1) Reiko Kobayashi

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2007 pov Gojo
<<Che cosa significa che adesso dobbiamo fare le guardie del corpo di qualcuno?>> mi lamentai seduto nel mio banco, con a fianco Geto. Il prof impilò dei foglio sopra a altri, guardandoci con i suoi soliti occhiali da sole. <<Non è una persona qualunque. E' una ragazza dalle capacita sconosciute. Dovrebbe avere più o meno la vostra età. Qualcuno vuole ucciderla, e noi non sappiamo chi, forse ve lo dirà suo nonno>> <<suo nonno?>> Ripeté Shoko perplessa. 

<<Non ha i genitori, dicono li abbia uccisi lei. Ma io e altri professori come me, l'abbiamo incontrata. Posso solo dirvi che lei è diversa da quello che sembrava. E' molto educata e gentile. Partirete domani alle 7 del mattino, andrete a Horishima. Vi darò l'indirizzo domani mattina. Starete a cosa sua in tempo indeterminato>> suonò la campanella. Il prof cercando di andarsene, ma si fermo davanti alla porta, girandosi poco dopo <<Gojo>> disse guardandomi dubbioso. <<Si, sensei?>> Risposi inclinando il capo curioso di sentire quello che aveva da dire. 

Il professore Yaga prese un bel respiro, dopo 2 minuti di silenzio. Sembrava che quello che stava per dire era qualcosa di assurdo e molto difficile. <<Su questa missione. . . Mi . . . Mi affido. . . A te>> poi uscì. Silenzio. <<EHHHHHHHH??!>> Dissi in coro con i miei compagni facendo tremare l'istituto. <<Ma come. . . Com'è possibile? Perché proprio a Gojo?>> Domandò spaesata Shoko. Geto mi guardò con gli occhi sbaratti <<me lo chiedo anche io>> borbotto lui.

Io sorrisi <<beh perché il professore avrà capito che io sono il più talentuoso e responsabile tra di voi>> risposi fiero di me. <<Ma fammi il piacere, tu responsabile? E' più responsabile un bambino di tre anni viziato>> esclamò Geto. 

<<Sei geloso perché il prof si affida a me, invece che a te?>> Gli feci la linguaccia. Cosa che lo fece irritare. Mi prese per le spalle muovendomi bruscamente. <<E' stato solo un colpo di fortuna!>> Urlò Geto lasciando la presa. <<Non è che il professore si sarà sbagliato?>> Bisbiglio Shoko a Geto. Lui annui con le braccia incrociate <<domani dobbiamo avere una conferma>> rispose Geto dando il cinque a Shoko. <<Siete solo degli invidiosi>> dissi alzandomi dalla sedia.

Mattina ore 7:00

Eravamo in stazione, il prof era con noi. Diede a Geto un fogliettino dove c'era scritto l'indirizzo. <<Ok sensei. E' ora che andiamo. Arrivederci>> disse Geto inchinandosi. Compresi io e Shoko. <<Gojo. Non dimenticarti ciò che ti ho detto ieri>> disse il prof, prima che entrassi dentro al treno. Sorrisi <<come dimenticarselo>> 

<<Gojo. Te l'ho detto per un motivo solo. La ragazza è interessata a te. Compreso suo nonno>> Schiusi la bocca sorpreso <<e mi hanno chiesto di dirti che devi essere te stesso. Quindi comportati normalmente. Non troppo però.>>  

Annui contento. <<Ovvio>> 

Sali nel treno addormentandomi, compresa anche Shoko. Tutti e due eravamo appoggiati nella spalla di Geto. Che si addormentò anche lui poco dopo. Le ragazze ci facevano le foto dicendo che eravamo adorabili. 

Arrivammo sani e salvi a Horishima. Camminammo per ore e ore perdendoci 3 volte. Mentre io mi comparavo dei suvenir e del cibo. <<Geto sei sicuro che sai dove dobbiamo andare?>> Gli domando stanca Shoko. Non rispose rimase a leggere il biglietto, grattandosi il mento. Lo affiancai leggendo anche io dal bigliettino. <<E' all'incontrario>> bisbigliai facendomi sentire solo da lui. Geto diventò rosso <<lo so!>> urlo girando il foglio camminando più veloce di prima. 

