Capitolo 6 (1°). La versione di Irene

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Ovviamente il desiderio di Ilaria di andare a Genova a dodici anni non era esaudibile; non venne neppure accennato a sua madre; tuttavia Marco aveva preso sul serio l'impegno di non abbandonare un'altra volta sua sorella e cercò di rispettare la promessa secondo le sue possibilità: come prima cosa, il giorno dopo, quando gli zii vennero a prenderlo, nel salire in auto, fra mille promesse di rivedersi e lacrime, egli, ricordando le lettere di Antonio in soffitta, le propose di cominciare una corrispondenza e questo sembrò calmarla molto.

"Ti scrivo appena arrivo a Genova, tu rispondimi, va bene?", disse Marco pregustando il piacere di scrivere un 'Cara Ilaria,', una volta arrivato.

"Sì, Marco mio, scrivimi, anch'io ti scriverò!", diss'ella facendogli uno sguardo un poco malizioso, cogliendo al volo il riferimento a sua madre, come se si fosse già calata nei suoi panni ai tempi nei quali riceveva le lettere e cartoline da innamorato del suo futuro marito.

Maria, che vide la scena, non colse il riferimento a sé, perché non pensava che avessero letto le lettere di suo marito, ma vide lo sguardo di sua figlia, e capì che potesse esserci un inizio di innamoramento fra loro due, ma, per il momento, non ci badò molto e, d'altra parte, come avrebbe potuto vietare alla figlia di scrivere al fratello? Era una cosa così innocente...

Cominciò così una corrispondenza abbastanza frequente (per quei tempi) di circa due, tre lettere al mese, sia Marco che Ilaria rispondevano appena ricevevano la lettera dell'altro. Le lettere di Marco erano ovviamente più lunghe e articolate ma anche Ilaria si sforzò pian piano di scrivere in italiano corretto e, manco a dirlo, il suo rendimento a scuola migliorò, diventò più serena; l'idea di andare al nord e di raggiungere Marco c'era sempre ma non era così pressante anche perché dalle lettere di Marco ella capiva che la vita sua al nord era molto più lenta; mentre un ragazzo del posto al massimo fra tredici e quindici anni diventava uomo, Marco sarebbe stato sempre un po' bambino anche a vent'anni e oltre, per cui non c'era poi tutta questa fretta di riunirsi. Ilaria capiva che con Marco avrebbe potuto prenderla comoda, far la sua vita e crescere ancora un po': nessuna gliel'avrebbe tolto, almeno per il momento.

Per Marco i primi giorni dopo il ritorno a Genova furono tristi: sentì in ritardo il senso di vuoto della mancanza di Ilaria. Ciò che ella era riuscita a esternare con il pianto e con il desiderio di unirsi a lui egli se l'era tenuto dentro e, tutto in una volta, venne fuori quando ormai era separato da lei: gli mancava tanto. Ovviamente la mamma se ne accorse e, con l'istinto materno, capì che Ilaria aveva sicuramente una parte nella malinconia del figlio.

Marco per tutta l'adolescenza non le aveva mai dato problemi di quel tipo, era al corrente che ogni tanto c'era qualche ragazzina che gli interessava, anche se Marco su questi argomenti teneva la bocca chiusa, ma vedeva anche che era ancora troppo immaturo e sulle nuvole per poter realmente tentare un approccio e sapeva che era stato sempre solo; tuttavia conosceva bene la bellezza di Maria e sapeva che la figlia le assomigliasse. Questo, unito al fatto che non si erano visti per molto tempo (e che la sorella, da bambina, aveva una venerazione per il 'fratello del nord'), le aveva fatto supporre che fosse successo qualcosa, anche se non sapeva i particolari.

Non volle subito chiamare Maria ma cercò prima di indagare sul figlio: facendo domande indirette, per non farlo chiudere a riccio, riuscì solo a capire che Ilaria era diventata carina, che erano stati molto tempo vicini, che si erano promessi di scriversi (e già il mattino dopo aveva visto Marco uscire per andare al liceo con in mano una busta affrancata tenendola come se fosse un diploma con aria sognante) e, anche se poco, le aveva permesso di avere un quadro abbastanza completo. Quando poi, una decina di giorni dopo, la prima lettera di Ilaria comparve nella buca delle lettere e vide la sua espressione nel vederla, nell'aprirla e nel leggerla non ebbe più dubbi: suo figlio era innamorato. Questo fatto all'inizio non la preoccupò: proprio per l'immaturità di suo figlio e la precoce età di Ilaria ella pensava che i due fratelli, malgrado avessero sicuramente ripreso un affetto reciproco dovuto alla lunga separazione, non avendo esperienza (di suo figlio ne era sicura, di Ilaria lo immaginava), avessero confuso l'affetto stesso per amore ma che questo amore, senza vedersi, sarebbe scemato da solo. Così non fu, ma andiamo con ordine. L'innamoramento di Marco non era infatti il suo solo problema di mamma: Marco stesso lo vedeva cambiato nei rapporti verso di lei. Era sempre il solito ragazzo educato, diligente e timido, tuttavia vedeva che, a tavola, molte volte evitava il suo sguardo diretto e tendeva a alzarsi appena finito di mangiare evitando di far due parole. Non sembrava arrabbiato con lei, ma sembrava come se covasse dei pensieri che non avesse il coraggio di dire; decise che solo affrontando la situazione di petto avrebbe potuto risolverla, perciò una delle successive domeniche a pranzo, in cui non era di turno al lavoro, che era il loro pasto tranquillo in cui di solito stavano insieme per un po' a tavola prendendo insieme il caffè e una pasta, cominciò a parlargli.

Dolore e perdono (Parti I - VI)Donde viven las historias. Descúbrelo ahora