♡Capitolo 3♡

141 61 68
                                    

Diego's pov
Ho un ragazzo dagli occhi azzurri e capelli corvino che mi sta guardando, rispondo, ma vedo che ci mette qualche secondo a stringermi la mano. Ci guardiamo per qualche minuto, forse troppo, ma sento qualcosa di magnetico che mi attira nel suo sguardo.

"Lui è Hantar, ha 6 anni e Alessandro mi ha fatto il favore di cavalcarlo"

"Oh davvero ma è magnifico" esorto provando però un senso di gelosia nei suoi confronti.

È oggettivamente bellissimo e spero non mi debba preoccupare di lui con Teresa, ha già sofferto una volta, non voglio che si commetta lo stesso errore.
Ci dirigiamo verso la macchina dopo aver salutato Tony, prima di salire guardo indietro, non so il motivo, forse solo istinto,ma tanto è inutile, è intento a sistemare il campo.
Il ritorno verso casa mi sembra infinito, sono totalmente assorto dai pensieri.
Che cos'è questa cosa che sento?

Sarà perché alla fine non ho fatto colazione, devo solo mangiare e poi mi passerà.

Ma perché allora non mi tolgo la sua immagine dalla mente?

Neanche dopo aver conosciuto Teresa mi è successo.

Non sarà niente.

Ho bisogno di pranzare.

Di sottofondo la radio trasmette Perfect di Ed Sheeran e Teresa si mette a cantarla, ha una voce pazzesca. Nonostante non prenda lezioni, si allena ogni giorno, i suoi genitori per il suo 13esimo compleanno le hanno persino trasformato la stanza degli ospiti in uno studio vero e proprio, completo di microfoni, cuffie e insonorizzazione.
Lei mi da una gomitata, segno che mi devo unire, non sono assolutamente alla sua altezza, nonostante questo riesco comunque a non stonare.
Arrivo a casa, mia madre sta al lavoro, però mi ha lasciato un bigliettino sul tavolo con su scritto: Per il mio bambino, c'è la pasta al forno, scaldatela al microonde, un bacione
                                     Mamma.

Aspetto con ansia lo scadere del timer e poi finalmente posso godermi un bel piatto caldo. È buonissimo, la mozzarella filante, il sugo e la pasta fatte in casa da mia nonna, tutto si fonde alla perfezione.
Mia madre ha imparato tutto da lei, da piccola la metteva in piedi sulla sedia e la faceva impastare, ha imparato a fare la pizza a 5 anni.

"Anna vieni qui che ti insegno una nuova ricetta" le diceva ogni giorno
"Arrivo mamma" ripeteva e correva, era una bambina davvero curiosa e sono fiero che abbia fatto della propria passione il suo lavoro. Da poco si è aperta un ristorante in centro ed è sempre pieno, la gente fa anche un ora di fila per aspettare che si liberi un tavolo.
Ogni giorno ritorna stanchissima e so che vorrebbe solo andare a dormire, invece si siede con noi a tavola e mi ascolta, si interessa di me e nota subito se ho qualche problema, in caso mi abbraccia e mi aiuta a risolverlo.

Lavo i piatti, metto in ordine e mi sdraio sul divano e finalmente mi rilasso.

*suono della sveglia*

Mi alzo di soprassalto, guardo l'orario e mi accorgo che sono le 16, non ci posso credere, tra mezz'ora ho allenamento e sono in ritardo. Mi cambio in fretta, prendo lo zaino e corro al motorino, mia salvezza. In 20 minuti riesco ad arrivare in palestra, metto i guantoni e aspetto il mio allenatore.
Siamo in cinque a fare boxe in maniera agonistica e quest'anno mi aspettano le nazionali, se le vinco sono candidato agli europei e poi posso ambire alle Olimpiadi.
Saluto i miei compagni e inizio a scaldarmi facendo qualche esercizio di stretching.

"Oh ciao Davide" saluto il mio compagno appena entrato e lui mi viene incontro, si prepara ed inizia a esercitarsi insieme a me.

