Capitolo XIII (R)

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Respirai a fondo. Mancava un giorno alla visita della struttura e io dovevo ancora ricevere il materiale per trovare la risposta all'enigma. Non potevo in alcun modo presentarmi a mani vuote, rischiando di essere etichettata come una sovversiva anti-elezione. Ero troppo lontana dalla soluzione, mi serviva disperatamente del tempo. Tempo per riprendermi, superare, capire e prepararmi. Ma nessuno era intenzionato a darmene.

Nel tentativo di ristabilire un po' di equilibrio, feci una lista mentale delle priorità: avevo ancora un pomeriggio di allenamenti da recuperare e non potevo ritardare. Tutti sapevano delle mie passeggiate mattutine, se proprio quel giorno avessi deciso di alzarmi tardi la Rappresentante avrebbe chiesto la mia testa su un piatto d'argento. Mi feci una doccia veloce, infilai una delle mie tute e uscii. Lasciai che la piccola lavatrice nel bagno claustrofobico, una scatola di ingranaggi che strideva e sfrigolava, riempisse il vuoto della stanza con i suoi rumori. Grazie a quell'affare i miei abiti avevano perso il loro rassicurante odore, ora sapevano della miscela igienizzante usata per pulire i locali della Base; erano così impersonali. Entro la fine dell'Elezione avrebbero assunto l'aspetto di stracci logori per via di tutti quegli allenamenti.

Ripercorrere i corridoi senza ripetere la mia patetica fuga fu una sfida che vinsi solo immaginando l'alba: la distesa di colori pastello che svettava da dietro le minute fronde della foresta ibrida. Con quel quadro come sfondo per la mia mente sofferente, dirigermi nella palestra per gli allenamenti fu meno orribile. Era piacevole prendere una boccata d'aria ai primi albori. Quando la Rappresentante mi aveva ordinato di rispettare "l'equità dell'Elezione" mi ero subito trovata contraria, invece, il faccia a faccia con del sano lavoro mattutino mi aveva completamente risollevato l'umore. Non era come cucinare, ma mi diede l'illusione di star recuperando qualcosa della mia normalità.

Trovai l'allenatore Osborne al centro della stanza, immobile. Guardava dritto davanti a se senza batter ciglio, le mani giunte dietro la schiena e le spalle incurvate dal peso dei pensieri. Mi avvicinai con cautela, aveva l'aria di star riflettendo profondamente.

«Candidata Johns» pronunciò, facendomi sobbalzare; l'aria già irritata.

Osborne era quel che si definiva "un uomo con gli occhi sulla nuca". Nella Base Alpha un po' tutti, soprattutto il personale di rango superiore, erano come lui. Contando i doppi occhi di cui disponevano, il circuito di videocamere e gli Osservatori, ero sorprendente come si verificassero ancora delle aggressioni.

Sbuffò, voltandosi con espressione tirata. Si era svegliato all'alba per colpa di un solo candidato, il suo malumore questa volta era scusabile.

«Deve recuperare un intero allenamento pomeridiano» mi ricordò. «Ho avuto ordine di impegnarla per tutta la mattinata, ma essendo lei una candidata del gruppo affidatomi e avendo ricevuto un contrordine più flessibile, le chiedo di attendere qui l'arrivo dei suoi compagni».

Capire chi avesse ordinato cosa, non fu difficile. Engineer mi voleva chiaramente martoriata dagli allenamenti, anche durante l'interrogatorio non si era data troppa pena per nasconderlo, mentre Tremblay aveva chiesto un po' di clemenza. Se i loro ordini erano sempre così discordanti, per sottoposti come Osborne accontentare entrambi doveva essere difficile.

«Compagni?» domandai inquieta. Non volevo vedere altri candidati così presto, adoravo la mattina perché era sempre stata tutta per me.

«A causa di ciò che è accaduto i Rappresentanti hanno ritenuto opportuno parlare con tutti i candidati coinvolti. Questo ha comportato loro la perdita di alcune ore dell'allenamento, che recupereranno con lei».

«C'erano le registrazioni» affermai, ancora risentita per via delle accuse della Rappresentante. «Bastava rivederle per conoscere i fatti».

Le registrazioni di telecamere così ben nascoste sarebbero bastate a chiunque, ma non ai Rappresentanti. Per qualche ragione, loro avevano deciso di scomodarsi e intrattenere colloqui con tutti i candidati coinvolti, far perdere loro gli allenamenti e costringerli a recuperarli all'alba. Per essere i Capi del nostro Stato, erano davvero inefficienti.

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