♡Capitolo 4♡

116 47 57
                                    

Alessandro's pov

Sono steso sul letto con la Canzone di Achille in mano, adoro godermi questi momenti di piacevole lettura.
L'ho appena iniziato, la mitologia non è il mio genere, ma essendo un lettore non potevo privarmi di un titolo che ha fatto un successo mondiale, devo crearmi assolutamente un mio parere.
In pratica la mia vita è composta dell'equitazione, la lettura, i videogiochi e infine i compiti. Se mio zio mi ha trasmesso l'amore per i cavalli, mio padre quello per le storie.
Non lo vedo spesso, ormai si è trasferito a Milano per lavorare a tempo pieno come traduttore per una famosa casa editrice e questo ha il suo vantaggio, perché ogni volta che mi viene a trovare arriva con uno scatolone pieno di libri.
Lo riesco a vedere una volta al mese per tre giorni, ma a volte anche per una settimana. Non ho mai avuto rancore nei suoi confronti, i miei hanno divorziato più di 5 anni fa e da allora in casa regna la pace. Non è stato uno di quei divorzi turbolenti con odio e urla, ma anzi sembrano andare d'accordo più ora che prima.
In ogni caso non faccio in tempo a finire il primo capitolo che suonano alla porta.

"Ale per favore puoi aprire tu la porta che io sto apparecchiando?" Mi urla mamma dalla sala da pranzo.

"Va bene!" urlo anche io.

La mia casa è abbastanza piccola, è presente una camera da letto, due camerette, un bagno e un angolo cottura, niente corridoi, ma una spaziosa cantina che sto ristrutturando per poter creare uno spazio in cui leggere in tranquillità.
Nella mia cameretta entra un letto, un armadio, una scrivania e una piccola libreria, ma il resto dei libri rimane dentro le scatole.
Apro la porta e mi ritrovo mio zio che mi abbraccia per salutarmi.

"Ecco qui il mio nipote preferito, allora come hai trascorso la giornata?"

"Tutto bene zio, stavo leggendo"

"Oh che bello, magari sapessi fare lo stesso, la mia concentrazione però mi ha abbandonato molti anni fa"

"È pronto a tavola, sbrigatevi se no la pasta si raffredda!" urla di nuovo mia madre ed entrambi assecondiamo il suo ordine.

Nonostante la separazione delle due famiglie, mia madre e zio Tony hanno continuato ad avere ottimi rapporti, viene spesso a trovarci ed io ne sono molto felice, perché è davvero una persona divertente, i suoi aneddoti sono unici nel loro genere.

"Ale manda un messaggio a Beatrice e dille di venire subito a mangiare se no digiuna tutta la giornata"

E neanche il tempo di dirlo che sentiamo aprire una porta dalla quale esce mia sorella che si dirige verso di noi.
Siamo gemelli eterozigoti, ma dai caratteri e il colore degli occhi totalmente opposti, lei li ha marroni come il colore della torta Sacher, la sua preferita. Ha accettato di meno la lontananza di mio padre, era più legata a lui che a mia madre e dopo la notizia del trasferimento ha pianto per giorni. Almeno due volte al giorno deve chiamarlo per raccontargli della sua giornata.

"Ciao Bea, non vieni a salutare il tuo zietto preferito" esorta con forse troppa poca euforia.

"Ciao zio Tony" e gli da un piccola pacca sulla spalla con un po' poca euforia.

Gli vuole bene, ma al contrario di me non lo sopporta granché, forse perché gli ricorda sempre che papà ha un'altra vita in un altra città.

"Allora quando te li tagli quei capelli lunghissimi Bea?" le domanda e forse se ne pente subito, perché lo sguardo che riceve metterebbe k.o un elefante.

"Mai zio, a papà piacciono i miei capelli ed è solo la sua opinione che conta" e così mette fine al breve discorso.

Continuiamo a mangiare in silenzio per un po', abbastanza imbarazzante direi, per fortuna zio Tony se ne esce con una delle sue avventure e la tensione si smorza.
Ci racconta di quando da piccolo, di notte, rubò la vespa di nonno per andare a trovare i cavalli nel maneggio. Tutto filò liscio se non fosse che una volta arrivato lì aveva così tanto sonno che si addormentò su un cumulo di fieno e si svegliò solo verso le sei. Preso dal panico decise di ritornare a casa prima di essere scoperto, ma lungo la strada lo fermò la polizia. Il problema è che lo fermarono non solo perché videro un bambino da solo su una moto ma soprattutto perché andava ad una velocità fuori dal limite.
Così lo riportarono loro a casa, sequestrarono la vespa a mio nonno e inoltre gli fecero anche una bella multa e gli strillarono perché doveva badare meglio a suo figlio. Il padre lo mise in punizione per un mese e la vespa da allora non la doveva neanche minimamente guardare.
Alla fine del racconto ridiamo tutti, persino mia sorella.

"Allora che te ne pare di Teresa, la ragazza che hai accolto questa mattina al maneggio?"

"Molto carina e gentile" rispondo ridendo ancora.

"Secondo me potresti invitarla a uscire uno di questi weekend"

"Non credo che lei accetterebbe, neanche ci conosciamo"

"Se magari ci parlassi di più potreste essere una bella coppia" a quelle parole mi va quasi di traverso il cibo.

"Sì così magari non saresti più l'asociale e il sigle che conosco" Mi dice mia sorella con tutta l'aria di una che mi sta prendendo in giro.

"Non mi piace Teresa, non provo nulla nei suoi confronti"

"Che peccato, è davvero una bella ragazza e sarebbe perfetta per te"

A quel punto il mio sorriso si spezza, perché se penso a una persona bella e perfetta mi viene in mente solo il suo amico, Diego, la sua voce, la sua stretta di mano decisa...
Mi alzo dalla tavola e mi dirigo nella mia cameretta, chiudendo la porta a chiave.

● Angolo Autrice ●
Vi è piaciuto il capitolo?
Fatemi sapere cosa ne pensate e ringrazio moltissimo chiunque dedichi il suo tempo alla mia storia.
Vi mando tanti bacioni, alla prossima🙋🏻‍♀️

Insta:
@love_only_you_wattpad (dedicato solo alla storia) scrivetemi se venite da qui
@libri_uguale_vita (dove parlo di libri)

Love only youWhere stories live. Discover now