermente aperta nel tentativo di riprendere più fiato possibile.
I capelli, dopo la lunga corsa, erano un po' in disordine.
Per la prima volta nei suoi occhi riuscivo ad intravedere un briciolo di terrore.
Non proferiva parola, non faceva altro che guardarmi ed indietreggiare.
Stavo cercando di raggiungerla, orami era arrivata con la schiena al muro.
Dazai: "Hai paura di me?" Le domandai stupito, fermandomi.
Non ricevetti risposta.
Dazai: "Perché mai?" Chiesi ancora.
Mi avvicinai nuovamente, a passo lento.
Lei aveva spostato il suo sguardo verso il terreno, non si muoveva di un centimetro, poteva quasi essere considerata una statua.
Dazai: "Se provi tutto questo timore nei miei confronti perché non provi a scappare?" Le chiesi.
Sapevamo entrambi che non sarebbe mai riuscita a battermi, ma considerando il suo potere poteva guadagnare un po' di tempo.
(T/n): "Non ho paura di te! Come potrei?" Disse rialzando velocemente il viso e guardandomi.
Stava cercando di essere il più sicura possibile in quella frase, ma alla fine il suo stesso tono di voce la tradiva.
Non credo lo disse tanto per convincere me, ma per rassicurare se stessa, per cercare di credere a quelle parole.
Già, in quel momento aveva paura, ma stento a credere che questa fosse provocata da me.
Arrivai finalmente di fronte a lei, la guardai per qualche secondo.
Presi il suo viso con la mano, e lei sembrò rabbrividire a quel contatto.
Dazai: "E allora che cosa ti spaventa?" Domandai, senza interrompere il contatto visivo.
(T/n): "Io...Io credo sia il futuro" confessò, posando lo sguardo altrove.
Dazai: "Il futuro? Mah, sarà meglio parlarne dopo" dissi, spostando poi la mano che pochi attimi prima toccava il suo volto.
Mi abbassai poi alla sua altezza, e la abbracciai.
Lei si sorprese più di prima, il suo corpo non reagì, sembrava quasi paralizzata.
Dazai: "Mi hai fatto preoccupare molto (t/n)" le dissi "Sei scappata così all'improvviso...Cosa avrei potuto fare se ti avesse trovata qualche malintenzionato?" Domandai.
Non rispose, riuscivo a sentire i suoi muscoli tesi.
(T/n): "Mi dispiace..." disse poi, con voce tremolante.
Dazai: "La prossima volta parlami di ciò che ti passa per la testa, non tenerti tutto per te" le raccomandai.
(T/n): "Si..." rispose lei.
Dazai: "Io sono dalla tua parte, no? Non te lo dimenticare mai" la rassicurai.
Dopo poco sentì che lentamente stava ricambiando quell'abbraccio.
Poggiò la testa nell'incavo del mio collo, mentre la presa diventò piano piano sempre più forte.
Non stava piangendo, probabilmente aveva solo bisogno di qualcuno che la sostenesse.
Passammo un po' di tempo in quella posizione senza più aprire bocca, fino a quando lei parlò.
(T/n): "Dazai-san...Torniamo a casa..." disse con tono stanco.
Riuscì a capire in quel momento che ciò che prima mi mancava non era la presenza di (t/n), bensì quanto fosse semplice da manipolare.
Mi ha sempre fatto divertire come la ragazza accettava qualsiasi cosa dicessi o facessi.
Esattamente come il fatto che lei sia sempre stata completamente consapevole di ciò che era giusto o sbagliato, ma cercava da sola delle scuse, senza che io dovessi mai intervenire.
Orami nella sua testa avevo fatto in modo che io fossi il giusto, non importava la situazione.
Ormai ero diventato per lei quel dio che gli altri tanto veneravano.
E questa sensazione non mi dispiaceva affatto.
Sciolsi quel contatto, ed in seguito le presi la mano.
Nel mentre con l'altra mano presi il telefono, chiamando Chuuya ed informandolo della nostra attuale posizione.
Il futuro che tanto la spaventava oramai era segato.

Angolo autrice
Chiedo umilmente perdono per la grande assenza!
Sono davvero dispiaciuta, cercherò di non farlo più ricapitare.
Spero davvero che voi possiate perdonarmi!
Come sempre spero che il capitolo vi sia piaciuto.
In ogni caso vi lascio la piccola spiegazione che non ho potuto mettere direttamente nella storia!

1) Cosa è effettivamente successo a Dazai? Gli è per caso preso un improvviso attacco di pazzia? Beh ovviamente direi di no.
Dazai ha semplicemente capito il piccolo trucchetto utilizzato da (t/n) per fuggire da lui in quella situazione.
Ciò che ha fatto è stato abbastanza semplice, si è nascosta usando i vari secchi.
Considerata la sua piccola statura, dovuta alla sua età, e al buio, è riuscita a non farsi notare.
Così qualsiasi strada avesse scelto Dazai, a lei sarebbe bastato andare nella direzione opposta.

ᰔ𝓝𝓸𝓷 𝓹𝓸𝓼𝓼𝓸 𝓪𝓶𝓪𝓻𝓮ᰔ(DazaixReader)Where stories live. Discover now