♡Capitolo 6♡

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Alessandro's pov

Non ho nessuna voglia di andare a scuola. Voglio solo continuare a dormire.
Guardo l'orologio, sono le 7:00, perfortuna la mia scuola è vicina.
Sento mia sorella che parla al telefono mentre molto probabilmente è intenta a truccarsi in bagno, quindi vado verso la cucina per fare una veloce colazione.
Mi riscaldo del latte e prendo i cereali nella credenza, ne verso un po' nella tazza e con calma inizio a svegliarmi.
Preferisco godermi questo momento in totale silenzio, quindi sono fiero che mia madre stia dormendo e che nessuno dei vicini si stia mettendo a fare lavori.
Aspetto che Bea finisca di sistemarsi ed entro in bagno, le nostre conversazioni di solito iniziano dopo il primo orario scolastico, prima di allora semplicemente percorriamo vicini la distanza che ci separa dal liceo. In 20 minuti sono pronto, con maglioncino beige, jeans, soprabito e scarpe nere e per completare il look non può mancare un Daniel Wellington e una collana Prada, regalata da mio zio dopo la mia vincita alle nazionali.
Prendo lo zaino, controllo se c'è tutto e aggiungo il libro che sto leggendo, così da poterlo continuare durante le lezioni.
Mia sorella mi aspetta fuori, così appena mi vede iniziamo a camminare, senza emettere un suono, ascoltando i rumori della strada. Una bambina che parla con la madre, un anziano che chiede il quotidiano al giornalaio, dei cani che abbaiano.
Appena arrivati ci separiamo, nonostante le nostre due scuole siano attaccate hanno entrate diverse, una all'opposto dell'altra. Vado allo scientifico da 4 anni, non sono un mostro nelle materie, ma con una buona dose di impegno me la cavo abbastanza, inoltre il mio futuro non si trova nell'università quindi posso prendermela con calma.
Mia sorella invece ha scelto scienze umane, che devo dire ha materie molto più interessanti, ma almeno lei vuole diventare psicologa, quindi non poteva prendere decisione più azzeccata.
La preside è la stessa, ma le due scuole sono del tutto diverse e l'unico momento che abbiamo per incontrarci è durante la ricreazione dove gli studenti si mischiano.
Nel mio edificio siamo noi ragazzi a doverci spostare nelle aule ad ogni ora, una versione fake del metodo americano, senza armadietti, ma in compenso abbiamo 3 pianoforti in ogni piano.
In quello di mia sorella le lezioni le svolgono come una qualsiasi scuola italiana, ma hanno moltissime attività extrascolastiche che a noi sono precluse, per esempio il corso danza che organizza mia sorella e che riscuote ogni anno molti iscritti. Beatrice è una delle ragazze più popolari ed è per questo che le persone si domandano molto spesso se sia veramente sangue del mio sangue, anche perché se lei parla con tutti, io parlo solo con lei.
Al suono della campanella sono già seduto al mio banco mentre continuo il capitolo.
I miei compagni di classe iniziano ad entrare e di loro ne saluto due, gli altri è come se non esistessero.
Le prime due ore passano in fretta, abbiamo avuto filosofia e storia che nonostante non siano le mie materie preferite vengono spiegate molto bene dalla prof e così cerco il più possibile di prendere appunti.
I 15 minuti della ricreazione sono l'unica valvola di sfogo che abbiamo, quindi la confusione regna sovrana lungo i corridoi.

"Ti aspetto sulla nostra solita panchina" leggo il messaggio e mi avvio verso l'esterno.

Ad ogni intervallo c'è almeno una persona che si siede al pianoforte, così da creare diverse melodie che però si uniscono alla perfezione.

"C'è Diego che suona il pianoforte, che aspetti corriamo a sentirlo!"

"Non sapevo fosse così bravo, è proprio un ragazzo perfetto"

"Lo sposerei"

Di solito non faccio caso ai commenti delle ragazze di primo, preferisco non impicciarmi delle loro situazioni sentimentali, ma hanno fatto un nome: Diego. Non sarà di certo lui, impossibile, in 4 anni non ho mai visto il suo volto qui, ma la curiosità è davvero troppa.
Così le seguo e subito noto una gran folla circondare un pianoforte, tutti con gli occhi adoranti e una faccia stupita, in effetti Beethoven non è facile da suonare e l'ipotetico "Diego" Ci sta riuscendo alla perfezione. Non riesco a vederlo, anche se sono alto la folla è troppa e persino i professori si sono fermati ad ascoltarlo.
Termina e tutti applaudiamo, c'è chi fischia e chi grida un "ti amo". Ma pian piano la folla si apre in due per lasciarlo passare e non credo ai miei occhi.
È proprio lui che mi passa davanti e mi guarda con i suoi occhi verde smeraldo, mi saluta e io ricambio con un flebile "ciao".
Come ho fatto ad essere così stupido?

"Allora ti muovi sto occupando il posto per te" mi messaggia di nuovo Bea

Esco e vado a sedermi vicino a lei.

"Cosa hai fatto per fare così ritardo?"

"Mi sono fermato ad ascoltare un ragazzo che suonava"

"Da quando ti sei appassionato alla musica? Chi era questo ragazzo?"

Non vorrei spiegarglielo, ma lo vedo dalla parte opposta del giardino e glie lo indico.

"Diego? Davvero? Suona il pianoforte?"

"Lo conosci?"

"Certo che lo conosco, ieri l'ho visto in discoteca"

"Che faceva?" e mi accorgo subito della banalità della domanda.

"Che vuoi che faccia un ragazzo così bello come lui ad una serata? Era con una tipa e si stavano baciando"

"Oh certo" ma dentro di me sento qualcosa spezzarsi.

● Angolo Autrice ●
Vi è piaciuto il capitolo?
Fatemi sapere cosa ne pensate e ringrazio moltissimo chiunque dedichi il suo tempo alla mia storia.
Vi mando tanti bacioni, alla prossima🙋🏻‍♀️

Love only youWhere stories live. Discover now