Time to burn

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"Someone told me I would never be free

The way you are is where you'll always be

But it's all wrong, there's time to burn"

Durante la cena ci divertiamo molto, Wayne ci racconta qualche aneddoto sui suoi pazienti e tra una storia e l'altra, lo scorrere del tempo quasi si ferma, come se per questi pochi istanti, esistessimo solo noi. La tensione che si era creata in precedenza tra me e Eddie è sparita, lui sembra essere tornato il solito scemo di sempre, uscendosene di tanto in tanto con le sue solite battute squallide, che tuttavia non mancano mai di strapparmi un sorriso.           

"Ragazzi, grazie per aver ascoltato le storielle di un vecchio" Wayne si alza, prendendo i piatti, ma lo fermo prima che possa proseguire.

"Ci penso io, sparecchio e Eddie sarà così gentile da aiutarmi a lavare i piatti"

Nonostante il sonoro sbuffo che esce dalle sue labbra, non contesta e si alza per aiutarmi.

Finito di sistemare la sala, Wayne ci da la buonanotte, affermando di avere un turno a lavoro tra poche ore, congedandosi per riposare.

"Ti fermi per un film? Steve mi ha prestato ciò che definisce la migliore trilogia horror mai esistita, ovviamente sarà una baggianata ma tanto vale testarlo" Eddie mi guarda speranzoso, invitandomi a restare.

"Ti ringrazio, ma sono parecchio stanca e domani abbiamo le prove con la band, voglio essere in forma"

Mi guarda con evidente delusione in viso, sembra un cucciolo bastonato.

"Cannetta?" Mi chiede sorridendo, lui si che conosce le mie debolezze.

"Una sola."

"Brava ragazza, così mi piaci" corre in camera, prendendo dal solito nascondiglio sotto al letto la sua preziosissima erba e torna da me in sala. Prendendomi per mano, andiamo a fumare sulla nostra abituale collinetta, poco distante da casa sua, dove nessuno viene mai a disturbarci.

"Ti ricordi l'ultima volta che abbiamo fumato insieme, qualche giorno fa? Sai, ci ho pensato un po' e proprio non ricordo, bere così tanta birra è stata una pessima idea"

Ridacchia, intento a rovistare nella piccola scatola dell'erbetta magica.

"Sei tu che hai insistito per bere, giuro di averti vista leccare la macchina di Billy, quanto vorrei avesse assistito alla scena"

Scoppio a ridere, mentre mi passa la canna, mi sorge un dubbio.

"E tu cosa stavi facendo mentre leccavo la sua auto? Stavi lì a guardare?"

"Non ho mai detto di non averlo fatto a mia volta" mi fa l'occhiolino, ricominciando a parlare.

"E comunque, tiene più alla sua auto che al resto del mondo, sono sicuro che sia più pulita di camera mia"

"Sai Eddie, molte cose sono più pulite di camera tua, praticamente tutto è più pulito di camera tua"

Come suo solito, mi da un pizzico scherzoso sul viso, noto però che la sua mano rimane sul mio viso più del necessario, mentre i suoi occhi sembrano scrutarlo, le labbra leggermente aperte e gli occhi, profondi e limpidi. Scuote la testa, e la sua mano è ora lontana, la mia guancia di nuovo priva di quel calore inspiegabile.

Si schiarisce la voce "allora non ti dispiacerà sapere che hai decisamente apprezzato le ruote, della macchina e credo proprio che quelle possano batterla camera mia"

E tra una risata e l'altra, nella fresca notte dell'Indiana, mi sento finalmente a casa.

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Tornata a casa, saluto Dustin, mi parla emozionato del suo primo giorno di scuola, che fortunatamente non è stato poi così male, i suoi insegnanti sono discreti e per quanto riguarda i compagni... si vedrà, ma sicuramente ci sono buone prospettive per lui, se l'è sempre cavata bene con la scuola.

Will the music save us? ~ Eddie MunsonWhere stories live. Discover now