E dopo una corsa sfiancante, arrivammo nel portone della casa. Un gigantesco cancella bianco. <<Geto. . .>> richiamai l'attenzione del mio amico facendolo girare prima di suonare il citofono. <<Voglio suonare io il citofono>> dissi appoggiando una mano alla sua spalla. Geto mi guardò male <<e perché?>> 

<<Sono interessati a m giusto? Forse è meglio che il loro preferito suoni alla loro porta, facendoli inchinare a me elogiandomi per la mia bellezza.>> Geto, però, non ascoltò le mie parole e suonò al citofono. Il cancello si aprì di scatto facendoci spaventare. Dietro di egli c'era una donna pallida, con occhio scurissimi. Vestita come una donna da ufficio. <<Voi chi siete?>> Ci chiese con una voce terribilmente stridula. <<Siamo. . . >> disse Geto con una voce stridula, schiarendosela dopo <<siamo gli alunni dell'Istituto delle arti occulte.>> 

La donna ci fece segno di seguirla. La casa era in perfetto stile giapponese. Entrammo dentro togliendoci le scarpe. Nel soggiorno c'era solo una bambina di spalle che disegnava sopra un tavolo. Dall'aspetto sembrava avesse 5 anni. <<Rimanete qui con la signorina, io vado a chiamare il maestro.>>   

Se ne andò via lasciandoci soli con la piccola dai capelli marroni. Shoko si avvinò a lei <<ehi piccola, come ti chiami?>> le chiese. Lei alzò la testa, guardandola in faccia <<Reiko Kobayashi>>

Shoko si sedette vicino a lei guardando il disegno. Rimase in silenzio con gli occhi spalancati <<wow. Lo hai fatto tu?>> Le chiese sorpresa. La piccola annui, continuando a disegnare. Io e Geto, dopo uno sguardo omicidio di Shoko, ci sedemmo vicini alla bambina. Era vestita con un chimono rosa e bianco, troppo grande per lei. <<Tu sei la nipote che dobbiamo sorvegliare?>> Chiesi serio sperando in una risposta negativa <<no, quella è mia sorella>> rispose faticando a colorare. Allungai lo sguardo, verso il foglio , notando che era il volto di una persona anziana, forse suo nonno. <<E dov'è tua sorella adesso piccola?>> Chiese Geto <<a riposare. Ha esagerato ancora con gli allenamenti>> 

Ci lanciammo sguardi perplessi <<mio nonno e lei anno di nuovo litigato>> continuo Reiko. <<Anno litigato?>> Borbotto Shoko <<si, litighiamo sempre.>> 

Shoko e Geto mi guardarono con una espressione confusa. <<Litigate? Ma non era tua sorella a litigare con tuo nonno?>> dissi togliendomi gli occhiali. Alzò la testa, guardandomi con meraviglia, appena vide i miei occhi. <<Mi sorella è innamorata dei tuoi occhi. Anche mio nonno. Gojo Satoru.>> 

Spalancai le mie iridi come tutti. Non mi staccai gli occhi di dosso. Continuava a fissarmi. <<Mia sorella è più grande di voi di un anno. Se non sbaglio>> disse lei non distogliendo il nostro contatto ottico. <<Quindi dovreste portarle rispetto. . . Come con nostro fratello>> Reiko smise subito di parlare appena entrarono dalla porta la donna di prima ed un signore anziano. La nostra attenzione ricadde tutta su loro due. <<Vedo che avete già conosciuto mia nipote>> 

Riguardammo la "bambina". Il suo aspetto era cambiato. Era una ragazza bellissima dai occhi verdi smeraldo. Capelli lunghi e marroni. Il chimono gli stava bene. Non come prima. 

<<Reiko Kobayashi. La mia dolce nipote di 18 anni.>> Disse il vecchio. Reiko si inchino leggermente <<è un piacere conoscervi>> 

Angolo me:

Ciaooo. Sto già anche scrivendo una seconda storia: L'occhio d'oro. È una storia simile a QUESTO CANTO SELVAGGIO. Per favore di leggete anche la mia seconda storia. Grazie. Scusate per gli errori. Ciaoo :)

Il clan delle anime catturate// Gojo × ReaderWhere stories live. Discover now