Molto. E si ubriaca spesso. Quasi ogni pomeriggio lo trovo così e non so più che fare.  Mia madre non dice mai niente, secondo me ha paura di lui. Purtroppo ha ragione. Si tratta di un uomo senza regole, un'auto senza freni né controllo che precipita da una ripida discesa, dritta dritta verso lo strapiombo del coma etilico, impossibile da salvare.

Dopo mi chiudo in camera e, siccome sto continuando a pensare a lui in continuazione, prendo Instagram e cerco Dorian Sepherd. Mi vengono fuori diversi risultati di cinquantenni che scarto subito, Dorian è un nome antico, rifletto. Lui è l'unico ragazzo che conosca con questo nome. Alla fine trovo un profilo che potrebbe essere quello giusto. Il Nikname è DoSerianPhe, solo lui può fare un tale mappazzone con il suo nome e il cognome e andarne pure fiero.

Scorro le immagini e mi viene da sorridere, ha postato pochi selfie, per lo più vedo immagini di paesaggi e una moto che è inquadrata in tutte le foto. E così il tipo ha anche una moto! Quanto lo invidio! Anche io ne vorrei molto una, ma i miei genitori non vogliono farmi fare il patentino. Credo che abbiano paura che un giorno io decida di scappare e non mi faccia vedere più, e forse hanno ragione.

Ho solo voglia di andarmene quando mio padre fa le sue solite sfuriate da ubriaco, o quando entro in camera di mio fratello e lo trovo a piangere accanto alla finestra perché nostra madre lo ha denigrato di nuovo dandogli della nullità. Non è una bella famiglia, per niente. E ho solo paura che le cose possano peggiorare nel tempo.
Sospiro e mando un messaggio a Carrie, chiedendole di uscire, ma mi risponde subito di essere con Raphael e beh... chi sono io per separarli?

Sento bussare sommessamente alla mia porta. Thomas entra piano attento a non fare rumore. Ha un grosso livido violaceo sull'occhio destro. <<Che hai fatto?>> Gli chiedo abbracciandolo con dolcezza mentre scoppia in lacrime contro la mia spalla. <<Hai di nuovo fatto rissa con qualcuno?>> Lui annuisce e io vado a prendergli del ghiaccio. Vorrei sapere chi sia stato per fargliela pagare, ma so già che mio fratello non me lo dirà.

Funziona sempre così, io non gli faccio domande quando lo vedo coperto di lividi e lui non ne fa a me quando dalla camera adiacente alla mia mi sente piangere disperata. Ha tre anni in meno di me, quindi quattordici, e non se la passa bene. <<Aly... c'è una festa domani sera... tu ci vai?>> Mi chiede e io annuisco.

<<Vorrei venire anche io, ma per i primini c'è bisogno che qualcuno di quarta o quinta li accompagni...>> Lascia la domanda in sospeso e non servono parole per fargli capire che sfrutterò il mio vantaggio di sorella maggiore per accompagnarlo. Ho diciotto anni per qualcosa, o no?
Passo il resto del pomeriggio a studiare, e mi perdo momentaneamente nei miei ricordi.

Mi trovo in prima elementare, sono una bimba allegra e spensierata, ma non conosco nessuno perché ci siamo appena trasferiti e sono troppo timida per andare a parlare con le mie nuove compagne di classe. Mi dondolo da sola su un'altalena del parco giochi dove ci hanno portate, invidiando le altre bambine che si rincorrono spensierate. La cosa peggiore della solitudine per me non è stare da sola, sto bene con me stessa. Il problema è che mi vergogno a farmi vedere sola in un angolo, credo che mi giudichino, ma non so che fare, mi dondolo avanti e indietro, disegnando stelline su un bloc notes. All'improvviso un bambino viene a sedersi accanto a me. Ha i capelli biondo oro e dei furbi occhietti scuri che creano un contrasto particolare con la carnagione pallida.

<<Cosa stai disegnando?>> Mi chiede e io gli mostro orgogliosa il mio lavoro. Non è niente di che, però mi piace. <<Perché le stelle?>> Cerco le parole per spiegare. <<Perché mi rappresentano.>> Dico infine.

Lui sembra curioso e mi incita a continuare, io ho paura di dire la cosa sbagliata e farlo andare via, ma alla fine ammetto: <<Sono tante, ma sono tutte lontanissime l'una dall'altra, sono sole, ecco. Anche io sono sola, non ho amici.>> Lui mi sorride e mi viene naturale farlo anche io di rimando, come uno specchio.

<<Ma tu non sei sola! Un amico ce l'hai! Mi chiamo Niklaus, e da oggi sarò il tuo migliore amico! Sarò il migliore amico migliore del mondo!>> Mi dice e io rido. <<E va bene allora, però Niklaus non mi piace, se vuoi essere mio amico ti devi lasciar chiamare... Nik! E io sono Alyssa>>

Lui sembra rifletterci su, poi mi porge la mano: <<solo se ti lasci chiamare Alya.>>
Gli prendo la mano e la stringo. <<Perfetto! Allora da oggi giuro solennemente di essere il tuo migliore amico!>>

Io sorrido e ripeto: <<Lo giuro anche io.>>
E ci credevo davvero, avevo visto le mie stelle riflesse nei suoi occhi scuri, e avevo pensato che le stesse stelle erano impresse nei miei.

E le stelle ci invidierannoWhere stories live. Discover now