-Capitolo 12-

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12. Luna Gibba

Passò una notte da quella volta. Levi ovviamente non voleva dirmi niente sul suo passato e sulle sue intenzioni, però ero più diffidente.

Perché dovrebbe nascondere qualcosa da me?

Mi tolsi la fasciatura dal palmo e notai il graffio sempre più nero, con delle diramazioni che si espandevano lungo le vene.

Sobbalzai, ero terrorizzata. Che diamine era quella cosa? Stava peggiorando troppo.

Guardai i fiori in camera e li sfiorai, e appassirono piano. Poi li toccai con la mano senza graffio e migliorarono di poco.

Ok che la Luna piena era sempre più vicina e quindi i poteri si indebolivano, ma erano troppo deboli.

Se continuava ad espandersi così sarebbe stato un problema. Forse dovrei parlarne con Levi.

Ma no, non posso parlarne con lui. Dopo tutto mi sta nascondendo qualcosa e non mi fido affatto, come potrei fidarmi?

Anche perché il palmo dolorante è la prova che non porta niente di buono.

Però sentii bussare alla mia porta, e quando aprii mi trovai il solo e unico Levi.

<<T/N? Posso entrare?>> chiese e sbuffai, era già nei miei pensieri da tutto il giorno, non avrei voluto vederlo ancora.

<<Sì entra>> risposi sedendomi sul letto e lui entrò dentro la stanza.

<<Come ti senti?>> chiese giusto per rompere il ghiaccio. Non ci eravamo parlati dopo quell'avvenimento perché odiavo come non mi avesse dato spiegazioni.

<<Senti, mi dispiace per->> iniziò ma mi alzai.

<<dici sempre che ti dispiace, ma dimostra a volte di essere un po' dispiaciuto oltre che a dirmelo! Ieri ti sei messo a fare tutto il romantico e non ci ho capito più niente, e non mi dai neanche spiegazioni>> dissi puntandogli il dito contro.

Odiavo che continuava a chiedere scusa ma alla fine non faceva niente per farsi davvero perdonare.

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Sospirai, non posso di certo dirle che il mio obiettivo finale è quello di uccidere quelli come lei.

Anche se io... Io non voglio uccidere lei. Non potrebbe interessarmi di meno di quello che succede alla mia specie, tanto meno della sua.

Però non voglio che muoia, peggio se sono io o Floch a ucciderla. Penso di tenerci a lei.

Non so cosa provo per lei.

<<Volevo essere accettato da te, e pensavo che essere passionale e dolce come te avrebbe funzionato>> dissi. Una mezza bugia.

Non sapevo cosa significava la seconda scossa elettrica che provavo quando ci toccavamo.

Quando mi prendeva per mano, mi guardava, mi sfiorava la spalla o la guancia, sentivo il cuore che batteva forte, e oltre alla solita scossa ne sentivo anche un'altra.

Mi chiedevo cosa fosse.

<<Levi tu- tu non farlo più>> mi disse.

<<Non perché non voglio che tu sia dolce con me, ma perché voglio che tu sia genuino. Se vuoi prendermi per mano fallo, se vuoi parlarmi fallo, ma non sentirti mai forzato a fare nulla>> mi disse con le guance leggermente rosse.

Ed ecco di nuovo la scossa. Non era dolorosa, era mezza piacevole e mezza incomprensibile. T/N cosa mi stai facendo?

Guardai il suo palmo, era ancora fasciato, anzi, questa volta le bende si espandevano verso il polso.

La mia Luna ❤︎︎Levi x reader❤︎︎Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora