Capitolo 8 - Incontri inaspettati

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Appena mi poggiai sul lettino morbido sprofondai in un sonno pesante senza accorgermene. La stanchezza mi piombò addosso come un macigno e non potei resistere.

Qualche ora dopo, la voce dolce di Ewelein mi svegliò scuotendomi poi per una spalla.

La luce fioca dell'infermeria avvolgeva ogni cosa e mettendomi seduto osservai la stanza intorno a me. Come poteva essere cambiata così tanto in un solo giorno? Cos'era successo?

Solo in quel momento mi accorsi che la Ewelein che avevo davanti non era la stessa persona che ricordavo.

«Cos...»

«Calmati Leiftan, prima facciamo qualche esame?»

Ma mentre l'infermiera mi provava la pressione, controllava le mie reazioni e passava al microscopio qualsiasi cosa iniziò a raccontarmi qualsiasi cosa.

Erano passati sette anni? Sette anni da quel giorno che per me era successo solo ieri...

Avevamo salvato Eldarya ma a che prezzo? Tutto si era mosso senza di noi e ora che eravamo di nuovo qua?

Non avevo la più pallida idea del perché, io e Erika avevamo deciso di sacrificarci per salvare il mondo. Eravamo pronti a morire e lo avevamo fatto eppure, eppure eravamo ancora qua.

«Ti lascio un po' da solo adesso...»

Rimasi seduto su quel piccolo lettino osservando il grande albero sul fondo della sala. Se sue foglie argentee risplendevano alla luce tenue e i grandi tendaggi ricadevano morbidi sulle pareti. Era cambiato tutto ma in un qualche modo non era cambiato nulla.

Aly...

Dov'era? Sette anni erano tanti ma lei dov'era? Cosa stava facendo? Era ancora... era ancora viva?

Mi coprii gli occhi con una mano cercando di ricordare quello che i aveva detto Ewelein poco prima ma non mi aveva detto nulla di lei. Come mai?

Mi alzai dal lettino scendo dalla stanza e cercando l'elfa che era seduta alla sua scrivania all'ingresso.

«Oh, cosa fai già in piedi' dovresti riposare un po' di più.»

Mi poggiai al boro della scrivania per non perdere l'equilibrio. Effettivamente aveva ragione, avevo ancora le vertigini e avevo un leggero mal di testa.

«Io... Volevo farti una domanda...»

Ma in quell'esatto momento qualcuno bussò alla porta.

«Avanti.»

La porta si aprì di scatto lasciando entrare un tornado. Una bambina con in mano un pesante cestello comparve con un sorriso stampato in volto.

«Il mio papà mi ha detto di portarti questo.»

Lentamente alzò il cestello poggiandolo sulla scrivania per poi cercare qualcosa in un borsellino che aveva in vita.

«E mi ha detto di lasciarti questo...»

Le allungò il foglietto felice.

«Come mai sei tutta sola, il papà non ti poteva aiutare?»

«Sono abbastanza grande! E poi era occupato...»

La bambina finalmente si girò nella mia direzione osservandomi con i suoi grandi occhi verdi. I capelli biondo grano e quell'espressione curiosa, sembrava davvero una bambina felice. Solo dopo mi accorsi delle piccole orecchie sulla testa e delle code bianche che fluttuavano morbide dietro di lei. Delle code a piuma?!

Lei mi guardò e poi sorrise mentre ancora io la guardavo rapito. Rise e poi scappò via come un fulmine osservandomi per un'ultima volta da dietro la porta.

Mi ricorda...

Sorrisi involontariamente ricordandomi Aly, quelle code bianche a piuma mi ricordavano tanto lei.

Aspetta...

Ewelein stava controllando il contenuto del cestino e distrattamente prendeva appunti su un grande libro mastro sulla scrivania.

«Ewelein?»

«Hmm?» anche la sua risposta era distratta.

«Quanti anni ha quella bambina?»

Alzò appena lo sguardo pensandoci un secondo «Se non erro quasi sette.» e poi tornò a controllare il contenuto del cestino.

«Chi è?»

«Sarah? È la figlia di Alyhane.» rispose semplicemente.

Cosa?!

La guardai con gli occhi granati non riuscendo a dire altro. Anche Ewelein si accorse di quello che aveva appena detto collegando solo allora quello che aveva appena detto.

Guardò la porta ancora aperta e poi guardò me.

Lei era la figlia di Aly... lei era...?


[Alyhane]

Un paio di giorni dopo finimmo con successo anche questa breve spedizione recuperando gli ultimi ingredienti e ripartendo in tutta fretta.

Quella sensazione pessima che avevo a inizio viaggio era sparita sì, ma alla fine qualcosa mi spingeva a tornare a casa. Ophelia che mi compariva in sogno non era una cosa comune e la cosa mi metteva un po' a disagio.

«Siamo già di ritorno?»

«Questa volta si, era un giro molto breve.» confermai alla mia compagna spingendo il famiglio a inoltrarsi nuovamente nelle profondità della foresta.

E dopo poco eccoci nuovamente al limitare della foresta. Le grandi mura candide in lontananza svettavano come sempre sulla collina delle Terre di Eel.

Saltai giù dalla sella prendendo il famiglio per le briglie. La mia compagna di viaggio che si fermò nuovamente ai campi di addestramento mentre io proseguivo dritto verso il mercato.

Ma c'era qualcosa che non andava, c'era molta più gente per le strano nonostante ci fosse un bel tempo.

Cosa stava succedendo? Perché tutto questo movimento?

Mi avvicinai al retrobottega slacciando le borse e entrando dalla porticina nascosta dietro un paio di alte piante in vaso.

Lasciai cadere le pesanti borse nel mezzo della sala piegando poi la schiena indietro cercando di scrocchiarla visto che mi sembrava di aver perso qualche centimetro in altezza.

«Charlie?»

Lo cercai per il locale e fortunatamente comparve subito.

«Oh, sei ritornata!»

«Ovviamente, era solo un'esplorazione corta, lo sai.»

Senza chiedere nulla mi aiutò a mettere a posto tutto quanto.

«Sarah?»

«È tutto a posto anche se credo dovremo prendere un altro paio di magliette. È cresciuta molto in questo ultimo mese.»

«Nessun problema, magari ci andiamo questo fine settimana?»

«Dubito sarà possibile.» rispose semplicemente.

«E perché mai? Centra per caso il fatto che sono tutti così indaffarati?»

Charlie in quel momento si fermò immediatamente guardandomi stupito e preso anche alla sprovvista.

«Non lo sai?!»

«Cosa dovrei sapere? Sono appena tornata Charlie, ho solo visto molta gente in giro e basta...»

Non mi ero fermata ad ascoltare i discorsi della gente in giro e non c'erano certo volantini appesi in giro ad avvisare di una qualche festa nuova.

«Aly... Si sono risvegliati... Leiftan...»

Lasciai cadere la piccola giara di vetro che avevo in mano. Si frantumò in mille pezzi spargendo il contenuto sul pavimento.

Leiftan...?

Piume bianche - New EraWhere stories live. Discover now