Capitolo 21

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Dopo due giorni di ragionamenti ed ipotesi Diana si sentiva stressata ed esausta come se il suo cervello si fosse fuso, per di più non riusciva a dormire bene. Ormai la paranoia la accompagnava come fosse una vecchia amica.

Più volte aveva tentato di lasciar perdere provando a convincersi che fosse soltanto un brutto scherzo, ma era tutto troppo reale per esserlo.

«Ti si è bacato il cervello? Stai lì ferma da almeno un quarto d'ora!»
La voce sarcastica di Valerio la riporto alla realtà.

Immediatamente la ragazza si impose di apparire normale, non voleva che suo fratello maggiore si impicciasse nei suoi affari, tanto più adesso che la situazione stava diventando più pericolosa.

«Ma sta zitto, scemo!»

Per ripicca Valerio le lanciò un pop corn addosso.

Diana gli diede uno spintone e tornò a fingere interesse per il film che stavano guardando.

«Ane, c'è qualcosa che non va?»

Lo guardò di traverso, sperava davvero, con tutto il cuore che lui non si accorgesse di niente, non voleva preoccuparlo o peggio metterlo in pericolo.

«È difficile stare in uno spazio così stretto con tante persone.»

Aveva detto era la verità, ma di certo non era quello il suo problema principale.

«Allora sarai felicissima di questa notizia. Anche Stefania la pensa come te e ha deciso di prendersi una stanza in un albergo.»

Diana sogghignò sembrava che sua sorella non perdesse occasione per allontani da lei e dalla loro famiglia.

Non che la cosa la sorprendesse, dopo che loro madre era stata incarcerata, Stefania era totalmente cambiata. Era più sofisticata, seria e soprattutto maledettamente perfetta, come se volesse strapparsi chi era stata dalla pelle. E Diana non glielo aveva mai perdonato.

La ragazza sbuffò aveva fin troppi problemi da risolvere per pensare ai problemi mentali di Stefania.

Valerio venne chiamato dal piano di sopra da Samuele e non poté sottrarsi all'obbligo di andare da lui, lasciando così Diana e Dustin da soli in salotto.

«Sai Diana, io penso che tu sia fantastica, sai tutto di noi e ti impegni sempre affinché le cose in questa casa vadano per il meglio. Voglio che tu sappia che puoi fidarti di me.»
Si espresse il suo fratellastro lasciandola a bocca aperta.

Diana non si aspettava un discorso così profondo da lui, se il suo intento era quello di farla parlare c'era quasi riuscito. Era tentata di condividere con lui le sue preoccupazioni, infondo avevano legato molto in quei mesi e lui ne sapeva pure più di lei riguardo a gang e minacce.

«Io...mettiamo caso che qualcuno mi abbia detto che ci sono persone che mi vogliono fare del male, che cosa dovrei fare?»

Diana sapeva che per casi come questi di solito si interpellava la polizia, ma non poteva. Sia per ovvi motivi e anche perché non aveva uno straccio di prova a parte la confidenza fatta da una tipa che non aveva mai visto in vita sua, non poteva.

Dustin spalancò gli occhi sorpreso, forse anche arrabbiato.

«Qualcuno ti ha minacciato?»
La interrogò allarmato, Diana si affrettò a tranquillizzarlo.

«No, ecco...»

Spiegarlo le veniva difficoltoso poiché nella sua mente era tutto ancora incasinato.

Più ripensava alla conversazione con Claire più le sembrava inverosimile, ma questo non l'aiutava dato che faceva aumentare la sua paranoia.

«Ho capito.»
Affermò Dustin.

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