Capitolo 1

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6 anni prima
Diana aprì lentamente gli occhi, la stanza in cui si trovava era ancora buia, anche se qualche timido raggio faceva capolino dalla finestra.
Ci mise qualche secondo per connettersi alla realtà, si era trasferita a New York da soltanto cinque giorni.

Ancora non si era ambientata del tutto, suo padre e Mandy cercavano di rassicurarla ma lei continuava a sentirsi un intrusa.

Si voltò lentamente verso il suo comodino scoprendo che erano solo le sei di mattina. Sospirò alzandosi, ormai il sonno l'aveva abbandonata, sostituito da una certa frenesia.

Se Diana fosse stata una ragazza positiva avrebbe pensato che una nuova scuola equivaleva a una nuova vita, ma era fin troppo realista per questo.

Prima di uscire dalla stanza gettò uno sguardo a Giulio, suo fratello gemello, con il quale condivideva la stanza. I folti capelli castani gli coprivano il viso, inoltre era in posizione subina e abbracciava con forza il suo cuscino.

Mentre si dirigeva al piano di sotto si chiese se qualcuno avrebbe tentato di socializzare con lei. Il solo pensiero le fece alzare gli occhial cielo, non aveva affatto voglia di fingersi simpatica e affabile quel giorno.

Odiava i primi giorni di scuola, non aveva un vero e proprio motivo per farlo, ma per i suoi gusti era fin troppo sopravvalutato.

Nella sua vecchia scuola le cose erano molto più semplici i professori li vedevano come studenti modello, mentre le opinioni dei loro compagni si dividevano tra coloro che li adoravano e quelli che li detestavano. Non che importasse, in fin dei conti essere apprezzati o disprezzati non faceva alcuna differenza.

«Buongiorno, tesoro.»
La salutò la moglie di suo padre non appena mise piede in cucina.

Mandy Norton era senza dubbio una donna molto affascinante, con la sua carnagione scura e i grandi occhi neri, però Diana non sopportava la sua mania di chiamare tutti "tesoro", "dolcezza" o "zuccherino". La faceva apparire falsa.

Seduto al tavolo della cucina c'era anche Dustin - il suo fratellastro - aveva un paio di anni in meno di lei, ed era molto somigliante a sua madre a partire dalla pelle scura, oltre che i capelli neri e gli occhi scuri.

La salutò pigramente con un grugnito assonnato, Diana ricambiò con un cenno distratto mentre si versava il caffè in una tazza.

«Ah... ehm, adesso mi sono ricordato... Ane, c'è stato un problema durante la vostra iscrizione, a quanto pare frequenterete gli stessi corsi in orari diversi.»

Le comunicò con timore suo padre Alfredo Valentini, un uomo che nel fiore dei suoi quarant'anni era ancora piacente. Aveva i capelli castano scuro e gli occhi blu - entrambe caratteristiche ereditate dai gemelli -oltre ad un accenno di barba.

Diana non posò neppure lo sguardo su di lui, da quando era arrivata non aveva mai osato guardarlo negli occhi. Quando le parlava si limitava a sbuffare o rispondere a monosillabi e questa volta non fu da meno.

Bevve con calma l'ultimo sorso di caffè e poi si diresse al piano di sopra per prepararsi.

Una volta finito di prepararsi, Diana andò a svegliare i suoi fratelli. La sua prima vittima fu Samuele, che dormiva beatamente su una brandina, in camera di Dustin.

«Non voglio andare a scuola.»
Mormorò assonnato il bambino mentre si dirigeva in bagno.

Dopo aver messo la divisa scolastica di Samuel sul letto, si precipitò nella stanza che condivideva con Giulio.

«È troppo presto!»
Si lamentò seppellendo la faccia nel cuscino.

La sorella appoggiò la schiena allo stipite della porta e gli disse ciò che le aveva comunicato precedentemente loro padre.

Come siamo arrivati a questo?Where stories live. Discover now