Chapter 18: I'll tell him

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La prima cosa che sento appena il mio cervello comincia a risvegliarsi dal sonno profondo in cui ero caduta non so quanto tempo fa, è il leggero sfrusciare delle lenzuola.
Le sento sfrusciasti tra di loro, creando un suono talmente rilassante che mi spingono a tirare un grande sospiro soddisfatto.

Ciò che però realizzo poco dopo è che la mia gamba sinistra è saldamente aggrappata a un bacino tonico e una grossa mano ne sta strizzando la carne morbida della coscia con fare possessivo, mentre il mio petto e ventre, totalmente esposti, sono a contatto con quelli possenti e duri, e altrettanto nudi, dell'uomo con cui sto condividendo questo voluto ristretto spazio, e le mie mani stanno giocherellando distrattamente con i suoi capelli corvini. Un suo braccio invece mi sta circondando la vita sottile, e la mano libera di esso mi sta accarezzando con movimenti leggeri e automatici il fianco.

Cerco per un attimo di allontanarmi da quel miscuglio di carne nuda a stretto contatto, ma subito le sue braccia e la sua forza me lo impediscono, facendomi ritrovare subito un'altra volta tra le sue braccia, solo che la presa che lui ha su di me aumenta a dismisura, e la mano che aveva sulla mia coscia si sposta senza inibizioni sulla mia natica, strizzandola intensamente come per avvertimento.

Siamo un groviglio di arti e membra esposte, senza alcuna barriera tra di noi, e ci sfioriamo a vicenda, sia fisicamente che con le nostre anime.

E quando raccolgo il coraggio di aprire finalmente gli occhi, imponendo alle mie palpebre stanche di separarsi, sapevo già che avrei trovato i suoi occhi color nocciola, i quali adesso sembrano più luminosi, ad osservarmi accompagnati ovviamente da un sorrisetto soddisfatto.

«Buongiorno, bimba» mormora con voce roca, e solo sentendo quel suono il mio corpo pare risvegliarsi. Il suono della sua voce inaspettato mi fa per un attimo bloccare, e smetto inconsapevolmente di accarezzargli i capelli estremamente morbidi e folti. Un mugugno indispettito esce dalla sua gola, e quasi sorrido per l'espressione infantile dipinta sul suo volto.
Sembra quasi innocente. Quasi. Con Dylan non si può mai parlare di innocenza se riferita a lui.

«Buongiorno» rispondo lievemente, e per parlare un non trascurabile dolore si espande dal mio ventre, facendomi storpiare il viso in una smorfia appena accennata. All'inizio Dylan sembra preoccuparsi, ma quando capisce a cosa è in realtà dovuta la mia reazione, comincia a sghignazzare.
Si lecca le labbra lentamente, e poi, sotto le coperte comincia a muovere le mani sul mio corpo, infilando quella che era sulla mia natica tra il mio fianco e  il materasso, mentre l'altra la fa scivolare sulla mia pelle fino a farle raggiungere il mio seno sinistro e strizzarlo dolcemente.

Il mio corpo si infiamma a ciò, ma il dolore pulsante del mio centro mi avverte che non è ancora pronto a ricevere altre interazioni con l'animalità selvaggia dei modi di fare di Dyl.
Per questo, mi costringo a scuotere la testa in senso di diniego, anche se vorrei davvero tanto riaverlo dentro di me, ma sorridendo leggermente.
«Per oggi basta bestione, o finirai per distruggermi sul serio» mi obbligo a rifiutarlo con riluttanza, ma sapendo benissimo che è la pura verità.

Un verso di disapprovazione gutturale risale dalle profondità delle sue corde vocali, e il mio corpo trema di eccitazione, ma sto attenta a tenere, per ora, a bada gli ormoni.
«Sai che se dici così mi fai venire ancora più voglia di spaccarti la schiena, vero?» mormora, mente i suoi occhi mi penetrano l'anima guardandomi con un desiderio accecante e la sua erezione comincia a spingersi inappropriatamente proprio verso quel punto in cui lo bramo di più. I miei fianchi si spingono istintivamente verso quella durezza, e Dylan grugnisce al contatto tanto breve ma intenso, mentre io trattengo il fiato.

«Se non vuoi che ti metta a carponi e che ti scopi quel magnifico culo che ti ritrovi, ti imploro di smetterla bimba» afferma duro, con un espressione sofferente dipinta sul viso. Io mi schiarisco la gola, mentre sento le mie guance prendere improvvisamente fuoco e assumere un colore vermiglio.

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