Capitolo 36 (1°). Un impegno vincolante

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Il giorno dopo, venerdì 18 luglio, Silvia telefonò ad Ilaria per dire che sarebbe venuta con Andrea a trovare Emanuele, come due venerdì precedenti; quella volta Ilaria non si illuse che Andrea sarebbe salito; per l'ora concordata preparò Emanuele già nella carrozzina, era sveglio e sembrava non aver fame.

"Amore, tra poco arrivano papà e Silvia, mi raccomando: fai il bravo quando ti portano in giro.", gli disse.

Emanuele sperò tanto che almeno per quella volta suo papà non parlasse per tutto il tempo con l'altra mamma di autori russi dell'ottocento ignorandolo; ma si preparò al peggio trovando un angolino morbido del lenzuolo nella carrozzina da ciucciare in emergenza.

Andrea però, con grande sorpresa di Ilaria, dopo aver parcheggiato in giardino, scese dalla macchina e le disse, con un modo di fare abbastanza gentile:

"Ciao, Ilaria, ti disturbiamo? Possiamo salire?"

Ilaria rimase a bocca aperta: "Sì... certo, venite."

Nel frattempo era scesa anche Silvia:

"Ciao Ilaria, tutto bene? Come sta il cucciolo?"

"Ciao Silvia, tutto bene, Emanuele è di là, sveglio, vi aspettava."

Andrea fece il giro della macchina e andò verso Silvia, entrarono in casa di Ilaria tenendosi per mano; era dal giorno del battesimo, esattamente un mese prima, che Andrea non entrava in quella casa. Ilaria si emozionò, non seppe come ospitarli, erano diventati, chiaramente, una coppia; avrebbe dovuto congratularsene? Aspettò che glielo dicessero, deviò il discorso verso Emanuele.

"Andrea, ecco... Emanuele ti ha già visto, sgambetta."

"Posso prenderlo in braccio?", chiese Andrea, sempre gentilmente.

Ilaria si stupì, non seppe che pensare, era come se fosse entrato in casa un altro uomo, "ma... certo... è tuo figlio Andrea, certo che lo puoi prendere in braccio.". Andrea lo prese, Emanuele gli fece un gridolino di approvazione.

"Oh, finalmente Andrea, lo prendi in braccio di fronte a me!" Ilaria sorrise, Andrea lo girò verso Silvia: "Non è un trottolino? Guarda, mi ha anche fatto un mezzo sorriso."

"Sì, lo è veramente. Ciao cucciolo, come stai?"

Emanuele, girato, la vide e fece un altro gridolino per salutarla; ormai aveva capito che l'Emanuele giocherellone se ne sarebbe stato al suo posto lassù, non l'avrebbe visto per un po'di tempo, aveva deciso che, dopotutto, avere due mamme poteva anche esser divertente e le sorrise.

"Oh, che tesoro, sorride anche a me! Ormai sembra conoscermi."

"Sì, Silvia", disse Ilaria ridendo anch'ella, "sembra proprio di sì. Sedetevi, per favore; la casa è piccola, ma ci stiamo. Non... non ho preparato però nulla! Andrea, non pensavo salissi, questa volta. Se me l'avessi detto ti avrei fatto un dolcino, so che ti piacciono."

Disse però questa cosa con timore, li vedeva uniti, non è che adesso Silvia fosse gelosa della sua cucina? Non avevano parlato di questo, chissà se Silvia sapesse cucinare, quando era andata a casa sua la cucina le era sembrata pulita ma anche poco usata. Silvia le rispose:

"Ilaria, sta' tranquilla, siamo qui venuti solo per parlare un poco, non devi stare a cucinare ogni volta che veniamo, non vogliamo disturbarti."

"Va bene Silvia e... ", disse poi un poco commossa: "grazie Andrea, veramente, grazie di riprenderlo in braccio di fronte a me."

"Ilaria, certe cose devono maturare...", guardò Silvia, si diedero uno sguardo d'intesa che Ilaria comprese. Quindi...stavano insieme! Continuò: "Quando poi capisci certe cose ecco che la vita ti presenta una situazione ben diversa. Forse alla fine... avevi ragione tu con la tua profezia."

Dolore e perdono (Parti I - VI)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora