| 𝙲𝚊𝚙𝚒𝚝𝚘𝚕𝚘 12 |

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<<Ma dove vai? Ma dove vai?
Tanto oramai sei mia
Anzi, faccio così, passo di lì
Ti prendo e ti porto via>>


San Juan, Portorico


"Vai da qualche parte, Mija?"

La possente e, al tempo stesso, ferma voce appartenente ad El Diablo, risuonò soave nei timpani del giovane membro dei Sons of Silence, facendola irrigidire appena.

<Va in figa! Mi ha trovato!> esclamò alquanto frustrata, tra sé e sé, la biondina.

Impercettibile all'attento sguardo di lui, Samantha ingurgitò un piccolo grumo di saliva che gli si era formato in bocca. Facendolo scivolare, lentamente, lungo la sua gola. Istintivamente aumentò la presa sulla tracolla del suo borsone, come se fosse stata colta in flagrante, cosa che effettivamente era accaduto. Dato che, grazie all'aiuto di uno dei suoi fidati cani, Perez era riuscito a scovarla. Fermandola giusto prima che prendesse il volo diretto per Cuba.

Per alcuni lunghi secondi, rimase paralizzata quasi. E, se si avesse potuto, si avrebbe visto come, quelle veloci rotelline che aveva all'interno di quel cranio, stessero ruotando alla velocità della luce. Escogitando, alla svelta, un sensato e funzionante piano B.

Fece un lungo e profondo respiro. Poi, poco prima di voltarsi in direzione del possessore di quei stramaledetti occhioni verdi, abbassò leggermente lo sguardo. Ringraziando, nella propria testolina, tutti gli dei nordici che conosceva, visto che, senza neanche farlo apposta, a coprirle i piedi vi erano le sue, oramai logore, Vans Slip On senza lacci, e non le infradito.

Certo, sarebbe stato meglio se avesse indossato le running Nike. Però, in quel momento, si sarebbe accontentata di correre con altre scarpe. Se, invece, avesse indossato le ciabatte, le sarebbe risultato alquanto difficile scappare con quelle ai piedi. Anche perché è giusto che lo sappiate. La nostra cara protagonista era capace di inciampare nel nulla più assoluto.

Compì qualche passo in avanti, dato che la lenta fila stava avanzando. Successivamente, dopo essersi nuovamente arrestata, si voltò di lato, in direzione proprio del moro. Il quale, silenziosamente, aveva avanzato assieme alla bionda, timoroso quasi di perderla. Di nuovo.

Samantha sbatté un paio di volte le palpebre, osservando quell'uomo che trasudava pericolo da ogni singolo poro e che, inevitabilmente, stava cominciando, anche se in minima parte, ad insinuarsi nelle viscere e nella carne di lei.

"In realtà si, signor Perez" rispose, dopo lunghi attimi di silenzio, al quesito che il capo dei Siervos del Diablo le aveva posto. Dando, ovviamente, del lei al trentenne. "Il mio soggiorno a San Juan è terminato. Ed è giunto il momento di proseguire la mia vacanza" spiegò, mantenendo un tono di voce tranquillo.

Ruben annuì un paio di volte, mormorando poi un "Perché te ne sei andata senza salutare?" riferendosi alla notte che avevano trascorso assieme.

A quella domanda, la Moretti spostò il proprio peso da un piede all'altro, sistemandosi meglio, sulla propria spalla sinistra, la tracolla del borsone.

"Sarebbe stato imbarazzante, non credi?" rispose a quel quesito ponendo un'altra domanda. Per tutta risposta, El Diablo sollevò il sopracciglio destro. Attendendo che la ventiquattrenne proseguisse a parlare. "Ecco..." mugugnò, riflettendo. "Entrambi abbiamo ottenuto ciò che volevamo, no?" chiese, osservandolo di sfuggita. "Perché mai avremmo dovuto rovinare quella piacevole..." si bloccò, non volendo risultare volgare nel pronunciare quel termine che giaceva sulla punta della sua lingua.

"Scopata?" intervenne Perez, passandosi poi, per svariate volte, il pollice e l'indice su quel leggero baffetto presente sopra il labbro superiore.

Non voleva farlo, davvero. 

ᴇʟ ᴅɪᴀʙʟᴏ - ɴᴏɴ ᴛᴜᴛᴛᴏ ɪʟ ᴍᴀʟᴇ ᴠɪᴇɴ ᴘᴇʀ ɴᴜᴏᴄᴇʀᴇ  ᴠᴏʟ. 1Where stories live. Discover now