Capitolo 18

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Diana mugugnò assonnata mentre un feroce vociferare proveniente dal piano di sotto la mise sull'attenti. All'inizio provò ad ignorare le le voci cercando di tornare a dormire ma ormai aveva perso il sonno.

Lentamente aprì gli occhi, la stanza era ancora immersa nel più totale buio mentre la sveglia segnava le cinque del mattino. Scese dal letto cercando di fare il minimo rumore, uscì dalla propria stanza e scese le scale.

Alla base delle scale, nell'atrio si trovano suo padre e Mandy assieme ad altre due persone accompagnate da due valigie. Nonostante ci stese provando con tutte le sue forze Diana non riusciva a capire cosa stesse succedendo.

Alfredo sentendosi osservato si voltò le scale, incrociando lo sguardo di sua figlia.

«Ehi Ane. Scusaci se ti abbiamo svegliato.»
Diana aggrottò le sopracciglia.

«Mi spiegate che avete da urlare alle cinque del mattino?!»
Avrebbe voluto apparire minacciosa ma era difficile tra uno sbadiglio e un'altro.

«Tesorino scusaci è che...»
Mandy provò a calmarla, ma venne interrotta dal marito.

«Indovina chi è venuto a trovarci?»
Diana lo osservò scettica.

Le cinque del mattino non era proprio l'ora adeguata per una visita di cortesia.

«Chiunque sia sbattilo fuori di casa, questa non è il momento di fare visite!»
Sbottò lei girando i tacchi con l'intenzione di tornare in camera sua.

«Quando imparerai a comportarti in maniera più femminile Ane?»
Le chiese una voce seria e femminile.

Diana si sentì gelare sul posto poi lentamente si girò e iniziò a scendere le scale per avvicinarsi di più ai due nuovi arrivati.

Un'uomo giovane dai capelli castani chiaro e gli occhi blu e una donna bionda dagli occhi verdi, rispettivamente suo fratello e sua sorella maggiori.

«Quando smetterai di fingerti chi non sei.»

Diana e Stefania si osservarono duramente, i loro occhi fecero scintille e mentalmente entrambe stavano accusando l'altra di essere cambiata.

«Vedo che andate molto d'accordo.»
Ironizzò Alfredo.

«Ane. Steffy. Non iniziate per favore!»
Le implorò Valerio.

Diana distolse lo sguardo da Stefania e si concentrò su di lui, non era cambiato molto rispetto all'ultima volta che lo aveva visto, forse era più magro e più pallido, per il resto era sempre lo stesso.

Credeva di star ancora sognando, ma questa convinzione sfumò quando Valerio la cinse con le sue braccia. Gli era mancato immensamente, infatti dopo Giulio, Valerio era il suo fratello preferito.

«Comunque che ci fate qui?»
Valerio e Stefania si scambiarono uno sguardo molto eloquente.

«Eravamo preoccupati per voi.»
Rivelò il ragazzo.

«E volevamo evitare che arrivaste allo sbando.»
Aggiunse Stefania.

Diana sbuffò contrariata. Ovviamente sua sorella, da maniaca del controllo quale era non poteva permettere che loro passassero troppi mesi senza la sua opprimente presenza.

«Tesorini, lasciate pure le tue valigie qui, potete riposarvi in soggiorno per il momento.»
Si intromise Mandy assonnata ma sempre con il suo tono di voce zuccherato.

«Ane, vuoi pensarci tu?»
Le propose suo padre anche lui morto di sonno, Diana annuì vigorosamente e mandò i due a dormire al piano di sopra.

«Ma parla sempre così questa?»
Le chiese Valerio sottovoce per non farsi sentire, una volta che loro padre e Mandy uscirono dalla loro visuale.

Come siamo arrivati a questo?Where stories live. Discover now