Capitolo 10 - Scommessa

6 1 0
                                    

Quando chiusi la porta dietro di me mi appoggiai ad essa facendo un grande sospiro.

Era appena successo forse un gran casino...

Charlie era ancora seduto sul divano, una piccola luce ancora accesa e una pila di documenti in mano. Alzò appena lo sguardo nella mia direzione notando poi la piccola addormentata nel mio abbraccio.

«Avete fatto molto tardi.»

«Shhh sta già dormendo.»

Silenziosamente la portai a letto mettendole qualcosa di più comodo e poi tornai in soggiorno. Charlie aveva messo via tutto e così ci avviamo anche noi verso il letto.

«Lo hai incontrato?»

«Si, anche se per solo qualche secondo...» il mio tono aveva una sfumatura triste.

«E com'è andata?»

Lo guardai da sotto le coperte cercando una sua qualche reazione «Come era prevedibile.»

«Hmm... Andiamo a letto allora.»

Charlie si avvicinò a me rubandomi un cuscino e costruendo un piccolo nido dove ci si immerse.

«Buonanotte coniglietto.» dissi con uno sbadiglio e addormentandomi poco dopo.

La festa continuò anche il mattino successivo. Una grande colazione a buffet venne allestita all'interno della sala delle porte e tutti vennero invitati.

Grandi tavoli vennero portati fuori dal refettorio e dopo qualche moina da parte di Sarah andammo anche noi alla colazione. C'erano tutti i suoi amici e tra un pancake e qualche mirtillo volante, i bambini si divertono a giocare in compagnia.

Charlie era accanto a me e parlavamo tranquilli osservando Sarah con gli altri bambini.

In lontananza vidi arrivare Erika che si sedette a un tavolo insieme a Ewelein e Huang Hua e poco dietro di lei arrivò Leiftan. Si sedette da solo a un tavolo poco lontano da me ma non abbastanza vicino da parlare.

Tra noi scese un grande silenzio imbarazzante e nel mentre il brownie osservava sia me che lui.

Completamente in silenzio ascoltai distrattamente le conversazioni dei membri della Guardia lì intorno. Non alzai gli occhi dal mio piatto per la paura di incontrare lo sguardo di Leiftan.

Ma qualche secondo dopo sentii la sua presenza alle mie spalle.

«Alyhane?»

La sua voce che pronunciava il mio nome, mi era mancata.

Mi girai guardando finalmente negli occhi l'aengel.

«Possiamo... Possiamo parlare un minuto?»

Il suo sguardo si spostò verso Charlie cercando anche il suo consenso.

Mi alzai dal tavolo seguendo poi Leiftan al secondo piano. Ci fermammo proprio davanti alla biblioteca guardando di sotto, Sarah esattamente sotto di me.

«Alyhane...»

Sorrisi involontariamente continuando a guardare di sotto.

«Non credevo avrei mai più avuto la possibilità di sentire il mio nome pronunciato da te.» mi alzai dal parapetto e poi guardai lui «Però, come mai non è più Aly?»

«Io... Non lo so, è che... È passato così tanto tempo.»

«Si è vero, ma non per te.»

Correva già qualche voce e la sera prima avevo parlato con qualche infermiera. Per Erika e Leiftan questi sette anni non erano mai passati, per loro il sacrificio che avevano fatto era stato solo qualche giorno prima. Eravamo solo noi, i sopravvissuti, a dover continuare a vivere mentre loro invece erano sospesi nel nulla.

«Cosa mi racconti?»

Questa domanda innocente da parte sua era quasi una doccia fredda. Non faceva altro che ricordarmi che ora le mie priorità erano altre e che quello che c'era stato tra noi era nel passato.

Con molto imbarazzo cercai di ricucire quel rapporto interrotto ormai tanti anni prima. Gli raccontai per grandi fila la mia nuova vita continuando però a osservare di sotto distrattamente.

In pochi minuti mi sembrò tornare quelli di un tempo nonostante tra noi rimaneva comunque un muro gelido. Era qualcosa di insormontabile e che non riuscivo a comprendere.

Da sotto vidi Sarah agitare la sua mano e chiamarmi di sotto. Con un sorriso scesi verso di lei.

Leiftan non aveva fatto nessuna domanda sulla piccola e per quello ne fui davvero grato.

Presi in braccio Sarah e tornai da Charlie che ci stava aspettando per tornare in casa quando sentii uno stralcio di conversazione in un tavolo vicino.

Mathieu bisbigliava piano ma questo non bastò a non farsi sentire.

«Avanti! Sono due gocce d'acqua! E poi l'età combacia... Andiamo! Chi scommette? Charlie o Leiftan?»

Avevo capito immediatamente di cosa stessero discutendo così mi avvicinai al loro tavolo con Sarah ancora per mano.

«Mi piacciono le scommesse, posso farlo pure io?» innocentemente mi ero avvicinando al tavolo ridacchiando.

«Alyhane!»

Mathieu saltò in piedi completamente preso alla sprovvista. Sbiancò in un attimo abbassando lo sguardo colpevole come un cucciolo messo in castigo.

Poco distante, anche Leiftan ascoltava con sguardo enigmatico.

«Io punterei sulla madre.» e con questa battuta me ne andai ridacchiando.

Il resto della giornata passò come al solito e dopo una lunga ed estenuante giornata di lavoro tornai a casa per dormire, finalmente.

Mi sedetti sul divano con un cuscino sulla testa cercando di riposare mentre il brownie finiva di compilare qualche scartoffia.

E poi qualcuno bussò alla porta.

«Aly, sono io...»

Era Leiftan, cosa ci faceva lì a quell'ora?

Uscii dalla porta trovandomelo proprio a qualche centimetro di distanza.

«Aly, io... Sarò diretto, ma non so come chiedertelo.»

«Sputa il rospo, non c'è bisogno che tu ci giri intorno troppo.» lo intimai.

«Sarah, Sarah è mia figlia?»

Piume bianche - New EraWhere stories live. Discover now