"Come è andata? Sei pronto? Il maestro ci ha scritto che oggi ci distrugge"

"Ho letto, ma non mi preoccupo, in fondo ci deve preparare a dovere"

"Basta chiacchiere, in queste due ore vi farò sudare, vi pentirete di essere nati e alla fine una bella prova al ring, iniziate subito con 15 minuti di corsa"

Potrà sembrarvi una persona burbera e severa, ma non lo è affatto, ci tiene a noi e vuole che raggiungiamo grandi obiettivi ed è uno dei migliori in circolazione, per accedere a questo corso si deve superare un test che decide lui stesso.
Fino ai dodici anni mi sono allenato costantemente per entrarci, mio padre è stato il mio più grande sostenitore e maestro. Se sono qui lo devo solo a lui, è stato campione italiano ed ha vinto una medaglia d'oro alle Olimpiadi, ha gareggiato più volte con il mio attuale coach, Diáz Vs Murphy, i loro match sono su Youtube e hanno raggiunto migliaia di visualizzazioni. Purtroppo mio padre si è dovuto fermare a causa di un infortunio e si è aperto un negozio di articoli sportivi specializzato in sport da combattimento.
Provo a fare gli esercizi ma non riesco a dare il meglio di me, sembro stanco anche se non lo sono, non sono concentrato.

"Qualche problema Diego? Metti più forza in ciò che fai, come farai a sconfiggere un avversario con quei pugni?"

"Nessuno coach, rimedio subito" ma la verità è che già sto facendo il possibile.

La palestra è un vero lusso, è presente di tutto, dai pesi, alle corde per saltare, a tutti i tipo di sacco, inoltre in fondo alla sala c'è un ring nuovo, nero e rosso.
Ed è proprio lì dove si svolge l'ultima parte dell'allenamento.
Ci mettiamo le giuste precauzioni, caschetto e paradenti, infiliamo di nuovo i guantoni e siamo pronti.

"Diego tu con Davide, voglio divertirmi quindi non mi deludete"

Ci mancava solo questo, Davide è il secondo più forte degli allievi, il primo sono io, ma sono sicuro che oggi diventerò l'ultimo.
Non perdo tempo, salgo, ci diamo il saluto e Murphy ci fa iniziare. All'inizio tutto liscio, riesco a schivare ed affondare colpi, in perfetta sintonia, in parità.

"L'avversario si guarda negli occhi, se no prevede le vostre mosse"

Lo faccio, ma me ne pento immediatamente, gli occhi azzurri di Davide fanno riaffiorare nella mia mente l'immagine di Alessandro, i suoi lineamenti perfetti e delicati e poi...
Non faccio in tempo a schivare e un pugno mi finisce dritto in faccia, mi coglie così di sorpresa che finisco per terra, come un novellino.

"Stop, fermatevi, Diego scendi immediatamente"

"Ei amico che ti è preso"
Non rispondo, ma obbedisco all'ordine del coach.

"Si può sapere che hai oggi, neanche i ragazzini più piccoli si acciuffano in quel modo, ora vattene a casa e fatti una bella doccia, la prossima volta ritorna solo se sei informa"

Esco fuori senza salutare nessuno, sono arrabbiato con me stesso, confuso e insoddisfatto. Lungo la strada scrivo a Terry, ma è inutile, non mi risponde.
Mi arriva una notifica, apro WhatsApp sperando che sia lei, invece è solo Salvatore, mio compagno di classe, che mi informa che stasera c'è un evento in discoteca e se per caso mi andava di raggiungerlo.
Non sono dell'umore giusto, ma forse mi riuscirò a distrarre e poi un'entrata e un drink gratis non si rifiutano mai.

“Ok ci sarò” invio.

● Angolo Autrice ●
Vi è piaciuto il capitolo?
Fatemi sapere cosa ne pensate e ringrazio moltissimo chiunque dedichi il suo tempo alla mia storia.
Vi mando tanti bacioni, alla prossima🙋🏻‍♀️

Insta: libri_uguale_vita

Love only youWhere stories live. Discover now