CAPITOLO 1

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(Vi consiglio di leggere questa storia con un sottofondo di musica celtica che trovate molto facilmente le playlist su spotify ✨✨🌻)

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Era una notte stellata quando inziò la fine.

Ormai il sole sul villaggio di Ante sta abbandonando quel giallo intenso trasformandolo in un mix di colori che va  dal rosa cipria ad un' arancione simile ad una fiammella di un fuoco di un falò. Vicino alla linea del tramonto si estende  un foresta così fitta che pochi riescono  ad oltrepassarla , senza rischiare di perdersi, chiamato dai cittadini il Labirinto delle mille anime.

Narra una leggenda antichissima che vi vivevano creature fantastiche: cavalli dalla crineara argentata, leoni alati, lupi con zanne dorate. Bastava la pelle o la piuma di uno di questi animali per sfamare l'intera regione. Per centinaia e centinaia di anni la popolazione continuò a dare la caccia a questi animali, ma una volta inoltrati non ne uscirono più. Lasciandoli al loro destino finché il tempo non gli portasse via l'unica cosa per cui gli esseri umani erano diversi dagli esseri superiori. - l'anima-.

"Non dovresti più correre questi rischi per me" dice mio padre corrugando la fronte, dondolandosi avanti e indietro sulla vecchia sedia .

"Oh padre, non lo sto facendo per divertimento, lo sai anche tu. So benissimo quali rischi posso incombere ma se non lo faccio, come pensi che potremmmo continuare a vivere?".

Mi avvicino a lui, chinandomi per stampargli un lieve bacio sulla guancia.

Ormai rassegnato dalla mia testardaggine si limita a regalami un dolce sorriso mischiato ad un lieve velo di preoccupazione.

"Non farò così tardi. Non aspettarmi in piedi" aggiungo calando sulle spalle il manto di pelle per poi incamminarmi verso la porta.

"Ti voglio bene Sahntix"

Mi blocco sullo stipite.
Il suono di quel nome mi atterrisce, un  enorme macigno piomba su di me , un peso che lentamente sale . Dritto al cuore. É da così tanto tempo che mio padre non lo pronuncia più, ed ogni volta mi distrugge, distrugge quel muro che mi sono creata. Una lacrima mi solca il viso, con il palmo della mano la raccolgo.

Mi volto per incrociare lo sguardo di mio padre, scintillante come se avesse ancora speranza per il futuro, non ricordando tutto il dolore che ha passato per crescermi senza farmi mancare nulla.

" Ti voglio bene anch'io, padre" sussurrai, sulle mie labbra si increspa un leggero sorriso.

Cancello quel nome dalla mia mente,
per quello che sto per fare devo averla lucida . Esco dal luscio della porta, percorrendo la piccola stradina che divideva casa mia dalla foresta.

Inspiro pieni polmoni l'aria invernale, così fredda da congelarmi l'intero corpo, come se bastasse per congelare i miei pensieri e i miei sensi di colpa, per come sto affrontando I problemi, dopo la morte di mia madre.

Mi ricordo ancora cosa mi diceva mamma ogni volta che mi trovava in lacrime, a causa di un'ingenuo  bambino che derideva la nostra povertà. Che anche allora non era così migliore di adesso.

" Mia cara bambina, non esser giù, non permettere mai a nessuno di poterti portare via la tua felicità, sai bimba mia cosa mi diceva  la nonna quando mi ritrovava con le tue stesse fatiche?"

alzo il mio piccolo viso che allora non portava ancora una maschera, che possedevo ancora quella piccola scintilla, la stessa scintilla vista negli occhi di mio padre, punto i mie occhi  verso quelli di mia madre.

"no, cosa, mamma ?"

lei sorrise , accarezzando I mie folti, lunghi capelli corvini.

"Distribuisci il bene che riesci a dare piccola mia senza aspettarti niente in cambio e quando meno te lo aspetti, ritornerà a casa sua"

Disse allungando il braccio per sfiorare con il palmo della mano il mio petto.

mi bastava sentire queste parole per cancellare o almeno nascondere tutta la nebbia che mi circondava. Parole così potenti che sembravano possedere un qualcosa di magico, da farmi rialzare più forte di prima.


Crescendo, ho iniziato a vedere, percepire diversamente il consiglio di mia madre, arrivando alla conclusione che non sempre tutto è come credi, la dimostrazione arrivò il giorno in cui le stelle avevano proclamato mia madre.

Una malattia così avida che attaccava il sistema immunitario, lasciandole il tempo sufficiente  per metabolizzare che per lei ormai l'orologio stava smettendo di ticchettare.

Così arrabbiata per come avevo capito tutto, per come avevo intuito che quella frase non bastava.
Sapevo che mia madre si comportava sempre bene ed era sempre buona con il prossimo, dandogli quel che poteva. E la vita cosa le aveva ritornato? Nulla. Anzi aveva portato via la sua stessa vita, la sua bontà. Era giusto?

Da piccola non capivo quanto fosse spietato l'essere umano: I dottori sapevano che c'era una cura, ma era troppo costosa per noi, non potevano permettercela.
Giorno e notte cercavo di restare sveglia vicino a mia madre con la paura di non potermi più svegliare con lei.
Fin quando purtroppo quel giorno remoto arrivò.

Piansi, piansi l'unica cosa che mi ricordo ancora di quel giorno così lontano ma allo stesso tempo così vicino, vicino al mio cuore.

Dopo il funerale le cose per noi divennero sempre più ardue : la casa in cui avevo vissuto per quasi l'intera adolescenza ci fu portata via, a causa di debiti che mio padre aveva accumulato, nella vana speranza di salvare sua moglie.

Persa la casa, riuscimmo a trovare un rifugio: alle case popolari di Ante.

Rudimentali, fredde in inverno, calde in estate, piccole, scomode e affollate. Nonostante non avessi più fiducia nell'umanità, gli Dei dopo avermi tolto tutto mi regalarono Endla; un raggio di sole - a volte un po' troppo luminoso -, che porta calore dove in me si è insediato il freddo di una vita ingiusta, ma che con la sua risata così ingiusta alla fine non era.

La vita nelle case popolari per noi era dura: per il primo periodo passato lì le cose non andavano così male, eravamo trattati bene da tutti nonostante anche loro non possedevano molto. Ma più stavamo in quel posto, più gli atteggiamenti della gente cambiava, diventavano più opprimenti.

Più davi più pretendevano.

MEMORIES  [Il Bene Nascosto Dal Male ] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora