| 𝙲𝚊𝚙𝚒𝚝𝚘𝚕𝚘 8 |

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<<Sei sempre tu.
Solo che adesso non vedo il tuo volto.
Non sento le tue parole.
Ti sei addentrata nella mia carne come un respiro, riempi ogni mio globulo rosso del tuo sangue>>


Vicenza, Italia

<Incontriamoci tra mezz'ora al solito posto. Fa in modo che nessuno ti segua>

Gli occhi azzurri di Viper continuavano a leggere e rileggere le parole presenti in quel messaggio che, alcuni minuti prima, Andrea Rossi gli aveva mandato. Non aveva nemmeno tentato ne di rispondere al messaggio ne, tanto meno, provato a contattare l'uomo a capo dei Sons of Silence. Perché tanto sapeva benissimo che, se Rossi aveva utilizzato il numero di quel cellulare usa e getta, usato dai due solo in caso di emergenza, mai avrebbe ricevuto alcuna risposta da parte dell'altro.

Semplicemente, dopo essersi fatto una doccia veloce ed aver indossato al volo i primi abiti raccattati dall'interno del proprio armadio, il criptico Viper si era infilato ai piedi i suoi amati stivaletti. Recuperò le chiavi del suo Pick-up ed uscì di casa. Avviandosi verso il luogo d'incontro prestabilito da Andrea.

Nessuno, lungo il tragitto, lo aveva seguito. Anche perché, date le grandi abilità di Viper nell'essere fin troppo bravo nel passare inosservato, sarebbe risultato alquanto difficile riuscire a pedinarlo.

E così, avvolto nel più totale silenzio che regnava all'interno di quella vecchia ma, fidata, vettura, l'uomo arrivò a destinazione.

Parcheggiò accanto all'Harley Davidson Road King di Rossi e, dopo aver dato una rapida occhiata, non solo al luogo circostante, ma anche controllando di non esser stato, effettivamente, seguito da qualcuno, scese dal suo Pick-up. Con passo veloce, aprì la porta, mezza arrugginita, di quel vecchio ed abbandonato magazzino, situato fuori dalla città di Vicenza.

Non appena ebbe messo piede all'interno di quel malandato stabilimento, le sue narici furono subito invase dal fetido odore di chiuso e sporco. C'era un silenzio quasi opprimente in quel luogo dimenticato da Dio. Un silenzio capace di schiacciarti a terra, facendoti rimpiangere il momento in cui avevi messo piede all'interno di quel malandato magazzino. Una flebile luce, proveniente dal piccolo ufficio, posto a sinistra di quel stabilimento, ed il leggero suono di passi, originario anch'esso dallo studio, attirò la sua attenzione.

"Alla buon'ora, Viper" la possente voce di Rossi risuonò per tutte quelle quattro mura, generando un'assordante eco.

"Ho fatto il più veloce possibile" rispose l'uomo dagli indomabili ricci, avviandosi verso l'ufficio. "Hai detto mezz'ora e..." si bloccò, controllando l'ora impressa sull'orologio che portava al polso. "...E sono in perfetto orario" concluse, fermandosi proprio davanti all'imponente figura di Andrea Rossi.

"Ti ha seguito qualcuno?" domandò l'uomo brizzolato abbassando, di qualche nota, il tono della sua voce. Come se temesse che, l'oscurità che li avvolgeva, potesse essere in grado di udire la loro conversazione.

"Di certo non mi sarei avventurato, fino al magazzino, se avessi avuto il men che minimo sentore di esser pedinato" rispose Viper, abbassando anche lui la voce. "E tu, invece?" domandò, mettendosi al suo fianco. "Qualcuno ti ha seguito?"

Andrea Rossi, dopo aver dato una rapida occhiata all'ambiente circostante, negò col capo.

"Su, entra" parlò poi Andrea, facendo cenno, col capo, a Viper di seguirlo all'interno dell'ufficio. "Devo mostrarti il contenuto della busta che mi hanno fatto recapitare"

Una volta all'interno del piccolo ufficio, i due presero posto su quelle vecchie seggiole di plastica, poste rispettivamente l'una di fronte all'altra. In silenzio, Rossi passò all'altro uomo la busta che, qualche giorno prima, gli era stata fatta recapitare, in forma anonima, presso la propria impresa edile.

ᴇʟ ᴅɪᴀʙʟᴏ - ɴᴏɴ ᴛᴜᴛᴛᴏ ɪʟ ᴍᴀʟᴇ ᴠɪᴇɴ ᴘᴇʀ ɴᴜᴏᴄᴇʀᴇ  ᴠᴏʟ. 1Where stories live. Discover now