-Capitolo 13-

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13. Luna insinuata

Passò un'altra Luna, i nostri poteri si stavano indebolendo ma i miei sentimenti per T/N non facevano che rafforzarsi.

Quando vedevo quel suo sguardo triste mi si spezzava il cuore, perché non sapevo la causa, e iniziavo a pensare di poter essere io il problema.

Come mai si benda il palmo? Perché non si fida di me? Perché non vuole dirmi niente?

Cioè è abbastanza comprensibile, dato che il mio scopo sarebbe uccidere lei e la sua specie.

Ma non voglio uccidere lei, la sua specie forse ma lei no.

Non voglio perdere quel sorriso, quel dolce tocco he anche se mi dà due scariche elettriche mi dà una ragione per svegliarmi la mattina.

T/N mi piace molto, troppo. Ma io non sono nulla di buono per lei. Lei è un fiore nel deserto, delicato, unico e bellissimo.

Mentre io sono la tempesta di sabbia che distrugge quel fiore e lo fa appassire lentamente.

La sera stessa c'era la Luna insinuata. Ma perché i simili di T/N hanno chiamato le Lune così?

Mi affacciai dalla finestra, avevo solo i boxer ed ero a petto nudo. Il vento notturno mi scompigliava i capelli corvini.

Tirai un respiro di sollievo e scrollai le spalle, finché non sentii bussare alla porta.

Andai ad aprire e vidi T/N, e quando i suoi occhi c/o incontrarono i miei, il mio cuore saltò un battito, mentre realizzai in che condizioni ero.

Mezzo nudo.

<<Ah- scusa! Non volevo disturbarti in un momento così>> disse lei.

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<<No no, non preoccuparti entra>>  mi tranquillizzò lui e decisi di entrare, guardandomi intorno.

Quella sarebbe stata la sua camera per chissà quanto.

Il graffio si espandeva e continuavo a tenere la benda, cosa che Levi notò subito.

Dovevo fargli un discorso serio e questo si presenta mezzo nudo. Mi sto anche dimenticando quello che dovevo dirgli guardandolo.

Ero completamente rossa. Levi mi attraeva sia in senso sentimentale che in senso fisico, già da qualche giorno.

Quella volta che gli ho tenuto la mano sotto le stelle, che abbiamo ballato insieme.

<<Vestiti, andiamo a fare un giro>> dissi con le guance un po' rosse. Volevo rivivere un altro momento con Levi.

Levi rimase un po' stupito, ma poi annuì. Uscii da camera sua e lui si mise qualcosa di elegante ma non troppo, anche se in testa avevo ancora il suo corpo nudo.

Aveva una struttura muscolosa, con addominali e le spalle definite. Non era troppo pompato, anche perché sennò non mi sarebbe piaciuto.

Aveva delle cicatrici qua e là sul petto, che si era fatto prima di arrivare qui. Perché quando guarisco le ferite la cicatrice non resta, quindi quelle che ha di saranno cicatrizzate con il tempo.

Uscimmo a fare un giro, non parlavamo tanto. C'era il disagio dalla volta scorsa di quando ero scappata da lui, e il fatto che continuasse a lanciare degli sguardi alla mia benda non migliorava le cose.

Finché non trovammo un giardino. Pieno di rose rosse e margherite, bianche come il latte con le punte sfumate di rosa.

Decidemmo di sederci sul prato morbido e confortevole, la brezza notturna che non ci faceva morire di caldo e muoveva di poco i petali.

La mia Luna ❤︎︎Levi x reader❤︎︎Where stories live. Discover now